Il capo di Vivendi, Vincent Bolloré, minaccia la chiusura della pay tv francese Canal+, da troppo tempo in rosso.
Una simile decisione però suona molto strana dopo aver annunciato giusto alcune settimane fa l’acquisto della tv a pagamento italiana Mediaset Premium, con l’obiettivo di realizzare una media company con ambizione paneuropea.
Forse Bolloré sta solo barando.
Il suo annuncio ieri in Cda lascia tuttavia perplessi.
C’è da crederci?
Vuole davvero vendere Canal+?
Più probabile che il finanziere bretone abbia voluto lanciare una provocazione rivolta all’Antitrust che potrebbe negare il via libera all’accordo con BeIN Sport.
Canal+ è infatti molto indebolita dall’aver perso l’esclusiva per i diritti calcio. Altice gli ha soffiato anche quelli della Premier League britannica, molto seguita in Francia.
La scappatoia era appunto l’accordo con la tv araba che però potrebbe non offrirgli grandi garanzie se l’Autorità, come pare voglia fare, decidesse di negare la caratteristiche di esclusività a questa partnership commerciale.
Un’intesa chiave, quella con BeIN, per il rilancio della pay tv che Bolloré considera un anello essenziale se Vivendi vuole diventare “un gruppo europeo in grado di competere con i giganti di internet“.
Vivendi è controllata da fondi anglosassoni e non c’è ormai alcun dubbio che i sei canali francesi di Canal+ continuano a essere in perdita. Secondo Bolloré quest’anno almeno 410 milioni di utili operativi.
Senza BeIN Sport, “non possiamo finanziare all’infinito le perdite dei canali di Canal+”, ha avvertito Bolloré, inviando un chiaro messaggio all’Antitrust, ai tifosi del calcio, ma anche agli organismi sportivi che vendono a caro prezzo i diritti tv e al mondo del cinema, di cui la pay tv è il principale finanziatore.
Bolloré ha commentato: “Dio non voglia, ma se la nostra attività di produzione non funziona, potrebbe essere chiusa”.
La ripresa di Canal+ dipenderà molto dall’accordo con BeIN. La conferma che l’esclusività non sarà totale, sicuramente per via della pressione dell’Antitrust e dei competitor della pay tv, rischia di spaventare gli investitori.
L’idea è sviluppare un modello per Canal+ simile a quello di Sky in Gran Bretagna.
Per tornare in utile, Bolloré ha in mente un preciso progetto di risanamento che prevede anche forti tagli del personale e che ovviamente gli ha alienato le simpatie di chi lavora in Canal+.
“Se mandate 50 persone al Festival di Cannes invece che 469, non siete popolari“, ha scherzato Bolloré, sottolineando la necessità di razionalizzare l’organico senza ricorrere a un piano sociale.
Infine, parlando degli investimenti italiani in Mediaset e prima in Telecom, Bolloré ha detto chiaramente che la propria aspirazione è di creare un campione mondiale dei contenuti. “E’ interessante sul piano morale” ma spera che lo sia anche finanziariamente.
“Ho investito 4 miliardi – ha concluso – spero di non essermi sbagliato“.