SCUOLA 2.0: registri elettronici italiani vulnerabili agli studenti hacker

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VINTI

Non rientra la polemica scatenata dal Corriere della Sera dopo la pubblicazione di un articolo dedicato al registro elettronico della nuova scuola 2.0 e alle sue vulnerabilità informatiche.

 

Secondo quanto riportato dal quotidiano, il nuovo registro digitale, che dovrebbe sostituire quello tradizionale di carta, non avrebbe tutti i parametri di sicurezza necessari per l’integrità dei dati contenuti. Un qualsiasi adolescente ‘smanettone’ potrebbe benissimo accedere alle informazioni contenute e quindi manipolarle.

 

Al momento, sono 1300 circa le scuole che si sono dotate di registro digitale e in queste la rete internet è la stessa per studenti e insegnanti. Modificare i voti dell’anno scolastico in corso non sarà così difficile per qualsiasi studente con un minimo di conoscenza informatica. 

 

La login di cui il professore dispone, per accedere al registro, è sostanzialmente una password come tante altre, ma senza i codici di sicurezza utilizzati normalmente per proteggere ad esempio i più comuni sistemi di ebanking o di transizione di denaro online e via rete mobile.

 

In poche parole il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca non ha pensato di dotare il nuovo sistema dei livelli di sicurezza più idonei. Dal dicastero fanno sapere che spetta agli istituti provvedere al funzionamento e la protezione del registro 2.0, a seconda delle necessità.

 

Ma in tal modo, gli 8000 istituti scolastici del nostro Paese si forniranno di strumenti i cui standard di sicurezza ed efficienza non è possibile valutare in maniera univoca.

 

Un sistema quindi non centralizzato, ne unico per tutti, con la conseguenza di ritrovarsi sul territorio nazionale con soluzioni molteplici cercate singolarmente e senza nessuna regia da parte del ministero, compresi i fondamentali test di sicurezza.

 

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