Editoria: Google Law allo studio in Isreale

di Raffaella Natale |

La proposta di legge propone una tassa del 7% su i ricavi pubblicitari dei motori di ricerca per finanziare gli editori.

Israele


Benjamin Netanyahu

Il parlamento israeliano è al lavoro una proposta di legge che prevede una tassa del 7% sui ricavi pubblicitari dei motori di ricerca per sostenere l’editoria nazionale. La notizia è stata riportata dal Financial Times. Anche se non c’è alcun esplicito di riferimento all’azienda di Mountain View, la Legge è stata subito ribattezzata Google Law.

 

Non si sa ancora se questa proposta passerà e se ha ricevuto ampio consenso. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu si è limitato a dire che il suo desiderio è che nel Paese “sia garantito un clima favorevole – e non ostile – a queste aziende” dell’hi-tech e di internet.

 

La questione di fondo è già nota e riguarda un altro dei problemi legati all’economia digitale, quello che oppone gli editori ai motori di ricerca che fanno lauti guadagni grazie ai contenuti prodotti dai primi ai quali però non versano alcuna royalty.

In Italia, per risolvere la querelle che oppone editori a motori di ricerca, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’Editoria, Giovanni Legnini, ha proposto una norma che dovrebbe essere recepita presto dal governo e che prevede il riconoscimento del diritto d’autore per l’utilizzo dei contenuti delle imprese editoriali.

“Un riconoscimentoha spiegato Legnini nell’intervista a Key4bizche dovrà avvenire anche in termini economici attraverso una negoziazione tra i produttori di notizie, gli editori, e i motori di ricerca e, in mancanza di un accordo, con l’intervento sostitutivo dell’Agcom”.

“Non abbiamo nulla contro i motori di ricerca – ha osservato il Sottosegretario – ma abbiamo il dovere di tutelare chi lavora e produce i contenuti”.

 

In Francia, il governo ha raggiunto un accordo con Google per la costituzione di un Fondo di 60 mln di euro che servirà per finanziare i progetti di innovazione tecnologica degli editori. Un accordo simile è stato trovato anche in Belgio mentre la Germania ha preferito la via legislativa approvando la Lex Google.

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