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Banda ultralarga: benvenuti al Sud. Calabria e Campania le Regioni più coperte

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Il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli ha confermato che il governo attende il via libera dell'Europa sul piano per la banda ultralarga relativamente ai cluster C e D: "a inizio anno - ha detto - saremo in grado di partire secondo i modelli accettati dall'Ue'".

Il clima sta cambiando nel mercato italiano della banda larga? Così sembrerebbe stando all’ultimo I-Com Broadband Index (IBI) 2015 – la classifica europea dello sviluppo della banda larga – che vede l’Italia al 25esimo posto nella classifica complessiva. La novità incoraggiante è che il nostro paese, insieme a Spagna e Grecia, viene collocato quest’anno tra i ‘fast movers’, ossia quei paesi con una capacità di recupero particolarmente reattiva, a partire da una posizione di ritardo acclarata, avendo registrato tra il 2013 e il 2014, una variazione del 14% del punteggio IBI complessivo, a fronte di una media europea del 5%.

Una risalita sospinta dall’impegno continuo degli operatori sul piano degli investimenti: sul piano dell’offerta, infatti, il paese fa segnare una crescita del 18% rispetto al 2013, a fronte di una media europea del +2%.

Altro dato interessante, che era già emerso dalla recente consultazione Infratel, riguarda il rovesciamento delle parti tra nord e sud del Paese: sono infatti Calabria e Campania le Regioni con la più alta percentuale di unità immobiliari coperte da banda ultra larga ad almeno 30 MB.

In Calabria la percentuale di roll-out è pari al 64% (oltre 26 punti percentuali più della media nazionale del 37,8%) in Campania è al 61,3% e nel Lazio al 57,9%. Nella parte bassa della classifica troviamo invece  Trentino Alto Adige (19,6%) e Veneto (22,7%)  mentre Lombardia (38,9%) ed Emilia Romagna (39,8%) sono in linea con il dato nazionale.

Crotone con l’82%, Napoli con l’81% e Palermo con il 77% sono le prime tre province con un livello di copertura superiore al 60%.

Per quanto riguarda il 4G, la copertura si attesta su una media nazionale dell’89,6%.

Il rapporto analizza infine anche le sinergie tra telecom e audiovisivo, segnalando il ritardo dell’Italia nel mercato dell’on-demand che nel nostro paese vale solo 40 milioni di euro, contro i 686 del regno Unito e i 249 della Francia (dati GFK). Le aspettative riguardo la crescita della domanda di servizi/contenuti, tuttavia, sono alte sia in virtù dei forti investimenti in nuove reti pubblico-private sia grazie all’arrivo di operatori come Netflix.

Il dato significativo emerso dal rapporto è che c’è stato “un notevole incremento di investimenti privati in ordine all’infrastrutturazione del Paese”, ha affermato a margine del convegno di presentazione dei dati il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli che ha quindi confermato che il governo attende il via libera dell’Europa sul piano per la banda ultralarga relativamente ai cluster C e D: “a inizio anno – ha detto – saremo in grado di partire secondo i modelli accettati dall’Ue'”.

Quanto alla convergenza tra Tv e banda larga, il deputato PD Sergio Boccadutri ha sottolineato come “le trasmissioni live e la cosiddetta ‘catch-up tv’ possono far diventare la TV la vera killer application per la diffusione degli abbonamenti di banda ultralarga”.

Nicola Borrelli, Direttore generale per il Cinema MIBACT, ha parlato invece degli sforzi che Mibact, Mise e associazioni di categoria stanno profondendo per “modernizzare il quadro normativo in linea con il nuovo ecosistema digitale e rafforzare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali anche attraverso un impiego più flessibile della leva fiscale – che dal prossimo anno potrà contare su risorse per 140 milioni di euro”.

Per il Commissario Agcom Antonio Nicita, infine, “…la convergenza tra reti e contenuti costituisce una irrinunciabile occasione per il decollo degli investimenti in banda ultra larga in Italia, l’innovazione dei modelli di business, l’ampliamento e la semplificazione delle scelte del consumatore”.

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