‘Il 3 marzo approveremo i piani di gestione delle acque’. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nel messaggio inviato alla Conferenza nazionale ‘Acqua, motore della green economy’ dell’Anbi a Firenze. I piani, spiega il ministro, saranno approvati ‘nei Comitati istituzionali delle Autorità di bacino e costituiranno uno dei tasselli più significativi, su cui si svilupperà la costruzione della futura governance distrettuale alla luce di quanto previsto nel Collegato Ambientale’.
Secondo Galletti, ‘da qualsiasi punto di vista la si veda, la gestione virtuosa della risorsa idrica rappresenta oggi un elemento necessario e qualificante per un Paese, che voglia non solo puntare sulla tutela ambientale e la valorizzazione della biodiversità, ma che scelga di avviare il suo modello di sviluppo economico verso l’unica strada vincente per il futuro, quella della sostenibilità‘. Il ministro spiega che ‘c’è quanto mai bisogno di ragionare, come sta facendo il Governo, in termini di programmazione, di investire e semplificare, di mettere a sistema esperienze comuni come abbiamo scelto di operare nel campo della sicurezza idrogeologica del Paese e sul tema della siccità. Proprio su quest’ultimo aspetto – prosegue la nota di Gian Luca Galletti – ritengo che la creazione, su impulso del Ministero dell’Ambiente e del Dipartimento della Protezione Civile, di ‘Osservatori permanenti per la gestione delle risorse idriche’ all’interno di ciascuno dei distretti idrografici in cui è ripartito il territorio nazionale, con l’obiettivo di fornire indirizzi sulla regolamentazione dei prelievi e degli utilizzi, possa rivelarsi una novità certamente importante su un tema che ha bisogno, vista la crescente necessità di adattamento a nuove condizioni atmosferiche, di nuovi e più efficaci strumenti di conoscenza e di gestione integrata, che presuppongono una forte alleanza istituzionale tra tutti i soggetti competenti, come è appunto proprio l’Anbi’.
Sul tema della depurazione, ‘ci stiamo muovendo su tutto il territorio per una profonda ristrutturazione della governance, chiedendo alle Regioni tempi certi e responsabilità chiare per cancellare quei ritardi del passato che non erano ieri e non sono ancor più accettabili oggi sotto il profilo sociale, economico e anche culturale. Il dato di fatto – conclude il ministro dell’Ambiente – è che a distanza di ben 20 anni dalla Legge Galli, che istituiva il servizio idrico integrato, persistono ancora criticità in termini di gestione e di infrastrutturazione, che espongono i cittadini a gravi disagi e l’Italia al rischio di pesanti multe da parte dell’Europa’.