Italia
L’Italia è in forte ritardo nell’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici: nove pagamenti su 10 vengono effettuati in contanti, con un costo esorbitante per il sistema Italia.
Il cosiddetto ‘ePayment divide’ costa tra l’altro molto caro al sistema Paese: con un maggiore utilizzo delle carte di pagamento si potrebbero infatti eliminare costi per 40 miliardi di euro risparmiando l’equivalente di 3 punti di PIL. Senza contare che il settore dei pagamenti digitali potrebbe essere il traino per la modernizzazione della PA, imprescindibile per far recuperare competitività all’intero sistema economico.
Un sistema afflitto da un’economia sommersa che vale 270 miliardi di euro, un’evasione a quota 120 miliardi, una corruzione il cui costo si aggira intorno ai 60 miliardi, il tutto mentre il giro d’affari della malavita è di circa 170 miliardi. Cifre che messe insieme equivalgono a circa 600 miliardi di euro, poco meno di un terzo del nostro PIL.
Un danno e un furto incompatibili con la democrazia, che non può continuare.
Ecco perché è necessario, quindi mettere in campo sia strumenti normativi che ci permettano di recuperare il terreno perso rispetto alle altre economie avanzate e di rimuovere gli ostacoli che ne rallentano l’adozione, sia strumenti culturali e d’informazione che rafforzino la fiducia verso gli strumenti di pagamenti digitali.
Ed a questo che punta la proposta di legge presentata dall’onorevole Sergio Boccadutri (SEL) per favorire l’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici nel nostro paese.
Di seguito l’intervento di Sergio Boccadutri in occasione del workshop “Obiettivo ePayment” promosso da CashlessWay e tenutosi presso la Camera dei Deputati il 30 gennaio 2014.