Il quadro

PAdigitale. Il nuovo paradigma degli enti locali: dalla gestione associata all’amministrazione digitale

di Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli studi di Roma “Unitelma Sapienza” |

Città metropolitane, aree vaste, nuove province, unioni dei comuni, amministrazioni digitali: siamo in piena evoluzione istituzionale, organizzativa e del sistema dei servizi ai cittadini e alle imprese.

La rubrica PAdigitale, a cura di Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza. Analisi e approfondimenti sul processo di attuazione della Riforma della PA. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.
  1. Il nuovo paradigma degli enti locali italiani: la gestione associata delle funzioni, spending review, qualità dei servizi, l’amministrazione digitale

E’ il nuovo paradigma in formazione che ancora non è in grado di sostituire il paradigma istituzionale, politico e socio-economico degli enti locali che negli ultimi 30 anni ha supportato le istituzioni territoriali e locali. Il paradigma attuale (in via di dissolvimento e speriamo al più presto) ha fatto registrare una tipologia di amministrazione politica e amministrativa di tipo formalistico-giuridica, di tipo gerarchico, senza la cultura dell’utenza e la qualità dei servizi. Il paradigma in fase di formazione dovrebbe caratterizzare (stando alle norme e ai processi innovativi attuali) un’amministrazione pubblica locale come trasparente, semplificata, digitale.

Il cittadino prima di tutto

Una amministrazione deve operare in modalità cooperativa (gestione associata delle funzioni tra più comuni), con la finalità dell’abbattimento di spese non sostenibili o inutili e dannose, con il cittadino e le imprese messi al centro dell’azione amministrativa, con una attenzione particolare sulla qualità dei servizi e sulla verifica della soddisfazione degli utenti. Un’amministrazione moderna che opera “nativamente”  in rete.

Il cittadino più attento ai propri diritti

Il nuovo paradigma richiede (per dirla tutta) anche un cittadino più attento a queste novità ed un cittadino sensibile e che spinge verso la digitalizzazione. E per dirla tutta ancora, il nuovo paradigma non può operare bene considerando il ruolo di “retroguardia” svolto spesso da un numero significativo di Organi e dirigenti che esprimono un superato modo di amministrare. Il nuovo paradigma dovrebbe anche interessare i ministeri intesi in una logica di programmazione, innovazione, verifica delle politiche del governo.

Le riforme costituzionali senza quelle organizzative rischiano di essere inutili e dannose!

I modelli operativi del nuovo paradigma

I modelli che supportano il nuovo paradigma sono:

a) il modello di organizzazione che opera nella logica di progetto (fare cose considerando in modo scientifico e corretto le risorse da utilizzare e i prodotti/servizi che si intendono ottenere, lasciando perdere la sciatteria ed il pressapochismo burocratico);

b) il modello del sistema dei processi amministrativi semplificati per dare risposta alle istanze dei cittadini;

c) il modello del sistema decisionale pubblico (organi-dirigenza) basato sulle risorse dei dati per governare, gestire e controllare (mettendo da parte il sistema delle decisioni per intuito o per fantasia);

d) il modello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da utilizzare in modo diffuso e prevalente.

  1. La città metropolitana

Il paradigma sopra (sinteticamente) indicato e i modelli operativi sono particolarmente necessari ed utili nel sistema della Città metropolitana; sistema dove decidono e governano enti locali grandi, medi e piccoli

  • che devono inevitabilmente adottare il modello di governo digitale e mettere a sistema ed in rete i dati/documenti per governare e verificare,
  • che non possono operare in modo cooperativo senza la semplificazione preventiva dei processi amministrativi,
  • che devono programmare e gestire sistemi complessi del territorio, della viabilità, dell’ambiente, dei rifiuti, ecc. e che per questo il sistema funziona solo se semplificato, digitalizzato.

Il futuro delle Città metropolitane è legato indissolubilmente al nuovo paradigma. Spetta alla classe politica e dirigenziale spingere per la formazione veloce di questo paradigma.

Ma oggi come operano le Città metropolitane?  Quanti sanno che esistono le città metropolitane? E a cosa servono? Cosa hanno fatto finora?

  1. Le nuove province

Sono state eliminate? sono ritornate sotto altra configurazione? dovranno cambiare ancora in relazione al nuovo assetto istituzionale? Sono tutti interrogativi reali, veri, legittimi. Le nuove province sono definite aree vaste dalla legge 56/2014. Le competenze sono invece quelle delle province da poco eliminate.

E quale sarà il rapporto tra aree vaste e comuni?

Tra aree vaste e unioni di comuni?

Ma se l’area vasta è il nuovo contenitore istituzionale ed organizzativo “intermedio” rispetto alle Regioni e ai comuni come dovrà funzionare?

E le Regioni saranno soggette a riforme?

Le competenze quali saranno?

E i modelli innovativi di governo e gestione?

Certamente il nuovo paradigma sopra indicato costituisce una base indispensabile anche per le aree vaste o nuove province.

  1. Le unioni dei comuni

 

Le unioni dei comuni costituiscono una modalità (prevista dal 1990) per operare in modo cooperativo nell’ottica di un’amministrazione moderna, sostenibile, digitale con riferimento ad una area territoriale ben definita.

Le unioni dei comuni restano ad oggi la possibile infrastruttura di base molto forte sia per migliorare i servizi alla persona (i servizi di prossimità) sia per erogare servizi in rete sia per gestire al meglio le risorse (finanziarie, umane, strumentali). I modelli sopra indicati contribuiranno alla formazione di una nuova cultura amministrativa: operare per progetti; operare sulla base di dati affidabili; operare in modalità digitale e di telelavoro; erogare servizi in rete.

  1. La riforma della Pubblica Amministrazione (legge 124/2015) dovrà inevitabilmente tenere presente la ”dinamica” di questo nuovo “paradigma” se vorrà incidere in modo efficace (Cittadinanza digitale, processi di riorganizzazione e semplificazione, ruolo della dirigenza, organizzazione del lavoro).

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