Era dicembre 2013 quando Jeff Bezos, Amministratore delegato di Amazon, annunciava l’arrivo prossimo dei droni ‘fattorini’. Nell’ agosto 2014 lo stesso Google rivelava di aver fatto dei test per due anni in Australia per l’implementazione di droni per le consegne. Un trend che successivamente ha preso piede in tutte le altre grandi compagnie come FedEx, USPS e addirittura anche per il colosso dell’e-commerce Alibaba.
Il futuro sembrava quindi orientato verso le consegne aeree per abbandonare, una volta e per tutte, la terra ferma. Ma con l’arrivo di un nuovo robot autonomo di terra, creato dalla Starship Technologies e specializzato in consegne locali, la battaglia delle consegne tra robot e droni ha ufficialmente inizio.
L’obiettivo della Starship Technologies, startup con sede in Estonia creata da due dei co-fondatori di Skype, Ahti Heinla e Janus Friis, è di realizzare consegne nel breve raggio attraverso questo nuovo mini-robot di terra. “Vogliamo fare per le consegne locali quello che Skype ha fatto per le telecomunicazioni” spiega Ahti Heinla, facendo notare che questi mini robot saranno una rivoluzione perché “non inquinano cieli, “non volano, non sono droni”.
Infatti il robot in questione ha una forma rettangolare, simile a quella di un’aspirapolvere moderna, ha sei ruote ed è capace di portare un peso di circa 15 kg per un kilometro e mezzo da un centro di smistamento o negozio.
Quello che lo renderebbe oltremodo speciale rispetto a qualsiasi altro mezzo (che sia drone o essere umano ndr.) è il costo della consegna, che, secondo la Starship Technologies, sarebbe tra le 10-15 volte più basso rispetto a una consegna ‘classica’. In altre parole, se una consegna in media costa tra i 5 e i 15 dollari, Starship potrebbe portare il costo di ciascuna spedizione a 1 dollaro.
Con questi presupposti, la compagnia farà partire i primi servizi pilota nel 2016 negli USA, Regno Unito e altri paesi. Nonostante il robot è autonomo al 99%, per le prove pilota la metà dei così detti ‘fattorini a sei ruote’ verranno controllati da un pilota in remoto. Se tutto andrà liscio, la compagnia spera di poter far operare almeno il 90% dei robot in maniera autonoma dopo pochi mesi dall’inizio delle prove.
Quello che rimane però incerto è l’utilizzo dei robot nelle grandi metropoli. Infatti, dato il limitato movimento e la difficoltà di carpire con i sensori di movimento e posizione tutti gli ostacoli nel percorso, i robot Starship verranno impiegati in centri medio piccoli, dove ci sono meno possibilità di attraversare strade trafficate e con un affluenza di pedoni moderata.
Ma questo non è l’unico problema, perché- ad esempio- in molti stati americani ci sono normative della circolazione differenti e servirebbero permessi differenti per ciascun luogo in modo che il mini robot possa operare. Difficoltà che non scoraggiano la Starship, che ha appena 30 dipendenti ma che promette presto di aumentare il suo capitale.
Un altro modo per dire che la battaglia dei robot contro i droni nell’ambito delle consegne è solo agli inizi e per i nostri amati droni è meglio ‘volare’ ai ripari.