Equo compenso, il decreto Bray in dirittura d’arrivo

di Paolo Anastasio |

Il ministro dei Beni Culturali e del Turismo pronto ad emanare il decreto che rivede la norma sull'equo compenso per i produttori di contenuti. Dal Mibact assicurano che se ci saranno aumenti saranno inferiori alle cifre circolate negli ultimi tempi.

Italia


Massimo Bray

La fase di confronto con le parti in causa è ormai conclusa, e il Decreto di revisione dell’Equo Compenso è in dirittura d’arrivo. Ma non si spengono le polemiche sull’aumento del contributo versato alla Siae dai produttori e dagli importatori di dispositivi elettronici (pc, chievatte Usb, Mp3, tablet, smartphone, cellulari, Blu Ray, cd, dvd, Smart Tv) come indennizzo per la copia privata di brani musicali e film, a favore dei produttori di contenuti titolari dei diritti.

 

Dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo confermano che il Decreto sarà emanato a stretto giro e che il ministro Massimo Bray sta lavorando alla sintesi finale che arriverà a breve. In altre parole, non ci vorranno altri due mesi per l’emanazione della nuova norma “voluta dall’Europa che aggiorna quella del 2009” fatta dall’allora ministro Bondi. Infondate, secondo il Mibact, le cifre circolate in questi giorni, secondo cui sarebbero in arrivo aumenti nell’ordine del 500% rispetto all’imposta attuale, al momento dell’acquisto di qualsiasi strumento tecnologico con memoria interna. In altre parole, 5 euro in più per l’acquisto di uno smartphone (oggi è di 90 centesimi) e per il tablet e di 40 euro per per i decoder con memoria interna da 400 GB. Se ci saranno aumenti, assicurano dal Ministero, saranno molto più contenuti rispetto alle tabelle circolate negli ultimi tempi.

 

Da fine gennaio la patata bollente è sul tavolo di Massimo Bray, stretto nella morsa delle polemiche che vede contrapposti da un lato i detentori dei diritti e dall’altro i produttori di smartphone, tablet e dispositivi tecnologici. Da fine dicembre i produttori Ict, in particolare tramite Confindustria Digitale, lanciano strali contro “la nuova tassa su smartphone e tablet che peserà sulle tasche dei consumatori, con aumenti del 500%. Tutti soldi che andranno a ingrassare le casse della Siae“.

Una polemica che non è piaciuta al ministro Bray: “Non c’è nessuna tassa, è soltanto un provvedimento con il quale cerchiamo di proteggere quanti in Italia producono qualità”. Il ministro si è detto “dispiaciuto che in Italia ci siano state queste polemiche per un provvedimento che vuole garantire un giusto compenso a chi è impegnato in lavori che producono un diritto d’autore”. Il ministro ha poi aggiunto che “Dobbiamo rispettare questo tipo di lavoro – ha proseguito – e individuare per chi lo compie quale sia l’equo compenso. Prima di metterci al lavoro abbiamo sentito tutte le associazioni e abbiamo prestato a tutte la dovuta attenzione. Non si è parlato di tasse”.

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