#Datagate, Francesco Pizzetti: ‘Strano silenzio, il Governo ha ignorato la vicenda’

di Paolo Anastasio |

Il presidente di Alleanza per Internet, già Garante della Privacy: 'E' sospetto il processo di ridimensionamento subito da tutta la vicenda nel nostro paese'.

Italia


Francesco Pizzetti

“E’ strano il silenzio sul Datagate che si è visto in questi mesi in Italia, e sospetto è anche il processo di ridimensionamento subito da tutta la vicenda nel nostro paese. Questa stessa critica l’ho fatta anche al Governo, che ha assolutamente ignorato il fenomeno. L’unico che ne ha parlato, gliene do atto, è stato Antonello Soro”. Lo ha detto oggi Francesco Pizzetti, costituzionalista, presidente di Alleanza per Internet, già Garante della Privacy nel settennato 2005-2012, al convegno “Datagate e Privacy: dati segreti, dati spiati, dati venduti”, promosso da Arturo Di Corinto, che si è tenuto alla Camera alla presenza di Stefano Rodotà e Antonello Soro.

 

Secondo Pizzetti, dopo lo scandalo Datagate, non può bastare poi “l’operazione di autopromozione dei nostri servizi segreti, che dopo il Datagate hanno organizzato qualche seminario nelle università per parlare della loro attività – dice – è vero che recentemente c’è stato il protocollo di collaborazione siglato fra il Garante e e il Dis, l’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica), ma ritengo che  sarebbe utile aprire un dibattito serio nel nostro paese sul rapporto fra istanze di sicurezza e diritto alla riservatezza delle persone”.

 

Ripercorrendo l’affaire Datagate, Pizzetti ricorda che Edward Snowden era un contractor in outsourcing della Nsa, con la qualifica di amministratore di sistema. “L’Nsa dovrà interrogarsi sul fatto di aver affidato in outsourcing un ruolo così delicato come quello di amministratore di sistema, che di fatto ha accesso a tutti i dati”, aggiunge Pizzetti, che, sul fronte geopolitico, sottolinea tutti i vantaggi per la Federazione Russa, da sempre in concorrenza con gli Stati Uniti, dal fatto di ospitare Snowden sul suo territorio.

 

Per quanto riguarda gli Usa, Pizzetti mette in evidenza come da sempre “questo paese si senta investito di una missione di guida planetaria, un destino manifesto – dice – e che di conseguenza gli americani siano convinti di avere diritti che però non valgono per tutti gli altri. Anche il generale a capo dell’Nsa ha detto che il quarto emendamento, che garantisce il principio fondamentale della libertà dei cittadini, non vale per chi americano non è. Le cose sono peggiorate dopo l’11 settembre, perché il livello di autodifesa degli americani si è alzato, azzerando di fatto la libertà per i cittadini stranieri e affievolendo progressivamente anche i diritti fondamentali dei cittadini americani, che sono stati violati”.  Ed è per questo che il dibattito sulla privacy è così sentito negli Usa, dopo l’esplosione del Datagate.

 

Dal punto di vista delle tecnologie, secondo Pizzetti, le componenti che più contribuiscono al fenomeno della raccolta e profilazione dei dati personali sono quattro. Si tratta in primo luogo del Cloud, “sfruttato soprattutto per la raccolta dati dagli OTT”, dice Pizzetti. In secondo luogo c’è la diffusione crescente degli smartphone. In terzo luogo del crescente utilizzo dei social network, “dal 2004 ad oggi la controllabilità dei dati personali è cresciuta in maniera esponenziale, il caso Nsa ne è la controprova”; infine, l’affermazione sul mercato dei Big Data, server sempre più potenti programmati per il trattamento mirato dei dati. 


“Un’evoluzione tecnologica di tale portata rende il sistema di controllo dei Garanti europei inadeguata, anche l’UE se n’è accorta”
, chiude Pizzetti.  

 

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