‘Costruiremo case con stampanti 3D’. Intervista a Massimo Moretti (Progetto WASP)

di a cura di Flavio Fabbri |

Premiato con il Green Award al 3D PrintShow di Londra, il progetto WASP ha come obiettivo la costruzione di case, partendo semplicemente da un software 3D e una stampante solida.

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WASP_Smart Community

WASP (vespa vasaia), per esteso World’s Advanced Saving Project, ha lo scopo di progettare e realizzare apparati a basso impatto ambientale e di sviluppare modelli di crescita sostenibile. Grazie a software 3D e stampanti solide presto sarà possibile costruire “case” di ogni forma e con qualsiasi materiale, ovviamente ecosostenibile e a basso impatto ambientale. Tecnologie green ‘ad alto contenuto sociale’ destinate alle smart community. Key4biz ha intervistato Massimo Moretti, ideatore del progetto WASP, per sapere in cosa consiste e quali sono gli obiettivi.

 

Key4biz. Che cosa è il progetto WASP?

 

Massimo Moretti. Una piattaforma open source che si pone, tra i tanti obiettivi, quello di far diventare il mondo un posto più bello in cui vivere. Tutti, da qualsiasi luogo, possono partecipare alle nostre iniziative, attivandosi in qualità di makers, di innovatori, di sviluppatori, di sostenitori. Il nome dice già molto, WASP, World’s Advanced Saving Project, un manifesto filosofico, politico, economico e sociale, un una parola ‘umanistico’. Le risorse del pianeta non sono sufficienti a sostenere l’esplosione demografica in atto, occorre cambiare modelli di sviluppo: il progetto WASP studia, realizza e promuove sistemi ecosostenibili a partire dalle risorse di cui si dispongono.

 

Key4biz. Cosa realizzate e in che modo?

 

Massimo Moretti. A partire da quello di cui si dispone, si possono costruire oggetti, strumenti e perfino case. Tramite stampanti solide e progettazioni 3D possiamo tirare su un edificio, sfruttando il materiale disponibile. Ad esempio la terra e l’argilla, tutti ne possono disporre a costi bassissimi e con la massima sostenibilità ambientale. Al termine della vita di un artefatto, ad esempio una struttura destinata ad uso abitativo costruita con materiali naturali come la terra, se non può essere rigenerato, si può tranquillamente distruggerlo e riutilizzare il materiale di scarto per altre soluzioni, senza impattare sull’ambiente. E questo è possibile in ogni posto.

 

Key4biz. Chi si è dimostrato interessato a voi in Italia?

 

Massimo Moretti. Il progetto nasce per dimostrare quanto la volontà e la tecnologia oggi possono risolvere ogni problema, anche il più grande. Il nostro fab lab di Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, laboratorio aperto a cui tutti possono partecipare, non riceve finanziamenti, ci sostentiamo completamente da soli grazie alla vendita di stampanti solide in scala, di ogni dimensione, per stampare oggetti di qualsiasi tipo, come detto anche abitazioni. Ad un ritmo di ogni 4 mesi abbiamo modo di realizzare case sempre più grandi. Oggi abbiamo già ‘stampato’ case di 50 centimetri, ma presto arriveremo a un metro, entro 1 anno riusciremo ad ottenere una casa abitabile da persone, grazie ad una stampante alta tre metri.

 

Key4biz. Di che utilità sarebbe una stampante solida in un ecosistema smart city?

 

Massimo Moretti. Le città ormai sono aperte a qualsiasi tipo di innovazione. L’autoproduzione è alla base di ogni progetto e ogni idea può essere realizzata per dar vita ad una linea di prodotti per le case, a basso impatto ambientale, senza sprechi e con la possibilità di utilizzare materiali ecosostenibili. Il lavoro è di per sé un modo per trasferire conoscenze e competenze, per favorire l’innovazione sociale e la nascita di smart community, come nel caso dei fab lab e del mondo del coworking. Chiunque ha un’idea la mette in gioco, ogni profilo coinvolto contribuisce al risultato, permettendo agli altri di crescere a livello culturale, professionale ed umano.

 

Key4biz. Chi attualmente sostiene il vostro lavoro?

 

Massimo Moretti. Nel nostro team ci sono makers provenienti da ogni settore. Bastano le idee a cambiare il mondo, la tecnologia è una leva. Con noi ci sono artigiani, ingegneri, ricercatori universitari, architetti. Liberi professionisti, ricercatori e docenti di atenei italiani, tra cui il Politecnico di Milano, nella persona della professoressa Marinella Levi e i suoi studenti, ma anche l’Università di Faenza, da cui sono arrivati un gruppo di studenti che si sono occupati di design e di sviluppo. Una grande mano ce l’ha dato anche il programma SPINNER della Regione Emilia-Romagna, che ha finanziato in WASP il lavoro di quattro studenti.

 

Key4biz. C’è spazio in Italia per gli innovatori e i makers?

 

Massimo Moretti. Gli innovatori possono fare molto in questo Paese. Noi investiamo il 200% delle nostre risorse in ricerca e innovazione. La condizione burocratica e fiscale in cui le startup si muovono non è favorevole alla produzione. Chi fa ricerca deve potersi immergere nei progetti e nel lavoro, ma in questo Paese non si può fare e il tempo perso per questioni prettamente burocratiche ed amministrative è troppo.

 

Key4Biz. A Londra avete vinto il Green Award, che accoglienza avete avuto?

 

Massimo Moretti. A Londra sono molto interessati al nostro lavoro e diverse realtà del mondo universitario, della ricerca e dell’impresa hanno riconosciuto l’impegno concreto di WASP nell’innovazione e nella sostenibilità. Il premio è un riconoscimento vero al nostro lavoro e agli obiettivi che perseguiamo.

 

Key4biz. Traguardi futuri?

 

Massimo Moretti. A breve andremo in Marocco e porteremo una stampante per lavorare a Marrakech. Andremo poi a Napoli per un workshop e siamo già sull’isola di Vulcano, per verificare la possibilità di stampare qualsiasi cosa sia necessario nel lavoro quotidiano delle persone. Ci daremo da fare nei prossimi mesi nello scannerizzare il patrimonio artistico ed architettonico nazionale, in collaborazione con le soprintendenze per i Beni Archeologici. Il mercato delle stampanti solide è cresciuto del 35000% e l’interesse dal basso è enorme al momento. Produciamo stampanti tra 1000 e 2000 euro di costo base e questo facilità l’accesso ai prodotti anche a chi non ha grandi potenzialità finanziarie. Abbiamo lanciato una chiamata ai makers italiani ed internazionali, da cui è nato il portale www.makersforitaly.it, per scannerizzare il patrimonio artistico italiano e metterlo online, in modalità ‘stampabile’. 

 

 

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