Scenari

BT-Deutsche Telekom: prime prove tecniche di joint venture?

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Il presidente dell’ex monopolista britannico non conferma ma neanche esclude la possibilità di fusione: ‘Viviamo in un mondo globale e il Regno Unito è una delle economie più aperte del mondo. Ma chi lo sa?’.

A breve, appena BT concluderà l’acquisizione di EE, Deutsche Telekom – che è comproprietario dell’operatore mobile insieme a Orange – otterrà una quota del 12% dell’ex monopolista britannico, diventandone il maggiore azionista.

Uno scenario che apre la porta a nuove opportunità di collaborazione tra i due gruppi, più volte dati anche come possibili protagonisti di una fusione.

Scrolla le spalle di fronte a una simile eventualità il presidente di BT, Sir Mike Rake, ma – intervistato del Financial Times – non la esclude neanche del tutto.

Viviamo in un mondo globale e il Regno Unito è una delle economie più aperte del mondo. Ma chi lo sa? Non c’è nessuna golden share e faremo la cosa giusta per nostri azionisti”.

Intanto, come primo obiettivo, c’è quello dell’integrazione di EE. BT era uscita dal mercato mobile nel 2001, quando aveva ceduto O2 a Telefonica per 17,7 miliardi di sterline, convinta che il mondo stesse evolvendo principalmente verso un web supportato dalla rete fissa. Non è andata proprio così e il rientro nel mobile è stato un passo obbligato.

Oltre all’integrazione di EE, BT deve affrontare anche la levata di scudi dei concorrenti che l’accusano di conflitto d’interessi per il controllo di OpenReach (la divisione attraverso cui fornisce ai rivali accesso ai servizi in rame e fibra) e ne denunciano la presunta posizione dominante nel mercato della banda larga.

L’Ofcom (equivalente dell’Agcom) sta conducendo un’analisi del mercato che potrebbe concludersi nello scorporo di Openreach: il Governo si è schierato contro quest’ipotesi e anche Sir Rake sottolinea che sarebbe un’operazione dalle implicazioni pratiche ‘enormi’ e che potrebbe rallentare il roll out della fibra ottica nel paese.

“La separazione funzionale è stata un grande successo. Perché cambiare una cosa che è riuscita? E poi, in pratica, chi sarà l’acquirente e quanto ci vorrà?” si chiede il presidente di BT.

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