L'Attacco

Il Governo bacchetta la Rai: manca ancora il ‘vero Piano’ industriale

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L’esecutivo attacca Campo Dall’Orto: il suo non è un ‘vero Piano’, ma un’opera di maquillage mentre si attendeva una trasformazione profonda dell’azienda.

Il governo attende ancora che il nuovo Cda Rai consegni il vero Piano industriale per la tv pubblica. Quelle presentate dal Direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, e approvate all’unanimità dai vertici di Viale Mazzini, sono solo indicazioni di massima e manca chiaramente la parte pratica e di fattibilità di questi obiettivi.

Non usa mezzi termini il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, nell’ultima audizione in Commissione di Vigilanza dove ha parlato anche della disponibilità a rivedere i tetti pubblicitari visto che le nuove disposizione sul canone in bolletta elettrica garantiranno alla Rai di contrastare più efficacemente l’evasione e garantirsi un maggiore gettito.  Disponibilità che Giacomelli aveva dato a più riprese, rispondendo alla questione sollevata in particolar modo da Mediaset e La7, che avanzavano la richiesta di garantire un mercato competitivo, tenendo conto del mutato scenario.

Giacomelli parla anche dalla mission della Rai, della consultazione in vista della concessione del servizio pubblico, della questione interferenziale e del Piano trasparenza che sarà approvato oggi in Cda.

 

Manca un vero piano industriale

 

Da tempo si era cominciato a intuire che il governo mal digerisse i ‘lunghi’ tempi di azione del nuovo board della Rai. Un’insofferenza che ieri è venuto allo scoperto in Vigilanza dove Giacomelli ha sì rinnovato la propria fiducia all’operato di Campo Dall’Orto ma al contempo non ha lesinato le critiche per la mancanza di un Piano concreto da realizzare nei prossimi mesi.

“Noi continuiamo a sollecitare un percorso di trasformazione, una trasformazione profonda, non cosmetica, dell’azienda“, ha osservato il Sottosegretario.

“D’altronde – ha ricordato – nella riforma della governance si è deciso di ampliare da subito i poteri del Dg proprio per non perdere tempo. Eppure un vero piano industriale ancora non c’è”.

“Io ho stima di Campo Dall’Orto e sono convinto che farà un lavoro importante sulla Rai. Le indicazioni del piano industriale che lui ha presentato sono condivisibili, io le firmerei ma occorre tempo” per capire come si concretizzerà di qui a settembre.

“Immagino che sia una sorta di attesa ad aver impedito al Cda di lavorare a un vero piano industriale – ha proseguito -, limitandosi a indicazioni di massima. Mi auguro che l’acquisizione di altri elementi consenta di andare avanti su questa strada, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità”.

 

Presto riflessione approfondita su risorse

Riguardo alla questione dei tetti pubblicitari, posta dalle tv private viste le risorse in più che saranno generate dal canone nella bolletta elettrica, Giacomelli ha osservato: “Quello delle risorse del sistema televisivo è un tema su cui fare una riflessione più approfondita in un momento come questo in cui la pubblicità è una risorsa scarsa. Ho spiegato alle aziende che hanno sollevato questo argomento che una riflessione di questo tipo è tutt’altro che fuori luogo”.

Da parte del governo, ha aggiunto Giacomelli, “c’è piena disponibilità a fare una riflessione sulle eventuali risorse aggiuntive per la Rai, ma deve esistere una proporzione e un equilibrio tra risorse da canone e pubblicità, tanto più oggi che la pubblicità, che per il mercato è ossigeno, è una risorsa scarsa. Soprattutto chi ha responsabilità di servizio pubblico deve rispettare il valore delle risorse”.

“Sono contento dell’insistenza con cui si pone il tema perché si pensa che la nuova normativa sul canone funzionerà. Mi piace constatare – ha sottolineato il sottosegretario in riferimento ai talk show di La7 dedicati al canone in bolletta a febbraio scorso – che fino alla nostra iniziativa sul canone regnava il quieto vivere sull’evasione“.

Giacomelli ha detto poi che forse è proprio in attesa di un maggior approfondimento sull’ambito ‘risorse’ che il Cda non ha ancora lavorato ad un vero e proprio piano industriale, limitandosi finora a indicazioni di massima.

 

Rai dovrebbe fare di più sul digital divide

Passaggio di Giacomelli anche sulla mission del servizio pubblico attesa del governo. “Noi ci aspettavamo da parte di Rai il completamento di un piano per l’informazione finalizzato a ridurre le testate, a produrre più approfondimenti e reportage e ci aspettavamo anche un ruolo meno timido di Rai nel concorrere alla diminuzione del digital divide nel Paese”.

Giacomelli ha posto l’attenzione anche sulla “necessità che la Rai si trasformasse in media company, in una realtà capace di produrre per tutte le piattaforme, lineari e non lineari; la necessità che Rai acquisisse un più significativo profilo internazionale con la creazione di un canale in lingua inglese, ma non solo; e la necessità che Rai fosse il perno del sistema, in sostanza, un’azienda con un bilancio sociale della creatività e non una controparte delle tv private”.

Di recente poi, ha fatto notare Giacomelli, “dai tavoli di consultazione pubblica è emersa una riflessione che non sconfessa, ma anzi rafforza la necessità di una dimensione internazionale di Rai, di una dimensione in cui Rai è compiutamente capace di trasmettere la sua vocazione culturale e di costruire prodotti innovativi. Dai tavoli, inoltre, è uscito anche confermato il ruolo di Rai sull’alfabetizzazione digitale”.

Consultazione, da domani campagna informativa

Da venerdì partirà sulla Rai, e su altri media, la campagna informativa sulla consultazione pubblica, ha annunciato Giacomelli, replicando ad un intervento del presidente Roberto Fico, che ha parlato di “una consultazione più formale che sostanziale che andrebbe pubblicizzata meglio”.

“Può darsi che di per sé vi siano limiti nella consultazione, ma il fatto di farla per la prima volta toglie un grandissimo riferimento che è il precedente, scontiamo questo aspetto“, ha sottolineato Giacomelli, aggiungendo che sui media c’è più attenzione alle dinamiche degli equilibri di potere della Rai che alle tematiche sollevate dalla consultazione stessa.

Giacomelli ha spiegato che entro luglio lo schema della nuova concessione, che riguarderà i prossimi 10 anni, verrà deliberato dal Consiglio dei ministri e trasmesso alla commissione di Vigilanza per il parere. Poi lo schema tornerà al CDM che delibererà in modo definitivo entro il 31 ottobre. Entro sei mesi dall’affidamento della concessione verrà redatto il nuovo schema del contratto di servizio.

“Io penso che la nuova concessione dovrà fornire un mandato chiaro alla Rai. Non lo immagino, quindi, come un adempimento burocratico né come la prosecuzione dell’esistente, ma come una vera novità, anche raccogliendo le spinte innovative che arriveranno dalla consultazione pubblica”.

Oggi in Cda Piano trasparenza

“Il Cda della Rai ha tutti i poteri per intervenire“, ha detto con forza il Sottosegretario, facendo riferimento a tutte le questioni rilevanti su cui è chiamato a deliberare, dal budget al piano industriale.

Oggi in Cda, si voterà il Piano trasparenza e lì si vedrà, ha precisato Giacomelli, “la reale incidenza dei costi oltre che l’effettiva necessità degli esterni così ciascuno potrà fare le proprie valutazioni”.

“Io, per la stima che ho nel Dg Campo Dall’Orto immagino che la scelta di fare ricorso a risorse esterne sia motivata dalla necessità di figure che all’interno non erano reperibili”, ha sottolineato.

Verifica su utilità mux Rai

“Siamo intervenuti sull’emittenza privata locale per regolare le frequenze interferenti, perché non potevamo tollerare la situazione nell’interesse di tutti. Ora credo che su questo tema (penso alla banda 700) dobbiamo svolgere una verifica sulla effettiva utilità dei mux affidati alla Rai. Un utilizzo efficiente e non dispersivo dello spettro è una questione che non c’è bisogno venga ribadita da una norma e che va verificata con la cura del buon padre di famiglia. Una verifica sull’utilità e sul grado di utilizzo dei mux va inserita in questa fase di riflessione”, ha indicato Giacomelli.

“La legge riconosce alla tv locali un ruolo di servizio pubblico e una partecipazione alle risorse derivanti dal canone – ha aggiunto -. Noi dobbiamo trovare una declinazione del ruolo della Rai all’interno del sistema. Ci sono spazi di intervento in merito alle risorse, alla raccolta pubblicitaria, alla collaborazione nelle frequenze e alla valorizzazione prodotti di enti e realtà collettive”.

Giacomelli ha anche fatto riferimento alla presenza di “zone del paese dove c’è impossibilità di ricevere il segnale della Rai. Dobbiamo mostrare efficienza – ha concluso – nella volontà di garantire la fruizione del servizio pubblico, anche immaginando connessioni con altre azioni del governo, come il piano sulla banda larga e la presenza sul mercato di una Rai Way tonificata”.

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