2016 – Italia, Francia
Forse l’idea (la volontà, la decisione) di girare il mondo è alla base del lavoro di un documentarista. Ecco perché Gianfranco Rosi ha già alle spalle un cospicuo curriculum di spostamenti e di cambiamenti che lo hanno portato a raccontare persone e luoghi talvolta invisibili o non facilmente identificabili. Conviene ricordare l’India dei barcaioli (Boatman), il deserto americano dei drop out (Below Sea Level), il Messico dei killer del narcotraffico (El Sicario – Room 164), infine forse il più straniante di tutti: la Roma del Grande Raccordo Anulare (Sacro GRA), premiato con il Leone d’oro a Venezia nel 2013 dalla Giuria presieduta da Bernardo Bertolucci. Dopo queste esperienze mirate ad una conoscenza sempre a contatto con la realtà, Rosi con Fuocoammare (in sala dal 18 febbraio, distribuito da Istituto Luce – Cinecittà e 01 Distribution) è andato a Lampedusa, nell’isola che ha finito per sostituire il senso lessicale di “isolamento” con quello meno richiesto del clamore mediatico.
Per più di un anno dunque Gianfranco Rosi si è trasferito sull’isola e ha messo in pratica cosa significa, cosa vuol dire vivere sul confine estremo d’Europa, l’esperienza di una vita difficile da cambiare e da modificare. E di più. Perché se fino a poco tempo fa vivere a Lampedusa voleva dire fare i conti con la natura e i suoi limiti ma anche i pregi e i difetti, da ieri quella terra è diventata terreno di accoglienza (o di respingimenti) di essere umani che vi arrivano per sollecitare e chiedere un aiuto e una comprensione. Sul fenomeno dei migranti a Lampedusa, Rosi voleva fortemente “raccontare” qualcosa. Lo ha fatto portando in primo piano la storia di Samuele, 12 anni, il quale va a scuola e ama giocare e tutto intorno a lui parla di mare, di uomini, di donne e bambini che quel mare cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Samuele diventa il testimone di quello che all’inizio sembrava un diversivo dalla solita routine e poi si è concretizzato in una grande tragedia popolare e storica.
Bisogna poi immaginare la scena: perché l’invito a partecipare in Concorso al 66mo Festival di Berlino – dove il film sta ricevendo unanimi consensi e potrebbe essere seriamente in predicato per l’Orso d’oro – è arrivato quando Gianfranco Rosi stava ancora girando sull’isola, luogo in cui si è trasferito per essere sicuro di poter garantire quell’indispensabile scambio tra realtà e narrazione documentaristica. ‘Più che in altri miei progetti – dice il regista – ho sentito la necessità di restituire al più presto questa esperienza per metterla in dialogo con il presente e le sue domande. Sono particolarmente contento di portare a Berlino, nel centro dell’Europa, il racconto di Lampedusa, dei suoi abitanti e dei suoi migranti, proprio ora che la cronaca prevede nuovi aggiornamenti’. I nove personaggi che compaiono nel film sono tutti nel ruolo di se stessi. Una scelta che riporta Fuocoammare alla dimensione del viscontiano La terra trema.
Regia: Gianfranco Rosi
Attori: Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo, Giuseppe Fragapane, Maria Signorello, Francesco Paterna, Francesco Mannino, Maria Costa
Soggetto: Gianfranco Rosi, da un’idea di Carla Cattani
Fotografia: Gianfranco Rosi
Riprese subacquee: Aldo Chessari
Montaggio: Jacopo Quadri
Collaborazione al montaggio e coordinamento di post-produzione: Fabrizio Federico
Suono: Gianfranco Rosi
Durata: 108’
Genere: Documentario
Data di uscita in sala: 18 febbraio 2016