In sole 24 ore dalla pubblicazione dell’alert, ha superato le 8.000 azioni di engagement (fonte dati: divisione web e social di Data Stampa) la notizia della truffa che si cela dietro l’upgrade di Whatsapp Gold.
L’invito a far parte, gratuitamente, di un fantomatico golden club, per pochi eletti, nasconde in realtà un virus che intacca i telefoni rendendone visibili i dati. Il messaggio proviene da un numero sconosciuto e promette opportunità allettanti: messaggistica simile a Snapchat, videochiamate e la possibilità di inviare in un clic un centinaio di foto.
Il team Whatsapp invita alla prudenza attraverso la sezione Faq del sito: la versione plus del servizio “non è stata sviluppata da Whatsapp, né è mai stata autorizzata”.
È nata una polemica piuttosto accesa tra gli utenti (l’engagement supera le 5.000 azioni), e numerosi siti/blog del settore informatico rincarano la dose, attorno alla nuova strategia Microsoft finalizzata all’aggiornamento di Windows 10.
“Tattica simil malware”, “subdolo trucchetto di Microsoft per farci passare a Windows 10”, “la nuova schermata di aggiornamento su Windows 7 e 8.1 cambia e diventa ingannevole: cliccando sulla chiusura non si evita la procedura”, “aggiornamento di nascosto”, “aggiornamento raccomandato”, sono alcune, tra le numerose, espressioni di biasimo rivolte all’Azienda.
Nonostante vengano ribaditi efficienza e qualità dei prodotti/servizi, tuttavia le lamentele degli utenti sono dirette soprattutto al pop-up che invita all’installazione della nuova versione: invadente a tal punto che tanti utenti, scocciati, pare abbiano deciso di passare al Mac. L’obiettivo si vocifera sia quello di arrivare, entro la fine del 2018, ad un miliardo di dispositivi con Windows 10.
Secondo il Threat Index di Check Point, pubblicato il 24 maggio, in aprile il tasso di “infezioni” informatiche è cresciuto vertiginosamente: il nostro Paese è terzo in Europa per numero di attacchi, dopo Macedonia e Serbia.
Il triste primato, acuito dal fatto che, per la prima volta, anche gli attacchi verso iOS abbiano scalato e raggiunto le vette della “classifica”, ha generato oltre 2.000 azioni di engagement, in costante crescita. I nomi dei malware più terribili e diffusi sono davvero raccapriccianti e molte fonti approfondiscono origine e descrizione dei danni. Solo per citarne alcuni: in Italia, Conficker pare essere stato il peggiore; seguito da HummingBad e Dorkbot. Poi Sality, Zeroaccess e XcodeGhost.