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Pew Research Center: in Italia penetrazione mobile al 153%, ma indietro per diffusione internet

di A.T. |

In Italia, il tasso di penetrazione dell'utilizzo di Internet si attesta al 60,2%, dato prossimo a quello di Libano e Argentina (62%), Non temiamo confronti, invece, quando si tratta di telefonia mobile, con una penetrazione di 153 contratti ogni 100 abitanti.

L’Italia è più vicina alla Cina che agli Usa in termini di penetrazione internet. E’ quanto emerge da uno studio del Pew Research Center presentato oggi a State of The Net da Lee Rainie, direttore della ricerca su Internet, Scienza e Tecnologia dell’istituto di ricerca americano.

Dallo studio emerge come in Italia, il tasso di penetrazione dell’utilizzo di Internet si attesti al 60,2%, dato prossimo a quello di Libano e Argentina (62%),  Polonia e Cina (63%), e Venezuela (67%), ma ben lontano dai livelli di economie come Stati Uniti (86%) e Russia (73%), o anche il Cile (76%) e da quello di diversi Paesi europei.

Non temiamo confronti, invece, quando si tratta di telefonia mobile, con una penetrazione di 153 contratti ogni 100  abitanti. Più del 90% degli italiani usa il cellulare e 6 su 10 possiedono uno smartphone, percentuali che negli Usa si attestano rispettivamente il 92% e il 68%.

Nella media mondiale, infine, per quanto riguarda l’uso dei social network, frequentati da più del 60% della popolazione italiana (negli Usa è il 65%, in Cina il 58%).

 

Web e libertà

La maggiore diffusione di internet risulta essere alla base di un maggiore desiderio di libertà sul web: dallo studio si evince come i Paesi a maggior diffusione sono anche quelli contrari alla censura governativa. In Venezuela, l’89% della popolazione è favorevole all’eliminazione della censura, seguono Libano e Cile, che si attestano all’86%; chiudono il ranking l’Uganda con il 49% delle persone favorevoli e il Pakistan con il 22%.

In Cile, Venezuela, Libano, Argentina è compresa tra il 62 e il 76% la percentuale di persone contrarie alla censura dei governi su Internet. Mentre Uganda e Pakistan risultano più staccati dagli altri Paesi, con penetrazione dell’uso di internet limitata tra il 15 e l’8%.

L’influenza positiva della rete sull’educazione

Tra le motivazioni che spingono maggiormente all’uso di Internet nei Paesi emergenti figura anzitutto l’educazione: il 64% della popolazione dei 32 Paesi esaminati ritiene che la rete abbia un’influenza positiva su questo tema. Il 53% ritiene poi che il web agevoli lo stabilire relazioni personali, mentre il 52% lo apprezza per fattori economici.

Una minor fiducia viene invece attribuita sulle questioni politiche: in questo caso il 30% ritiene che Internet abbia una cattiva influenza mentre il 36% afferma il contributo positivo. La situazione poi si ribalta sul tema della moralità: il 42% ritiene che il web abbia una cattiva influenza.

I contenuti condivisi

Lo stesso orientamento viene espresso del tipo di contenuto che si preferisce fruire attraverso i social network: mentre il 72% condivide musica e film e il 56% notizie sportive, si registra una maggior cautela verso i contenuti politici, condivisi dal 34% degli intervistati, e quelli religiosi, condivisi da meno di un terzo del campione (30%).

Proprio i social network rappresentano lo strumento principale di accesso alla rete per la maggior parte della popolazione nei Paesi emergenti. Vi accedono in questa modalità il 93%  degli utenti internet nelle Filippine, l’88% di quelli del Kenia e del Venezuela all’88%.

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