Analisi

ilprincipenudo. Contro il terrore un miliardo alla cultura: ecco come sarà ripartito

di Angelo Zaccone Teodosi (Presidente Istituto italiano per l’Industria Culturale - IsICult) |

Si tratta di una proposta che si snoda su due piani: sicurezza e cultura. Soprattutto, il premier punta molto sull’unità del Paese per la ricerca di quello che ha definito “un nuovo umanesimo”

ilprincipenudo ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale, a cura di Angelo Zaccone Teodosi, Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Se è vero che un qualche segnale importante di inversione di tendenza (non a parole, ma allargando i cordoni della borsa) era stato già manifestato dal Ministro Dario Franceschini a metà ottobre (+8% bilancio del Mibact, stabilizzazione dell’Art Bonus al 65%, aumento a 140 milioni di euro del Tax Credit Cinema e Audiovisivo – clicca qui per leggere il comunicato stampa del 15 ottobre 2015), la notizia che ha dato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi martedì 24 novembre 2015 assume senza dubbio un significato epocale, nella storia della politica culturale italiana: un incremento del budget pubblico a favore della cultura nell’ordine di 1 miliardo di euro è una decisione veramente eccezionale. Ai limiti dell’incredibile.

Rispondere al terrore con la cultura e l’arte: 1 miliardo da impegnare sulle “linee-guida della cultura e dell’identità”. Il Ministro Franceschini ha commentato con un tweet l’annuncio fatto dal Premier corso della conferenza stampa sul tema “Italia-Europa: una risposta al terrore”, svoltasi nella Sala degli Orazi e dei Curiazi dei Musei Capitolini, a Roma: “1 miliardo in più per la cultura. Una svolta attesa da decenni e un grande investimento sui giovani e sul futuro del Paese”. È vero. Bene, bravo, super-Matteo.

Il premier ha scelto un luogo simbolico, per la presentazione del cosiddetto “Patto anti-terrorismo”: la Sala degli Orazi e Curiazi, dove il 25 marzo del 1957 venne firmato il Trattato di Roma, che istituì la Comunità Economica Europea, ovvero la base dell’Unione Europea.

Si tratta di una proposta che si snoda su due piani: sicurezza e cultura. Soprattutto, il premier punta molto sull’unità del Paese per la ricerca di quello che ha definito “un nuovo umanesimo”, considerata come la risposta più profonda all’emergenza terrorismo di questi ultimi giorni.

Questa la risposta al terrore: “500 milioni di euro per le forze di difesa. Per ogni euro in più investito sulla sicurezza, investiremo un euro in più sul nostro patrimonio culturale e nelle periferie…Per ogni euro in cybersecurity, uno in start-up; per ogni investimento in polizia, uno sforzo maggiore di pulizia delle periferie; per ogni mezzo blindato in più, un campo da calcetto; per ogni arma, un canestro nelle strade…”, dichiara un serioso ma entusiasta Renzi, coniando una raffica di nuovi simpatici slogan creativi.

Condivisibile la tesi di Renzi: “Siamo spaventati dalle immagini di guerra, ma dovrebbero spaventarci di più i video in cui si vedono cattivi maestri estremisti, fondamentalisti, che educano i giovani a odiare la musica. Può sembrare banale, ma non accetteremo mai come Italia e italiani di odiarla: la musica è bellezza e incanto. L’Italia è e rimarrà la patria della musica e non dell’odio. Distruggono le statue, noi vogliamo i caschi blu della cultura. Loro bruciano i libri, noi siamo quelli delle biblioteche”.

Abbiamo cercato di capire cosa ci sia concretamente dietro l’annuncio: e qui la questione correva il rischio di divenire – come spesso accade – complessa, ardua, faticosa. Ci verrebbe naturale usare l’aggettivazione cattiva: annuncio roboante quanto fumoso?! Ma noi non siamo crudeli come Marco Travaglio, e vogliamo manifestare fiducia: fede no, ma fiducia sì. E, in effetti, dietro l’annuncio di 1 miliardo, i dati di allocazione della spesa ci sono. L’annuncio è quindi concreto: ci auguriamo di leggerlo presto nella Legge di Stabilità.

Si tratta infatti, operativamente, di proposte di modifica alla Legge di Stabilità. In tutto, sono circa 2 miliardi di euro, che arriveranno dalla flessibilità aggiuntiva già chiesta alla Ue per l’emergenza migranti. Risorse inizialmente destinate all’anticipo del taglio Ires, che invece dovrà aspettare il 2017.

Ad esser precisi, lo sgravio sui redditi d’impresa partiva già nel 2017: sarebbe stato anticipato di un anno soltanto se la Ue avesse concesso la “clausola migranti”. Insomma, Renzi punta alla maggiore flessibilità sui deficit già invocata, ma adesso vuole ottenerla con altre motivazioni, e rispetto su altre misure: d’altronde, il Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, una maggiore flessibilità l’aveva promessa a Parigi, dopo gli attentati.

Bruxelles, però, non ha quantificato quanti soldi autorizzerà, ed ha legato l’eventuale flessibilità solo a misure per la sicurezza: Renzi cerca di forzare la mano, e di farsi “passare” anche un altro genere di provvedimenti. Se ci riuscirà, è tutto da capire. La provocazione è comunque molto apprezzabile. Nel frattempo, la manovra è da riscrivere…

Cerchiamo di estrapolare dalle dichiarazioni riportate dalle agenzie di stampa e segnaliamo che, questa volta, nessuna slide (per non disturbare la solennità dell’annuncio, ma le slide son comunque state pubblicate sul sito web del Governo: clicca qui per vederle), ma un discorso scritto: queste le 4 linee-guida annunciate:

  • Periferie: “500 milioni alle città metropolitane per progetti di intervento sulle periferie, con iniziative di riqualificazione e ricucitura (…) I progetti dovranno essere presentati entro il 31 dicembre e spesi entro l’anno solare 2016”; riqualificazione che punti proprio sulla cultura;
  • Bonus per i 18enni: “i 550mila italiani che compiono diciotto anni potranno usufruire di una carta, un bonus di 500 euro per poter partecipare a iniziative culturali, come i professori”; estensione agli studenti di una misura già prevista per i docenti della scuola;
  • Borse di studio: “50 milioni di euro vanno alle borse di studio, chi è meritevole di studiare non può essere fermato per questioni di reddito, anche questo è un pezzo della risposta al terrore”;
  • Fondi per il 2 per 1.000: “stanzieremo 150 milioni di euro per poter consentire a tutti i cittadini di donare il due per mille a una specifica associazione culturale, come già avviene ai partiti politici”…

La seconda misura (il “bonus” cultura per i 18enni) non viene quantificata – nel discorso letto dal Presidente – come fabbisogno statale, mentre il totale delle altre 3 misure porta a 700 milioni: 500 milioni per le periferie, 150 per le donazioni alle associazioni culturali, 50 milioni per le borse di studio.

Il dato però emerge dal discorso scritto, ovvero dal testo integrale del Presidente del Consiglio: la misura “bonus” prevede un costo di 300 milioni di euro. Totale quindi 1 miliardo tondo.

Se fosse dipeso da noi (che evidentemente non siamo consulenti per la politica culturale del Presidente), avremmo allocato diversamente questo budget straordinario: per esempio, avremmo destinato prioritariamente 50 se non 100 milioni di euro alla promozione internazionale del “made in Italy” immateriale, dal cinema alla lirica alla moda… Il deficit di marketing internazionale delle nostre merci immateriali permane inquietante, e riteniamo si debba agire sul fronte della domanda estera non meno che su quella interna (anche in relazione alle ricadute possibili nell’ambito del turismo culturale).

E qualche decina di milioni di euro, se non 100 o 200 milioni, li avremmo destinati al famigerato Fus, Fondo Unico per lo Spettacolo.

In argomento, a proposito di “open data” e della sempre più invocata “trasparenza” (di cui scrivevamo ieri su queste stesse colonne: vedi “Agenda Digitale: un paese in balia delle parole?”), dobbiamo dare atto al neo Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Onofrio Cutaia, di aver assunto decisioni encomiabili, mettendo a disposizione della comunità professionale e della collettività tutta un flusso di informazioni che finora erano rimaste chiuse nelle stanze ministeriali. La direzione è quella giusta, verso un Fondo Unico per lo Spettacolo che sia trasparente.

Opacità aleggiano invece intorno ad alcune società “in-house” del Ministero, da Arcus ad Ales, ma su questo torneremo presto.

In un precedente articolo su queste colonne lamentavamo che Cutaia, in occasione di un’audizione di fronte alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, qualche settimana fa, avesse annunciato che fossero disponibili online tutte le schede sintetiche relative ai progetti per i quali erano stati richieste sovvenzioni ministeriali per lo spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza, circensi…) ma che a noi non risultavano rintracciabili. Abbiamo invece verificato che questo “dataset” inedito (è la prima volta che in Italia viene reso di pubblico dominio) è effettivamente online (clicca qui per accedere, dal sito Mibact): quindi ci scusiamo per i dubbi manifestati, e manifestiamo un franco apprezzamento per la procedura adottata.

► Clicca qui, per testo del discorso di Matteo Renzi ai Musei Capitolini il 24 novembre 2015: “Italia, Europa. Una risposta al terrore”.

► Clicca qui, per le slide dell’intervento di Matteo Renzi ai Musei Capitolini il 24 novembre 2015: “Italia, Europa. Una risposta al terrore”.

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