Li-Fi: connettersi al web con una lampadina a LED

di Alessandra Talarico |

Una lampadina a LED da un watt basterà per connettere 4 computer, utilizzando la luce come vettore invece delle frequenze radio usate dal Wi-Fi.

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Li-Fi

Connettersi a internet grazie a una lampadina a LED da un watt, bypassando completamente le frequenze radio. E’ questo il futuro della connettività? Ci scommette un team di ricercatori cinesi che ha testato un metodo più economico e potremmo dire rivoluzionario per collegarsi a internet.

Stando alla scoperta del professor Chi Nan dell’Università di Shanghai Fudan, una lampadina a LED da un watt potrebbe bastare per connettere 4 computer, utilizzando la luce come vettore invece delle frequenze radio usate dal Wi-Fi. Da qui Li-Fi o light fidelity, il nome della tecnologia.

 

Grazie al Li-Fi, una lampadina con microchip integrato potrà produrre velocità di trasmissione da 150 megabits al secondo. Una velocità maggiore delle connessioni a banda larga attualmente usate in Cina.

 

Il termine Li-Fi è stato coniato nel 2011 dal Prof. Harald Haas dell’Università di Edimburgo, che aveva dimostrato come una lampada a LED dotata di tecnologia di elaborazione del segnale era in grado di trasmettere un video ad alta definizione a un computer. Della tecnologia sviluppata da Haas – nota anche come visible light communications (VLC) – non è però circolato nessun video, nessuna prova concreta delle sue capacità reali, insomma.

Così è anche per il sistema messo a punto dal team guidato da Chi, che comprende anche lo Shanghai Institute of Technical Physics

Ma l’attesa, in questo caso, sta per finire: dieci prototipi della tecnologia, che promette maggiore efficienza e risparmi sui costi delle connessioni, saranno infatti in mostra alla China International Industry Fair che partirà il 5 novembre a Shanghai.

 

La Cina, con circa 600 milioni di connessioni, è il maggiore mercato internet mondiale. La diffusione del Li-Fi potrebbe andare di pari passo con la rottamazione delle vecchie lampadine a incandescenza, rendendo pressochè ubique le possibilità di connessione. “Dove c’è una lampadina LED, ci sarebbe un segnale internet. Spegni la luce e non c’è segnale”, ha spiegato Chi, sottolineando il grande risparmio economico che deriverebbe dall’uso della tecnologia, che permetterebbe di abbattere i costi legati al raffreddamento delle base station mobili.

 

Senza contare i vantaggi dal punto di vista della sicurezza: la luce non può penetrare i muri come le onde radio e sarebbe quindi quasi impossibile per gli hacker intrufolarsi nelle reti.

 

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