Diritti tv

Mediaset-Sky, si riaccende lo scontro sulle retransmission fee

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Il Biscione porta la pay tv di Murdoch in tribunale per aver ritrasmesso i propri canali senza pagare alcun fee. La prima udienza a maggio.

Si scalda nuovamente il dibattito sulle retransmission fee. Ad agitare nuovamente le acque è Mediaset che qualche giorno fa ha citato Sky per “la ritrasmissione dei canali ex analogici di Rti via satellite”.

Ma l’azienda di Cologno Monzese ha veramente diritto a questi pagamenti? O dietro ci sono altre ragioni?

Il caso si è aperto la scorsa estate quando il Biscione ha attaccato frontalmente la pay tv di Rupert Murdoch chiedendo il pagamento di quelle che appunto definisce ‘retransmission fee’ e, visto il mancato accordo, ha deciso il 7 settembre di oscurare i segnali di Canale5, Italia1 e Rete4 che non sono dunque più visibili sui canali 104, 105 e 106 di Sky.

Una questione particolarmente spinosa sulla quale è intervenuta l’Agcom e alla quale il commissario Antonio Nicita ha dedicato un particolare approfondimento nell’intervista rilasciata a Key4biz.

Adesso Mediaset ha deciso di agire, citando Sky in tribunale con l’accusa di aver utilizzato illegalmente il proprio segnale televisivo.

Dal gruppo di Murdoch hanno sempre fatto sapere che i canali Mediaset (Canale 5, Italia 1 e Rete4) sono disponibili in chiaro a tutti, su qualunque decoder satellitare, anche gratuito e senza abbonamento alla pay tv.

Di tutt’altro parere il Biscione. A luglio il consigliere d’amministrazione di Mediaset, Gina Nieri ha dichiarato: “I nostri contenuti sono free nei confronti del pubblico, se però vengono trattati da piattaforme pay noi chiediamo un fee, perché indubbiamente forniscono un vantaggio competitivo alla piattaforma che li ritrasmette”.

Ma l’amministratore delegato di Sky, Andrea Zappia, ha precisato: “Sky non ha mai ritrasmesso il segnale, ma solo ricevuto un segnale free. E nel resto d’Europa, a partire dalla Gran Bretagna, nessuna richiesta di pagamento per i canali free ha mai ottenuto un pagamento”.

A decidere sarà comunque il tribunale di Milano che ha fissato per maggio la prima udienza.

Mediaset avanza una richiesta di danni retroattiva che per il momento non è ancora stata quantificata.

Secondo le stime dell’azienda dovrebbe essere di circa 40-45 milioni, il valore dei diritti che vengono calcolati sommando una quota fissa per poter avere il segnale a una fee per abbonato.

 

Retransmission fee, quando e perché pagarli

La questione delle retransmission fee è abbastanza spinosa.

Quando a luglio Mediaset è pubblicamente uscita con la richiesta a Sky di un accordo commerciale ha citato la delibera Agcom 128/15 pubblicata lo scorso 23 marzo, che decide nella controversia Rai-Sky. Delibera che però la pay tv di Murdoch ha impugnato davanti al Tar del Lazio sospendendone gli effetti.

Vi sono alcuni elementi da considerare in questa vicenda. Intanto c’è da tenere in conto che l’Agcom è intervenuta per precisare con una nota che la delibera citata da Mediaset non riguarda le tv commerciali ma lo specifico caso della Rai, in quanto servizio pubblico, e Sky.

E poi nel caso di Sky Italia è inesatto parlare di retransmission fee in quanto i canali Mediaset, così come gli altri free-to-air, sono semplicemente “trasmessi” sul satellite e non sono presenti nell’offerta commerciale come invece avviene in Gran Bretagna e in Germania.

Sono, infatti, visualizzabili anche togliendo la scheda Sky dal decoder.

E’ corretto invece parlare di ritrasmissione nel caso inglese o tedesco, dove numerosi canali free-to-air sono a tutti gli effetti parte delle offerte commerciali delle pay tv.

Già questo aspetto pone le richieste di Mediaset sotto una luce diversa.

I canali diffusi da Mediaset sul satellite in chiaro, infatti, per definizione sono ricevibili da tutti i decoder satellitari, nonché ricevibili da ogni satellite, quindi anche da quello usato da Sky per l’irradiazione dl suo segnale. La pay tv di Murdoch, in altre parole, non ritrasmette il segnale, trasferendolo da una piattaforma all’altra, ma si limita a riceverlo in onda. Mediaset, come tra l’altro ha fatto, potrebbe oscurare quando vuole il segnale in chiaro. La tv del Biscione non è mai stata obbligata a farlo, né, d’altra parte esiste alcun obbligo a pagare per ricevere un segnale in chiaro.

E se dietro ci fosse altro?

Secondo alcuni osservatori la richiesta avanzata da Mediaset avrebbe una spiegazione diversa. Forse il gruppo tenta di recuperare liquidità visto i risultati non rosei del 2015.

Il titolo da novembre ha, infatti, perso più del 30% del proprio valore per i timori sulla pay tv Premium che fa fatica a generare utili.

A questo bisogna aggiungere che Mediaset ha investito circa 700 milioni di euro per strappare a Sky i diritti televisivi della Champions League. Un investimento che potrebbe non avere un buon ritorno, se le uniche due squadre italiane ancora in gara – Roma e Juventus – non passassero il turno.

Sconfortanti anche i dati dell’audience.

Nel dicembre del 2014 il solo canale Premium Calcio Hd, tra l’altro senza le esclusive della Champions League, in prima serata aveva chiuso con una audience media di 241.473 telespettatori. Un anno dopo, nel dicembre 2015, i due canali Premium Sport Hd e Premium calcio Hd, insieme e con l’esclusiva assoluta delle partite della Champions, in prime time si sono fermati a quota 239.769.

E mentre Mediaset attende che Vivendi esca allo scoperto con un’offerta per Premium, Mediobanca consiglia invece un ‘matrimonio’ con Sky per ragioni di mercato.

Vista la situazione però risulta davvero difficile poter pensare che sia fattibile.

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