Come da prassi nella prima fase di indagine sulle operazioni di fusione, l’Antitrust europeo ha inviato a Wind e H3G un questionario per chiedere informazioni sul progetto di fusione e il suo impatto sul mercato delle comunicazioni mobili italiane.
Come per altre operazioni di questo tipo, gli uffici del Commissario Vestager vogliono capire se il passaggio da 4 a 3 operatori genererà un aumento dei prezzi praticati ai consumatori.
Wind e H3G hanno notificato alla Commissione il loro progetto di fusione il 5 febbraio. La Ue darà quindi il suo responso preliminare l’11 marzo. Per quella data si saprà, cioè, se la Commissione approverà incondizionatamente l’operazione o se l’Ok sarà soggetto ai cosiddetti ‘rimedi’, ossia a delle modifiche al progetto di fusione proposte dalle due società per agevolare il via libera.
Nel Regno Unito, ad esempio, dove Hutchison sta cercando di ottenere il via libera alla fusione con O2, per convincere la Commissione, il managing director di Ck Hutchison, Canning Fok, ha presentato una serie di concessioni, come primo passo in vista di quella che si preannuncia una lunga negoziazione.
Tra queste, la garanzia che il nuovo operatore che nascerà dalla fusione (e controllerà il 40% del mercato) “congelerà i prezzi” per almeno cinque anni.
Con ogni probabilità, una serie di concessioni rispetto al progetto iniziale notificato a Bruxelles dovranno arrivare da parte di Hutchison e Vimpelcom (che controllano rispettivamente 3 Italia e Wind) anche in merito alla fusione con Wind.
Se queste ‘concessioni’ dovessero essere presentate – come si ritiene quasi certo avverrà – la Ue potrà prendere altri 10 giorni di tempo per valutarle.
Se, però, non dovesse ritenere sufficienti gli impegni proposti dalle due società, l’Antitrust potrebbe anche decidere di andare avanti con le sue indagini e di aprire una seconda fase di indagine che prevede, in genere, una più ampia raccolta di informazioni, compresi documenti interni delle aziende, numerosi dati economici, questionari più dettagliati per i competitor o anche visite alle sedi delle società coinvolte. Solo alla fine di questa seconda fase, generalmente piuttosto lunga, l’Antitrust si pronuncerà in via definitiva.
Wind e 3 Italia sono rispettivamente il terzo e il quarto operatore del mercato mobile italiano. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Agcom, Wind controlla il 22,9% del mercato e H3G l’11%.
Dalla loro unione, quindi, nascerebbe il primo operatore italiano per quota di mercato: attualmente, infatti, TIM controlla il 32,3% e Vodafone il 26,5%.
Ovvio quindi che Bruxelles vaglierà con attenzione le ripercussioni sul mercato di questa fusione che se fosse approvata sarebbe comunque vincolata a una serie di rimedi che potrebbero includere la cessione di asset e frequenze ai concorrenti o l’accesso alla rete a un nuovo entrante, così da mantenere il livello di concorrenza e di scelta per i consumatori.
Secondo la Reuters, che ha potuto visionare il questionario inviato alle due capogruppo e ai competitor, la Ue teme innanzitutto un generale impatto negativo sui prezzi al consumo e ha voluto anche vagliare se a giudizio dei concorrenti la creazione del nuovo operatore potrebbe effettivamente costituire un incentivo alla realizzazione della rete 4G, come sostenuto da H3G.
Secondo alcuni osservatori, comunque non è detto che il mantenimento dello status quo in quanto a numero di operatori sul mercato garantirebbe il mantenimento di prezzi bassi. In Danimarca, ad esempio, dopo la mancata fusione tra Telia e Telenor – fallita proprio per l’intransigenza del Commissario Antitrust europeo – i prezzi hanno subìto un generale ritocco al rialzo.