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Roaming, Unione Nazionale Consumatori avverte: ‘Attenzione le offerte flat’

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In base alle diverse segnalazioni già arrivate all’attenzione dell’UNC si evince che alcune offerte flat proposte dagli operatori per il traffico generato all’estero potrebbero rivelarsi non troppo convenienti.

Dal 15 giugno 2017, il roaming cesserà di esistere: non ci sarà, dunque, più alcuna differenza tra quanto paghiamo per usare il cellulare a casa e quanto paghiamo per usarlo all’estero. Nel frattempo – dallo scorso 30 aprile – i prezzi per usare il telefonino all’estero hanno subìto un’altra ulteriore sforbiciata: quando si effettua una chiamata, si invia un sms o si usa internet dal cellulare fuori dal proprio paese si dovrà pagare infatti soltanto gli importi previsti dal proprio piano tariffario più un piccolo sovrapprezzo. Sovrapprezzo che si attesta a 0,05 euro al minuto per le chiamate in uscita; 0,0114 euro per le chiamate in entrata; 0,02 euro per gli sms e 0,05 euro per MB per la navigazione internet.

 

Occhio, però, perché occorre prestare attenzione ad alcune proposte commerciali degli operatori che – come denuncia l’Unione Nazionale Consumatori – si stanno attivando per smorzare gli effetti della forzata riduzione delle tariffe del roaming.

In base alle diverse segnalazioni già arrivate all’attenzione dell’UNC si evince, infatti, che alcune offerte flat proposte dagli operatori per il traffico generato all’estero potrebbero rivelarsi non troppo convenienti o, almeno, non proprio le offerte migliori. Si tratta di offerte, spiega UNC, “che, a fronte del pagamento di un prezzo forfetario prestabilito, includono un certo numero di minuti, sms e MB di traffico dati”.

Visti i costi delle offerte, per tutti coloro che non utilizzano molto il cellulare all’estero “potrebbe rivelarsi migliore un’offerta a consumo”, ovvero il mantenimento del proprio  piano tariffario d’origine, consiglia UNC.

La Commissione europea, che ha avviato l’iter per la graduale riduzione dei costi del roaming nel 2006, ha definito il sovrapprezzo praticato all’estero per usare il cellulare “una distorsione del mercato senza giustificazione logica in un mercato unico, che insegnano ad avere paura del cellulare invece che ad usarlo”.

L’abolizione del roaming è ormai irreversibile e di certo farà un gran piacere agli europei che viaggiano (e hanno magari la necessità, oltre che di telefonare, anche di consultare una mappa o gli orari dei musei) e alle aziende che si sobbarcano i costi telefonici dei dipendenti in viaggio.

A oggi, dice la Ue, l’introduzione della cosiddetta ‘Eurotariffa’ ha generato risparmi dell’80% sui costi delle chiamate e degli sms e dei dati e del 91% sui servizi dati. Il percorso, che terminerà il 15 giugno 2017 con la totale eliminazione di ogni costo aggiuntivo, ha permesso già al consumatore un risparmio economico di circa 0,14 euro per ogni minuto di chiamata in uscita, una riduzione delle tariffe di tre/quattro volte rispetto al passato.

Agli iniziali timori degli operatori, che hanno da subito protestato contro una misura che a loro dire avrebbe prosciugato i loro ricavi, hanno fatto da contraltare alcuni dati secondo cui la scomparsa degli introiti del roaming sarà via via compensata dal maggior uso del cellulare da parte degli utenti in viaggio, i quali prima, invece, non lo usavano per paura del prosciugamento del credito. Non a  caso, negli ultimi nove anni, da quando cioè è entrata in vigore l’Eurotariffa, si è registrato un aumento del traffico, soprattutto di quello dei dati, del 630%

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