Sono tempi strani, questi che viviamo con l’avvento del Pontificato di Bergoglio, ma ancora stupisce il laico dover osservare come sempre più frequentemente varie voci della Chiesa Cattolica assurgano con forza (ed autorevolezza) in un dibattito politico civile spesso desertificato rispetto alle tematiche alte della condizione umana: questa mattina, a Roma, nel consesso della Camera dei Deputati, se ne avuta ennesima riprova.
Si è tenuto, in una “Sala della Regina” affollata soprattutto da studenti, l’incontro “Immigrazione: un’opportunità economica”, promosso dal Presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia (Pd), in occasione della Giornata Mondiale del Migrante, cui hanno partecipato la Presidente della Camera Laura Boldrini ed il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana Nunzio Galantino.
L’iniziativa si è aperta con un appassionato intervento del Presidente Boldrini, rivolto soprattutto alla platea di giovani studenti: “Chi oggi vorrebbe costruire muri – oltre a violare principi e valori iscritti nel diritto internazionale, nei Trattati europei e nelle Costituzioni nazionali – agisce anche contro gli interessi demografici ed economici del proprio Paese. Dimentica infatti che, senza i rifugiati ed i migranti, tra qualche decennio i Paesi europei saranno abitati da anziani, per i quali nessuno potrà garantire una pensione…”.
Boldrini ha subito precisato che non si deve adottare un approccio “economicista” comunque: “Il contributo dei migranti non è solo di tipo economico. Implica contatti e scambi di culture, di tradizioni, di gusti, di musiche: quell’insieme di relazioni che fa più ricca la vita degli individui e di una società. Una società aperta, plurale, composita, non è una concessione né una forma di beneficenza. È un’opportunità che ci offre il nostro tempo globalizzato. Negarlo può procurare qualche voto, ma danneggia l’Italia e l’Europa”.
La parola è poi passata al Presidente Boccia, che, partendo dall’auspicio einaudiano del “conoscere per deliberare” (musica per le nostre orecchie, come certamente sanno i lettori di questa rubrica ilprincipenudo), ha presentato una relazione ricca di dati economico-statistici, prevalentemente di fonte istituzionale (Istat in primis), con la quale ha voluto evidenziare come, dal punto di vista economico, “il saldo” tra il “dare” e l’“avere”, nell’economia nazionale, registri un +3 miliardi di euro l’anno: in sostanza, i circa 5,5 milioni di immigrati che risiedono e lavorano nel nostro paese producono, alla fin dei conti, un flusso di redditi che arricchisce il nostro Paese.
In effetti, il contributo dei migranti al Pil italiano nel 2013 è stato dell’8,8%, con un saldo positivo tra quanto versato dai migranti alle casse dello Stato e quanto speso per l’immigrazione (inclusi i costi per l’assistenza sanitaria) di oltre 3 miliardi di euro… Boccia ha anche sostenuto come le statistiche evidenzino che la quota percentuale di “criminali” stranieri, sul totale di coloro che delinquono nel nostro Paese, sia in calo, ed anche questo dato dovrebbe contribuire a “sfatare alcuni totem”. La relazione del Presidente Boccia è un dossier documentativo interessante, e “Key4biz” la pubblica in esclusiva per i propri lettori.
I dati sembrano incontestabili, eppure c’è chi ancora… nega l’evidenza. Il parlamentare della Lega Nord (nonché Segretario della Lega Nord in Lombardia) Paolo Grimoldi ha contestato le tesi proposte dalla Boldrini: “Anche oggi la Presidente Boldrini ribadisce, nel suo convegno a Montecitorio pagato con i soldi dei contribuenti, che i migranti rappresentano una grande opportunità economica per l’Italia. Per il momento, ricordiamo che lo Stato, solo in questo 2015 ha dovuto sborsare 4 miliardi di soldi dei cittadini per mantenere gli oltre 200mila immigrati sbarcati sulle nostre coste”.
Il Segretario Generale della Cei è stato chiamato a commentare la relazione del Presidente Boccia: Monsignor Nunzio Galantino (che è anche Vescovo emerito di Cassano all’Jonio) è un eccellente comunicatore, con un tono sempre pacatissimo ma con sortite argute, di grande efficacia. Questa mattina, ha finito per incarnare, involontariamente, il ruolo del “cattivo”.
Se Boldrini e Boccia, infatti, son apparsi come i “buoni” (teorici di una visione positiva dell’immigrazione, e piuttosto sereni rispetto alle tante criticità del fenomeno), Galantino ha enfatizzato anzitutto come non ci si debba limitare alla lettura economica dei fenomeni migratori (pur riconoscendo che Boccia – d’altronde – è presidente di una commissione parlamentare che di questa dimensioni tratta): i livelli di arricchimento socio-culturale determinati dai migranti sono una risorsa preziosa per la società e meritano altrettanta – se non forse maggiore – attenzione.
Galantino ha peraltro anche segnalato come non è stata l’iniziativa odierna a voler puntare i riflettori “per la prima volta” (come aveva sostenuto invece Boccia) sull’importanza della variabile economica, perché nel giugno scorso, durante l’Expo, è stata presentata la XXIV edizione del “Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes 2014”, che particolare attenzione ha assegnato a questa dimensione. Il “Rapporto Immigrazione” della Caritas e della Fondazione Migrantes è uno strumento di conoscenza fondamentale per tutti coloro che trattano le materie migratorie.
Il Segretario Generale della Cei ha anche auspicato che la lettura positiva dell’economia dei migranti in Italia non determini l’attivazione di un… “silenziatore” sui tanti problemi che gli immigrati ed i rifugiati debbono affrontare nel nostro Paese. Galantino ha ricordato come il trattamento mediale della materia debba essere sottoposto a revisione, se è vero che, in Italia, “realtà” dei fatti e “rappresentazione” mediale non coincidono proprio: gli stranieri rappresentano un 8 o 9% del totale della popolazione residente nel nostro Paese, ma secondo un recente sondaggio demoscopico gli italiani li stimano in addirittura un 40% (quaranta per cento!) dei residenti.
Quel che ha spiazzato tutti è stata però la critica manifestata – con grazia ed ironia – da Galantino al famoso, e già controverso, “bonus cultura”, ovvero ai 500 euro che nel 2016 lo Stato italiano regalerà a coloro che compiono 18 anni nel corso dell’anno, attraverso una “card elettronica” (in fase di studio a Palazzo Chigi), che consentirà di spendere questa somma in consumi culturali ovvero a spese per teatro, cinema, musica, libri e musei…
Ne abbiamo già scritto su queste colonne (vedi “Key4biz” del 27 novembre 2015, “Contro il terrore un miliardo alla cultura: ecco come sarà ripartito”): secondo quanto annunciato dal Presidente Renzi, si tratta di 300 milioni, del miliardo di euro destinati ad interventi culturali per contrastare la cultura del terrore, destinati a quei 550mila ragazze e ragazzi che compiono 18 anni nel corso del 2015. Come è noto, in parallelo al miliardo per la cultura, Renzi ha deciso di allocare un altro miliardo per la sicurezza. Questi imprevisti impegni dello Stato italiano fanno saltare i vincoli di bilancio imposti dalla Commissione Europea, e non si ha certezza che possano risultare coerenti rispetto a quella maggiore flessibilità annunciata dal Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, dopo gli attentati di Parigi, per spese che riguardassero la tematica migratoria e la lotta al terrorismo.
Cosa ha scoperto Monsignor Galantino, con eccezionale acume?!
Che nel testo finora approvato della finanziaria alias Legge di Stabilità (tecnicamente: articolo 1, commi 548-terdecies e 548-quaterdecies, ovvero “Card per acquisti culturali per i giovani”; la previsione di spesa è ivi quantificata in 290 milioni di euro), il “bonus cultura” è precluso ai 18enni… immigrati! Un paradosso, un’assurdità, una contraddizione ai limiti dell’incredibile: quasi una beffa, degna della migliore (ovvero peggiore) italica “commedia dell’arte”.
In effetti, il “bonus” è riservato – recita la norma in gestazione – ai 18enni “cittadini italiani o di altri Paesi membri della Ue che risiedono in Italia”.
E tutti i giovani extra-comunitari residenti in Italia, che compiono 18 anni nel corso dell’anno?
Esclusi!
“Che senso ha?!”, si è domandato con disarmante semplicità il Segretario Generale della Cei. Una decisione incomprensibile, sia dal punto di vista budgetario (l’incremento di impegno da parte dello Stato per l’estensione agli extra-comunitari non sarebbe granché significativo), sia dal punto di vista simbolico (rispetto alle tanto decantate strategie di integrazione culturale – giustappunto – e di coesione sociale).
Il Presidente Boccia, discretamente imbarazzato, ha sostenuto che si tratta di un errore grave, ma la maggioranza dei parlamentari finora così ha voluto. Si è assunto l’impegno ad intervenire con il necessario correttivo, ma si è dichiarato purtroppo dubbioso sulla chance di riuscire ad apportare la corrigenda durante il dibattito che è iniziato oggi alle 15.
Galantino ha suggerito agli studenti di “condividere” con i propri colleghi stranieri “extra-comunitari” il beneficio della “card”, invitandoli a consentire anche a loro di spendere parte di questo pubblico regalo in consumi culturali (un invito involontario ad un uso “improprio” della card, ci domandiamo scherzosamente?!).
Un invito stimolante, che ci ricorda la generosa decisione assunta dalla Chiesa Cattolica di ospitare una parte dei migranti presso le proprie parrocchie e presso le famiglie di fedeli. Come dire?! Fatti, non parole, nella nuova Chiesa che Papa Francesco sta costruendo.
A margine dell’incontro, Monsignor Galantino ha sostenuto – con i giornalisti che lo intervistavano – che la Cei si augura che la Repubblica Italiana sappia fare autocritica, rispetto a quest’errore assurdo della “card cultura” paradossalmente… discriminante, auspicando che la modifica possa essere approvata rapidamente.
Aggiungiamo noi: lo Stato italiano deve assolutamente correggere quest’errore, anche soltanto per coerenza logica con l’esigenza che queste forme di intervento vadano nella direzione auspicata, ovvero di una maggiore sensibilità rispetto alle comunità di immigrati (anche extra-comunitari, evidentemente).
Comunque, sul meccanismo complesso della “card culturale”, torneremo presto su queste colonne, perché si tratta di un intervento che merita adeguato approfondimento anche tecnico, in termini di azione di politica culturale.
Nel mentre, una volta ancora, Monsignor Galantino ha sconcertato tutti. È lo stesso stile spiazzante di Papa Francesco. Ed anche i laici non possono non apprezzare provocazioni costruttive di questo tipo.
Clicca qui, per leggere la relazione del Presidente della V Commissione della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione), Francesco Boccia, all’incontro “Immigrazione: un’opportunità economica” (18 dicembre 2015, Camera dei Deputati)