Asia
Sale di ora in ora il numero delle vittime causate dal passaggio del terribile tifone Hayan sulle Filippine. La province di Leyte e Samar sembrano essere le più colpite, mentre sono decine i centri abitati di cui al momento non si sa nulla o quasi sulle persone decedute, su quelle scomparse e sui danni materiali. Tacloban City appare ai soccorritori ancora oggi, a cinque giorni dal passaggio del tifone, una città di morte e distruzione.
I primi aiuti umanitari stanno arrivando nelle zone colpite dalla furia dei venti e dell’acqua, e immancabili si presentano le solite scene di disperazione, rassegnazione e violenza di sciacalli e bande locali per accaparrarsi cibo e acqua. La macchina della solidarietà è partita, serve ora una maggiore presenza da parte del Governo di Manila, sia in termini di controllo del territorio e sostegno alla popolazione (il tifone ha praticamente colpito l’intera nazione), sia di risposta all’emergenza rilanciando politiche di intervento per potenziare le infrastrutture, per introdurre un’edilizia moderna pensata con criteri di sostenibilità e investendo in innovazione e sicurezza.
I cambiamenti climatici si stanno facendo sempre più veloci e tangibili. Il tifone che si è abbattuto sulle Filippine è solo l’ultimo di una lunga serie di eventi catastrofici che hanno coinvolto diversi Paesi negli ultimi anni. Proprio in questi giorni, a Varsavia, si sta tenendo la Conferenza sui cambiamenti climatici dell’ONU e sicuramente si attendono risposte adeguate da parte dei delegati delle 195 nazioni partecipanti, che preparino il terreno ad un accordo globale da siglare al summit di Parigi del 2015.
L’occasione per ripartire potrebbe arrivare dalla candidatura delle Filippine ad ospitare il summit della Cooperazione Economica Asiatico-Pacifica (APEC) del 2015. Il progetto a cui sta lavorando il Dipartimento per le scienze e l’innovazione tecnologica (DOST) del Governo filippino prevede la costruzione di una smart city in cui far svolgere l’evento e accogliere partecipanti e visitatori.
La presentazione di “Smart cities for Smart philippines” si è tenuta la scorsa estate durante un convegno governativo a Manila, e gli obiettivi dichiarati ruotavano tutti attorno alla parola ‘crescita sostenibile inclusiva’: “Una smart city si realizza nel momento in cui servizi innovativi sono accessibili a tutti e i cittadini hanno modo di apprezzare un miglioramento sostanziale della propria vita“.
Per arrivare a questo servono investimenti freschi in ICT e smart technologies (energia, trasporti, acqua, rifiuti, mobilità, egov, digital economy, sicurezza, infrastrutture, reti di comunicazione). Come ha indicato l’Asian Development Bank, in un recente studio, il 40% degli investimenti stranieri in Asia saranno concentrati in Cina, India e regioni del Sud-Est asiatico (ASEAN). Entro il 2020 gli investimenti in tecnologie smart city arriveranno a superare i 260 miliardi di dollari (fonte Zpryme).
L’ICT è un alleato insostituibile per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. Infrastrutture protette e di nuova generazione sono tra gli obiettivi che il Governo di Manila si era posto come prioritari per i prossimi anni e la tragedia in corso non fa che rafforzare tale visione d’insieme, in chiave di prevenzione e protezione.
Le Filippine, come il resto dell’Asia orientale e Sud orientale, vedranno l’80% degli abitanti trasferirsi in centri abitati di medie e grandi dimensioni entro il 2030. Saranno le città i luoghi in cui concentrare la massima attenzione in futuro, in termini di sostenibilità delle attività economiche, di ottimizzazione delle risorse disponibili, di riduzione dei consumi, di tutela del patrimonio ambientale, di abbattimento degli inquinanti.
Non esiste un modello di smart city valido per tutti: le città diventano intelligenti grazie al mix di innovazione tecnologica e tradizioni culturali. Nelle Filippine da secoli le popolazioni hanno a che fare con tali fenomeni atmosferici di enorme potenza, nella conoscenza del territorio e nella sua gestione con i nuovi strumenti tecnologici disponibili sta la chiave per la sicurezza futura.
(F.F.)