Rai, Catricalà: ‘Non è il momento di parlare di vendita’

di Raffaella Natale |

‘E’ il momento di fare un buon contratto di servizio - dice il Viceministro - e far capire che il canone è speso bene’.

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Torna a parlare della Rai il Viceministro dello Sviluppo economico, Antonio Catricalà, che in questi giorni sta cercando di placare le polemiche scatenate intorno alla presunta volontà del governo Letta di privatizzare la tv pubblica in vista della scadenza della concessione, il 6 maggio 2016.

 

“Non è il momento di parlare della vendita della Rai“, ha detto Catricalà, a margine della Giornata Mondiale del Risparmio, spiegando che “è il momento di fare un buon contratto di servizio e far capire che il canone è speso bene”.

“E’ una misura che responsabilizza molto la Rai – ha spiegato – e pone la direzione di fronte a delle scelte sulle strategie”.

“Tutta la programmazione della Rai è servizio pubblico”, ha aggiunto il Viceministro, sottolineando che questo però “non vuol dire che tutto debba essere finanziato dal canone, e questo non vuol dire che si vuole privatizzare la Rai”. E’, invece, “essenziale tutelare il servizio pubblico”.

 

Lunedì scorso Catricalà è dovuto intervenire a sedare i contrasti scatenati dalle dichiarazioni del Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni alla trasmissione di Fabio Fazio ‘Che tempo che fa’.  

Incalzato dalle domande del giornalista sulle dismissioni che il governo farà entro il prossimo anno, Saccomanni aveva risposto: “…la Rai è una delle società di cui lo Stato è azionista, stiamo guardando ogni possibile soluzione” (Leggi Articolo Key4biz).

Queste parole hanno innescato una spirale di botta e risposta senza tregua, spingendo i sindacati a mobilitarsi.

 

Catricalà ha però escluso che tra le cose da privatizzare possa esserci anche Viale Mazzini.

La Rai deve restare pubblica, ha sottolineato, e per quando riguarda la previsione nel nuovo Contratto di servizio di un bollino blu per distinguere i programmi finanziati con il canone, che secondo alcuni potrebbe essere l’anticamera della privatizzazione (Leggi Articolo Key4biz), ha spiegato che “la logica non è quella di diversificare tra programmi a carattere pubblico ed altri a carattere privato“.

Il bollino servirà a rendere riconoscibili e valorizzare i programmi finanziati con il canone per consentire a chi lo paga “di controllare come sono spesi i suoi soldi“.

 

Peraltro la privatizzazione, ha indicato Catricalà, “…non è un tema che possa essere affrontato dal governo ma semmai dal Parlamento anche perché sarebbe, semmai, necessario rivedere la governance”.

Aggiungendo: “Noi vorremmo in circa due anni dare al Parlamento tutti gli elementi e le informazioni per poter rinnovare la concessione della Rai. Senza il rinnova si rischia il caos…Su una materia così importante deve muoversi il Parlamento”.

 

A giugno, però, il Viceministro si era spinto oltre (Leggi Articolo Key4biz), sostenendo: “…E’ chiaro che il Parlamento italiano potrebbe dire ‘vorrei che andasse al migliore tra tutti i possibili competitors'”. “Quello che noi possiamo fare è preparare il terreno – diceva Catricalà ai microfoni di Radio Radicale – In che modo? Oggi abbiamo la possibilità di fare una mini consultazione, anche limitata nel tempo, di soggetti estranei alla Rai e al circuito tradizionale di consultazione, ferme restando le competenze della commissione parlamentare di vigilanza, sul contratto di servizio che stiamo andando a rinnovare. Questa potrà essere poi un’occasione e un banco di prova per sperimentare una consultazione più vasta su quello che noi intendiamo debba essere il servizio pubblico. Comunque ogni decisione in questo campo passa per il Parlamento“.

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