2015 – Canada
Zev Guttmann, oggi 90enne, accetta, nonostante le precarie condizioni fisiche, di mettersi alla ricerca dell’uomo che circa 70 anni prima aveva assassinato durante il nazismo la sua famiglia e quella di Max Zucker, coetaneo e suo coinquilino in una casa di riposo. L’uomo si chiama Rudy Kurlander, e Zev avvicina ad uno ad uno i reduci con questo nome…
Atom Egoyan ha diretto finora quindici lungometraggi sempre all’insegna di storie aspre e dure (Exotica, Il doce domani, Il viaggio di Felicia) che ribaltano situazioni all’apparenza immobili. Anche qui si entra in un contesto ben preciso, accostato però in modo imprevedibile. ‘Il nostro – dice il produttore Roberto Lantos – è l’ultimo momento della Storia in cui possiamo raccontare questi eventi al presente. Tra dieci anni non sarebbe stato realistico narrare la vicenda di un uomo che ha subito una perdita negli anni Quaranta per la quale ora reclama vendetta. Né sarebbe realistico che colui che ha sterminato la sua famiglia negli anni Quaranta fosse ancora vivo nel 2025. Se questo film fosse stato rimandato, sarebbe dovuto diventare un film d’epoca ed essere ambientato nel passato’. Osservazione precisa e legittima, perché la scelta della contemporaneità consente di muoversi lungo spazi e ambienti che rimandano immagini dell’America di oggi, quindi forti di frammenti di vita quotidiana talvolta con risvolti imprevedibili.
‘La scelta del cast per questo film – precisa l’altro produttore Ari Lantos – è stata un’esperienza del tutto diversa da quelle che avevo precedentemente vissuto nella mia carriera. Per il ruolo di Zen, in effetti, l’elenco si limitava a un solo nome, Christopher Plummer. Non avremmo fatto il film se lui non avesse acconsentito a interpretarlo’. Il ruolo è quello di un novantenne superstite dell’olocausto, a un passo dall’entrare in piena demenza senile, un uomo che abbandona il conforto e la sicurezza della sua residenza per anziani assistiti per scovare e uccidere il nazista che ha sterminato la sua famiglia. È importante la sottolineatura che fa Egoyan: ‘la trama, che trae origine dal passato, si sviluppa senza ricorrere ai convenzionali flashback, ma al contrario si volge interamente nel presente, priva d sentimentalismi e manipolazioni’. Come successo altre volte in passato, lo stile filmico di Egoyan fa grande ricorso a inquadrature totali in campo lungo e quindi sviluppa vari ritmi all’interno di una scena, riuscendo così a suscitare emozioni particolari nel pubblico. Il termine tecnico per definire questo stile di ripresa è ‘frastagliato’. Il cast riprende questa impostazione arrabbiata e provocatoria. Accanto a Christopher Plummer (Zev Guttman), nel ruolo di Max Zucher c’è Martin Landau, un altro grande della Hollywood del passato, socio dell’Actors Studio da sessanta anni e interprete di film importantissimi quali 38° Parallelo: missione compiuta di Lewis Milestone, Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock, Crimini e misfatti di Woody Allen, Ed Wood di Tim Burton, Tucker un uomo e il suo sogno di Francis Coppola. Ci sono poi anche Dean Norris e due famosi attori tedeschi, Bruno Ganz e Jurgen Prochnow, attivi in tantissimi film tra Europa e Stati Uniti.
Nel finale della vicenda, Egoyan recupera quegli sguardi sul thriller che ha spesso utilizzato, che lo hanno fatto apprezzare in molte parti del mondo e qui impongono di non rivelare alcunché di una conclusione sconvolgente e inusuale. Finale duro e amaro, tra denuncia e tristezza esistenziale per un film che, con coraggio, parla di temi scomodi in modo altrettanto scomodo.
Regia: Atom Egoyan
Attori: Christopher Plummer (Zev Guttman), Martin Landau (Max Zucker), Bruno Ganz (Rudy Kurlander #1), Jürgen Prochnow, (Rudy Kurlander #4), Heinz Lieven (Rudy Kurlander #2), Dean Norris (John Kurlander), Henry Czerny (Charles Guttman)
Sceneggiatura: Benjamin August
Fotografia: Paul Sarossy
Musiche: Mychael Danna
Montaggio: Christopher Donaldson
Scenografia: Matthew Davies
Costumi: Debra Hanson
Durata: 95’
Genere: Thriller
Data di uscita in sala: 4 febbraio 2016
