Monta la carica dei possibili pretendenti di Yahoo. Dopo Microsoft, Verizon, e Google, in corsa si sarebbe messo anche il Daily Mail con la sua holding General Trust. Il termine per la presentazione delle offerte preliminari scade il 18 aprile e sarebbero circa 40 i pretendenti, tra i quali anche le private equity Blackstone, Kkr, Tpg, Apax, Warburg Pincus, Bain Capital e Hellman & Friedman; il gruppo media IAC Interactive Corp (editore del Daily Beast) o ancora la CBS.
A fare gola al quotidiano britannico, in particolare, sarebbero le proprietà internet (il servizio di posta elettronica, l’advertising e i siti di informazione) ma tra i tesoretti dell’ex stella del web ci sono anche brevetti dal notevole valore – tra 3 e 4 miliardi di dollari – che spaziano dal mobile messaging al data mining e alla pubblicità comportamentale.
Secondo il Wall Street Journal, il Daily Mail avrebbe preso contatto con almeno una mezza dozzina di fondi d’investimento per mettere a punto un’offerta sulla società guidata da Marissa Mayer.
Due i possibili scenari ipotizzati dal WSJ: il primo prevede l’acquisto delle attività internet di Yahoo da parte di un fondo d’investimento che poi cederebbe al Daily Mail la parte relativa a News e Media (Yahoo Finance, Yahoo Sports e Yahoo News). Nel secondo scenario, un fondo acquisterebbe in toto le attività web per poi avviare una fusione con le proprietà web del Daily Mail (DailyMail.com and Elite Daily) creando così un nuovo gruppo media guidato dalla società britannica.
La Ceo del gruppo, che versa ormai da tempo in forti difficoltà, aveva all’inizio strenuamente negato l’intenzione di mettere in vendita le attività internet (il motore di ricerca, il servizio mail, i siti di news e l’advertising) che varrebbero attorno a 4 miliardi di dollari. Yahoo ha in realtà una capitalizzazione di circa 34 miliardi ma il suo valore è strettamente dipendente dagli asset asiatici: la quota del 15% in Alibaba e la quota del 35% in Yahoo Japan.
La società prevede per quest’anno ricavi per 3,5 miliardi, in calo del 14% sul 2015, e un Ebitda di 750 milioni, in calo del 21%.