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La crisi della carta stampata spinge gli analisti ad analizzarne i motivi e a indicare nuovi modelli di editing e di business per ricostruire i giornali sulla base dell’uso crescente di internet e dei dispositivi mobili anche per la lettura. Ma i contenuti pubblicati sui giornali cartacei devono essere diversi da quelli per il web? No, secondo Jamie Jouning, digital director di Condé Nast Uk, che lo ritiene “un mito da sfatare“.
I modi di accesso alle informazioni sono cambiati e il pubblico vuole poter leggere anche sui nuovi device elettronici ma, secondo Condé Nast Uk, è sbagliato sostenere che vi debbano essere contenuti diversi. L’editore di Vogue e Vanity punta, infatti, a offrire gli stessi contenuti su tutte le piattaforme che utilizza.
Una ricerca commissionata dall’editore, spiega Jamie Jouning a Pressgazette, evidenzia che il tempo dedicato alla lettura delle riviste di Condé Nast è uguale sia sulla carta che sull’online. Insomma non ci sarebbe bisogno di una versione abbreviata per il mobile.
La cosa diversa risulta invece essere il momento della giornata in cui avviene la lettura.
I pc sono usati di più al pomeriggio e i tablet alla sera, spesso come ‘second screen experience’, ovvero mentre si guarda la televisione. Gli smartphone invece sono preferiti al mattino, all’ora di pranzo e prima di andare a letto.
Questa diversità è fondamentale per indirizzare gli investimenti pubblicitari. Condé Nast Uk ha sviluppato un ‘ad-builder’ per gli addetti al marketing. Con un unico strumento possono creare una campagna pubblicitaria da declinare sulla carta e sul digitale. Per esempio, su Vogue Uk, l’advertising è distribuito nei video o è integrato negli articoli, ma non appare mai di fianco ad essi, come succede con i banner tradizionali. Perché le ricerche di Condé Nast Uk dimostrano che ormai i lettori sono ‘banner-blinded’ e non guardano più a questo tipo di pubblicità.
L’obiettivo di Condé Nast Uk è creare dei ponti tra le redazioni della carta e dell’online e rimodellare i contenuti digitali per i differenti dispositivi. Per esempio si sceglie un’impaginazione più adatta a letture prolungate, in grado di mantenere alta l’attenzione del lettore: con più immagini, citazioni e caratteri più leggibili.
Per ora la strategia sembra funzionare: il traffico dei siti web dell’editore è passato da 860 mila pagine viste al giorno del 2007 a 8,3 milioni nel 2013. E i follower sui social media sono passati da 753 mila nel 2001 a 4,4 milioni nel 2013.
La soluzione che sembra indicare Condé Nast Uk sarebbe quella di una perfetta integrazione tra carta e digitale sulla scia in realtà di quanto sta già avvenendo tra televisione e contenuti online e che ha dato vita alla cosiddetta social tv.
A salvare il settore potrebbe quindi essere rendere i giornali sempre più social e interattivi con il web?