CashlessWay: debutta la prima associazione per spingere l’ePayment

di Paolo Anastasio |

Il presidente Geronimo Emili: “Questo è sicuramente il momento di schiacciare sull’acceleratore dello sviluppo tecnologico e sociale connesso alla nuova dimensione immateriale della moneta”

Italia


Geronimo Emili

Diffondere a macchia d’olio la cultura dei pagamenti digitali, con particolare attenzione al canale mobile, e combattere così l’uso del contante. E’ questo l’obiettivo dell’associazione CashlessWay, Global Hub for ePayment Culture (hashtag presidiato #cashless), il primo punto di riferimento in Europa per il settore dell’epayment, per stimolare il pubblico verso un uso più bilanciato dei sistemi di pagamento alternativi al contante, che tra l’altro è lo strumento privilegiato da evasori e criminalità organizzata.

 

Si tratta di un think-tank che ha l’obiettivo di studiare e realizzare iniziative rivolte al pubblico di massa, per fare luce sui vantaggi dell’epayment e incentivare una maggiore consapevolezza sugli strumenti di pagamento alternativi al contante. CashlessWay nasce per volontà di Geronimo Emili (nella foto) e Andrea Begnini, che da tre anni si occupano di lotta al contante promuovendo il No Cash Day, la prima giornata contro il cash, pubblicando dal 2010 il blog Waroncash.org, unico mezzo di informazione sull’epayment in Italia e mettendo in atto iniziative come il #Nocashtrip, il primo viaggio senza contanti realizzato da due blogger e un giornalista (sponsor Mastercard, Eni, Samsung e Citroen). 

 

“Ci sono voluti tre anni per consolidare le basi per la creazione di un’associazione: questo è sicuramente il momento di schiacciare sull’acceleratore dello sviluppo tecnologico e sociale connesso alla nuova dimensione immateriale della moneta che apre i confini culturali del commercio e delle prospettive di incontro”, ha detto Geronimo Emili, presidente CashlessWay.

 

Fra i vantaggi dei pagamenti digitali c’è in primo luogo la tracciabilità del denaro, mentre il contante è lo strumento privilegiato della criminalità organizzata, che per questo osteggia tutti gli strumenti digitali.

CashlessWay parte da subito con l’ambizione di operare nei paesi europei, ma nasce in Italia, dove si registra oggi una forte contraddizione: 25 milioni di italiani possiedono uno smartphone, siamo al primo posto nel mondo per penetrazione di social media, con oltre 23 milioni di utenti (fonte CeTif, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) senza contare i 72 milioni di carte attive tra credito, debito e ricaricabili (fonte Bankitalia) ma soltanto il 15% delle transazioni è imputabile a strumenti “no cash” e appena la metà di questo 15% con carte di pagamento. Un divario spaventoso rispetto ai cugini europei che, se colmato, potrebbe generare un

risparmio complessivo per l’economia pari a circa lo 0,3 per cento del Pil, come già evidenziato in un question time davanti alla commissione Finanze.

 

CashlessWay è rivolta a tutto il comparto legato alla moneta elettronica, dalle istituzioni alle banche, circuiti di pagamento, aziende telefoniche, di tecnologia, grande distribuzione, trasporti, merchant on-line, società di consulenza e nuovi strumenti di pagamento. Si tratta di un settore molto ampio, in grandissima espansione, che è invitato a unirsi nella nuova associazione per collaborare in modo concreto, in primo luogo attraverso il dialogo con i consumatori, per individuare gli ostacoli che frenano un’ampia diffusione dell’epayment.

 

Tra i motivi per cui si rende necessaria una fattiva lotta al contante, c’è la preoccupante percentuale di sommerso che, dagli ultimi dati di Confcommercio, è pari al 17,4% (272 miliardi di euro) mentre Eurispes si spinge a ipotizzare un nero pari a quasi 530 miliardi. Il fenomeno è valutato al 6,7 per cento in Gran Bretagna, al 5,3 negli Stati Uniti, al 3,9 in Francia e addirittura allo 0,3 in Norvegia.

 

Tra i soci fondatori di CashlessWay, assieme a Emili e Begnini, ci sono Franco Asquini, fiscalista, già componente, vice presidente e presidente del consiglio di amministrazione di Banca del Friuli, di Unicredit Banca, di Locat Leasing, di Mediocredito FVG oltre che presidente e amministratore delegato della Finanziaria Regionale FVG Friulia.

 

Fra i componenti dell’Advisory Board ci sono Raffaele Barberio (direttore di Key4biz), Gianni Riotta (giornalista e scrittore), Marc Chatenier (Vicepresidente Capgemini), Gianluigi De Stefano (giornalista, autore TV), Alessandro Ermolli (CEO Sin&rgetica), Pietro Guastamacchia (Mosca, Confindustria Russia). 

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