Con il titolo “Best practices, criticità e prospettive per l’enforcement dei contenuti audivisivi su Internet” venerdì scorso, 26 febbraio, si è tenuto a Roma il seminario organizzato da Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali). L’evento ha avuto il patrocinio dal Consiglio Superiore della Magistratura, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia.
All’appuntamento, nato dalla necessità di riunire tutti i principali attori coinvolti sul tema del contrasto alla pirateria audiovisiva, anche alla luce dei progetti della Commissione UE con il Mercato Unico Digitale, sono intervenuti Giovanni Legnini (Vice Presidente Consiglio Superiore della Magistratura), Dorina Bianchi (Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali) Marina Tavassi (Presidente Sezioni Spec. Impresa Tribunale di Milano), Gen. C.A. Luciano Carta (Comandante dei Reparti Speciali della Guardia di Finanza), Avv. Luciano Daffarra (Partner C-Lex Studio Legale ), Giancarlo Mancusi (Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Bergamo), Maurizio Mensi (Professore Università LUISS Guido Carli e SNA), Carmine Pirozzoli (Dirigente – Ministero di Grazia e Giustizia), Carlo Solimene (Primo Dirigente II Divisione Polizia di Stato), Gen. D. Gennaro Vecchione (Comandante delle Unità Speciali della Guardia di Finanza)Maria Vittoria De Simone (Sostituto Procuratore Nazionale – Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo), Mario Catania (Presidente Commissione d’inchiesta sulla contraffazione e pirateria commerciale della Camera dei Deputati), Stan McCoy (Presidente Motion Picture Association EMEA), Paolo Marzano (Partner Studio Legance Avvocati Associati e Presidente del Comitato Consultivo Permanente sul Diritto d’Autore MiBACT), Paolo Agoglia (Direttore Ufficio Legislativo e Rapporti Istituzionali SIAE), Marco Chimenz (Presidente European Producers Club), Silvia Costa (Presidente Commissione Cultura Parlamento Europeo), Fabio Del Giudice (Direttore Confindustria Cultura Italia), Francesco Posteraro (Commissario AGCOM), Rossana Rummo (Direttore Generale delle Biblioteche e Istituti Culturali MiBACT), Stefano Selli (Vice Presidente Confindustria Radio TV).
Due le tavole rotonde divise tra mattina e pomeriggio: “Il contrasto alla pirateria audiovisiva in Italia” e “Lo stato dell’arte dell’enforcement dei diritti e le prospettive di innovazione con il Mercato Unico Digitale”. Ad aprire la prima sessione di lavori è stato il Vice Presidente del Csm Giovanni Legnini che si è soffermato sulla necessità di intensificare l’attività di contrasto alla pirateria digitale attraverso la difesa del diritto d’autore. ‘La magistratura – ha detto – ha bisogno di aprirsi a nuove tecniche investigative, ai nuovi saperi di un mondo che cambia velocemente. Conciliare la giurisdizione con un diritto universale dell’accesso a Internet è un compito difficilissimo ed è necessario un quadro normativo più efficace’.
A prendere la parola subito dopo è stata Dorina Bianchi, Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali: ‘AGCOM è un modello di contrasto amministrativo alla pirateria digitale, da far mutuare a livello europeo. ‘Occorre – alla luce delle strategie della Comunità europea sul mercato unico digitale – un maggior ruolo di responsabilità degli intermediari del web per il contrasto all’illegalità’.
Il tasso di pirateria in Italia ha superato il livello di guardi attraverso la violazione del diritto d’autore. ‘C’è la necessità di essere adeguati alla tecnologia che avanza – ha detto Marina Tavassi, Presidente Sezioni Spec. Impresa Tribunale di Milano – e le difficoltà che si incontrano sono legate alle incertezze giurisprudenziali’.
‘La contraffazione e la pirateria producono delle conseguenze gravi per i titolari dei diritti e per i cittadini che si trovano ad acquistare articoli di scarsa qualità’. Così il Gen. Luciano Carta, Comandante dei Reparti Speciali della Guardia di Finanza che ha proseguito ponendo l’accento sui notevoli danni all’Erario gli illeciti portano: ‘Svariati milioni di euro con ricadute drammatiche in termini occupazionali’.‘Nel 2015 – ha concluso il Gen. Carta – sono stati oscurati 600 siti pirata’.
Fondamentali – ha detto il Generale Gennaro Vecchione – i percorsi di formazione rivolti ai giovani che devono capire che Internet offre sì molte possibilità, ma ci sono delle regole da rispettare’. Concludendo i lavori della prima tavola rotonda, Maria Vittoria De Simone, Sostituto Procuratore Nazionale – Direttore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ha sottolineato con convinzione che ‘Il profitto delle mafie con la pirateria audiovisiva è altissimo. Urge mettere in campo tutte le forze possibili per un’efficace lotta di contrasto’.
Sono entrati poi nel vivo i lavori del pomeriggio con il primo focus che è stato sulle Commissione d’inchiesta sulla pirateria.
Dietro alla pirateria online di prodotti audiovisi coperti dal diritto d’autore ci sono dei professionisti, delle “mentalità criminali” che agiscono su vasta scala. Ed è per contrastare questo fenomeno che sul diritto d’autore si è acceso il faro della Commissione d’inchiesta sulla contraffazione e pirateria commerciale della Camera, presieduta dall’onorevole Mario Catania, che sta preparando una relazione ad hoc sul Web, che sarà portata all’attenzione dell’Aula entro fine anno. ‘La proprietà intellettuale è centrale per l’economia europea e italiana – ha detto Catania – Circa il 40% del fatturato europeo è coperto dal diritto d’autore in Europa e il mercato dell’audiovisivo dà lavoro a 8 milioni di persone. L’Europa e l’Italia hanno tutto l’interesse ad avere un sistema giudiziario di difendere questo che è un bene prezioso per l’economia’.
Rispetto al Web, però, siamo ad uno stadio primordiale dal punto di vista legislativo con ricadute negative per il diritto d’autore e le filiere connesse: l’ordinamento nazionale va superato in ottica europea, con una normativa quadro forte che, al di là degli ottimi risultati del regolamento Agcom, raggiunga un respiro internazionale con regole chiare per contemperare la libertà del web con le istanze dei titolari dei diritti d’autore e di proprietà industriale. Di certo servono accordi fra Service Provider e detentori dei diritti e va promosso l’approccio “follow the money” nel diritto d’autore.
Si tratta, aggiunge Catania, ‘di una partita cruciale che si gioca a Bruxelles’, in sede di Consiglio Europeo, perché è necessaria una massa critica europea per avere voce in capitolo su una questione “planetaria”.
Una partita nella quale si auspica una presenza italiana forte, dopo la battuta d’arresto a Bruxelles in materia di tutela dei prodotti “made in Italy”.
Intanto le proposte della Commissione saranno portate all’attenzione di Bruxelles ad aprile.
Esclusive territoriali
Alcune posizioni della Commissione Europea in materia di Digital Single Market relative all’audiovisivo rischiano di essere dannose per il settore. La pensa così Stan McCoy, Presidente della Motion Picture Association EMEA, secondo cui ‘Puoi essere un grande fan del Mercato Unico ma sul Digital Single Market in relazione all’audiovisivo ci si può interrogare – ha detto McCoy – perché alcune posizioni della Commissione in tema di esclusive e licenze libere territoriali rischiano di danneggiare il settore. E’ assurdo pensare che i film e i programmi Tv che funzionano per un paese della Ue, ad esempio Italia e Germania, debbano per forza funzionare allo stesso modo ad esempio in Estonia e in tutti i paesi dell’Unione’.
McCoy fa un esempio pratico, quello di MTV, che all’inizio proponeva un pacchetto standard di programmazione per tutti i paesi europei, per passare poi prontamente ad offerte locali, “taylorizzate” sulle esigenze specifiche delle singole audience nazionali. ‘In Europa non esiste una sensibilità unica in tema di content – ha aggiunto – il concetto di offerta paneuropea non ha senso’.
L’opzione per licenze nazionali sui contenuti audiovisi su base locale è fondamentale, secondo McCoy, secondo cui la libertà di siglare contratti su base nazionale va mantenuta “in base alla domanda del mercato e non va regolata”, aggiunge, precisando che l’offerta di contenuti standard e cross boarder sarebbe una forzatura che contrasta con la diversità linguistica e culturale che in Europa è enorme. In conclusione, secondo McCoy il detentore dei diritti deve avere la libertà di siglare contratti di licenza nei singoli paesi e sarebbe un errore “fingere che in Europa esiste un mercato unico dell’audiovisivo quando non è così”.
Diritto d’autore, direttiva europea in autunno
A Bruxelles la revisione della direttiva media e audiovisivi, per dare un framework più europeo alla materia di diritto d’autore, è in arrivo in autunno. Al momento sono in fase di attuazione una serie di studi d’impatto e il focus “è incentrato sulla circolazione dei servizi, sull’accesso libero ai contenuti e l’impulso è stato dato da paesi come il Belgio e l’Estonia – ha detto Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura al Parlamento Europeo – La revisione della direttiva abbraccia anche una questione generazionale, con paesi ‘giovani’ come l’Estonia che spingono verso un’apertura totale dei contenuti online”.
C’è, secondo Silvia Costa, una debolezza politica di fondo nel dibattito sulla revisione della direttiva nell’ungherese Tibor Navracsics, Commissario Ue responsabile per Educazione, Cultura, Politiche giovanili e Cittadinanza, che per ora ben poco si è speso sul tema del diritto d’autore, limitandosi a seguire la linea dettata da Andrus Ansip, responsabile (estone) per il Digital Single Market. L’Europarlamento ha emanato una risoluzione in materia dicendo che bisogna garantire la tutela della creazione dei contenuti e la catena del valore, basata su due pilastri, che legittima l’intervento Ue: la promozione della cultura e della diversità linguistica e culturale. L’obiettivo è rafforzare la audience legale e punire gli abusi.
I temi caldi sono il geoblocking “giustificato” e la remunerazione dei diritti di copyright, con l’identificazione delle piattaforme intese come facilitatori e competitor. “Bisogna chiarire quali sono le piattaforme che portano contenuti”, dice Costa. Un altro tema importante è quello della portabilità: l’orientamento europeo è quello di consentire la fruizione di contenuti in abbonamento anche all’estero, in caso di permanenza temporanea in un altro paese Ue (gli abbonati Sky in Italia potranno vedere le partite anche in trasferta all’estero, anche se per ora non è chiaro chi pagherà i costi aggiuntivi).
Collecting, eCmmerce, Diritto d’Autore: Commissione Europea in ordine sparso
In materia di digitale, collecting, eCommerce e diritto d’autore la Commissione Europea si muove con una “frammentarietà assoluta, e il diritto d’autore non viene assolutamente tutelato”. Così Rossana Rummo, Direttore Generale delle Biblioteche e Istituti Culturali del MIBACT, secondo cui il tema del copyright non è certo fra le priorità dei ministri europei della Cultura. Il quadro tratteggiato da Rummo è quello di una Commissione Ue per la quale “i consumatori sono i padroni, ai quali deve essere garantito il massimo accesso ai contenuti, e il mercato è l’unico paradigma – ha detto – Grande attenzione viene riservata alle piattaforme e agli intermediari che sembrano dei benefattori dell’umanità ma che vivono di pubblicità”. Nessuno vuole mettere in dubbio questo modello basato sulla pubblicità, ma nel dibattito secondo Rummo “il creatore dei contenuti è il convitato di pietra e le piattaforme europee non esistono, ma qualcosa dovrebbe entrare nelle casse del nostro sistema culturale”.
In questo contesto, qualcosa andrà pensato in Europa sul diritto d’autore per creare un sistema di remunerazione diverso con il digitale e tutelare le industrie culturali.
Perché la Commissione Ue non difende il settore?
Punta il dito contro la mancanza di regole e di attenzione della Commissione Europea nei confronti degli OTT americani Fabio del Giudice, Direttore di Confindustria Cultura Italia, ricordando i 40 miliardi di fatturato del settore creativo europeo e il milione di occupati soltanto in Italia. Gli OTT americani sono i nuovi concorrenti nel settore audiovisivo, ‘ma senza i nostri contenuti loro non esistono – ha detto – non siamo affatto contenti, perché non guadagniamo nulla dalla trasmissione dei nostri contenuti’. Il campo dei contenuti online è senza regole da 15 anni: “La Commissione Europea lo sa?”, domanda retorica di Del Giudice, che mette a confronto il numero di occupati dell’industria creativa europea (5,9 milioni di occupati), cui si aggiunge il milione di addetti del settore Tlc con il numero di addetti dei GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon) pari a 61 mila nel Vecchio Continente. ‘Perché la Commissione Europea non difende i nostri occupati’, attacca Del Giudice.
Per quanto riguarda il contrasto alla pirateria online, secondo Del Giudice il modello da seguire in europea è quello del regolamento Agcom.
Diritti Tv e frequenze
Stefano Selli, Vicepresidente Confindustria Radio TV nonché Direttore delle relazioni Istituzionali di Mediaset, fa il punto sull’impatto della pirateria nel settore televisivo: ‘Ha un impatto enorme, il settore è toccato pesantemente dal fenomeno e si registra la sostanziale latitanza dell’Europa – ha detto Selli – ma sembra che ci sia poco da fare per contrastare soggetti talmente forti che nemmeno il Presidente degli Stati Uniti riesce a bloccare’.
Una battagli difficilissima, che secondo Selli va combattuta lavorando sul fronte culturale con l’educazione dei giovani, semplificando il percorso a ostacoli del regolamento Agcom e spingendo gli artisti a esporsi in prima persona a sostegno di questa battaglia di legalità.
Sempre parlando di Europa, un altro tema che pesa sul settore dei broadcaster è quello delle frequenze. La proposta della Commissione di anticipare a giugno 2020 il passaggio della banda 700 Mhz al mobile, in contrasto con il Rapporto Lamy, costringerà il settore televisivo a ‘ridimensionare il digitale terrestre (18 milioni di famiglie in Italia) a favore delle telco e di un sistema di Tv on demand che produrranno la rapida scomparsa di diverse trasmissioni di importanza sociale – dice Selli – ancor più grave il fatto che oltre alla dismissione della banda 700 anche la parte inferiore dello spettro potrà essere trasferita alle telco’. In questo modo, secondo Selli, la Ue si è ‘sottomessa a interessi altrui’.
Digital Single Market, rischio danni per i produttori
All’interno della strategia Ue per il Digital Single Market c’è una serie di provvedimenti che sono dannosi per l’industria. “Il rischio è che il disegno europeo sia troppo teorico e il concetto di eccezione culturale non è più sufficiente a tutelare la produzione di contenuti – ha detto Marco Chimenz, Presidente dell’European Producers Club – Per i produttori europei di contenuti audiovisivi l’erosione del principio di territorialità e dei contratti in esclusiva è un danno enorme. Se Sky produce Gomorra lo deve poter fare contando sull’esclusiva, altrimenti non può produrlo”.
Per quanto riguarda il delisting dei siti pirata da Google, servono norme più severe: “Oggi i siti deindicizzati compaiono ancora nella prima pagina delle ricerche e questo è assurdo”, aggiunge Chimenz, secondo cui peraltro piattaforme con Netflix garantiscono la presenza di un’offerta legale online.
Sulla stessa linea Paolo Agoglia, Direttore Ufficio Legislativo e Rapporti Istituzionali della SIAE: “All’indomani della comunicazione della strategia europea sul Digital Single Market ( a maggio 2015 ndr) il settore aveva riscontrato il sostegno pieno del Governo italiano a favore del diritto d’autore – ha detto Agoglia – ma l’estrema frammentazione normativa della Ue ha prodotto una pioggia di atti che ci hanno portato a dover presidiare ben 27 contesti differenti, fra cui appunto il diritto d’autore, l’enforcement, l’eCommerce, i contratti digitali, la vendita online di beni fisici, la portabilità (per la quale il concetto di permanenza temporanea all’estero è alquanto aleatorio) il cui atto entra a gamba tesa sull’impianto dell’ordinamento civilistico italiano e di tutti i paesi della Ue”.
Insomma, il rischio è che le nuove regole della Ue creino scompensi negli ordinamenti degli Stati membri e che invece di semplificare il quadro normativo questo si complichi ulteriormente.
Regolamento Agcom
Una nota positiva in questo contesto piuttosto preoccupante per il settore audiovisivo arriva dal bilancio positivo del regolamento Agcom in tema di copyright in vigore ormai da due anni. “Grazie al regolamento Agcom l’Italia è uscita dalla watch list internazionale dei siti pirata – dice il Commissario Agcom Francesco Posteraro – L’intervento prevede l’adeguamento spontaneo o il blocco e il ruolo del regolamento è anche quello della moral suasion”.
Secondo il commissario Agcom, è evidente che il regolamento Agcom non abbi affatto portato alla rivolta del fantomatico “popolo della rete”: in tuttto, sono stati bloccati 141 siti pirata, milioni di file illegali sono stati rimossi. “I siti pirata perdono così automaticamente gli introiti pubblicitari. Per quanto riguarda gli aggregatori di contenuti, questi non sono titolari dei diritti editoriali, ma esercitano un enorme potere senza alcuna responsabilità editoriale – aggiunge Posteraro – gli aggregatori si muovono in una zona grigia. I siti pirata che ancora compaiono nella prima schermata di Google, devono essere retrocessi nelle ultime posizioni dei risultati di ricerca”.
Per le conclusioni ha preso la parola il padrone di casa Federico Bagnoli Rossi:
‘L’evento che abbiamo organizzato nasce dopo un importante percorso di rinnovamento e crescita della FAPAV e con l’intento di affrontare il tema della tutela dei contenuti in maniera completa ed approfondita, evidenziando le migliori soluzioni per approcciare e contrastare il fenomeno e mettendo anche in luce le criticità e le questioni da approfondire. Sicuramente, grazie agli interventi degli ospiti che hanno partecipato, è emerso come gli strumenti per contrastare il fenomeno ci sono e vanno utilizzati con regolarità da tutti i soggetti coinvolti. Un tema importante è quello che riguarda però la collaborazione tra Paesi, che va implementata e rafforzata in virtù del fatto che la pirateria, oggi sempre di più, è un fenomeno transfrontaliero e globale. Un secondo aspetto cruciale è quello del ruolo degli intermediari: una loro effettiva collaborazione è oramai imprescindibile ed è necessario che comprendano appieno la responsabilità del loro ruolo nella tutela dei contenuti, facendo la loro parte al riguardo. Un ultimo aspetto, da non sottovalutare, è quello della comunicazione. L’attenzione su questo problema va mantenuta alta evitando atteggiamenti condiscendenti sulla pratica illegale dello streaming e download. Con dispiacere noto infatti che questo tema è trattato con superficialità anche da importanti testate giornalistiche che a volte tendono a legittimare e giustificare questa pratica illecita. Il problema è ampio e complesso, pertanto, e non va assolutamente tralasciato l’aspetto informativo ed educational’.