Europa
Si avvicina l’8 marzo, giornata in cui si festeggia la donna, e come ogni anno si comincia a ragionare su come sarebbe il mondo e come funzionerebbe (meglio) l’economia se ci fossero più donne in plancia di comando.
Lo fa, anche quest’anno, il Commissario europeo Neelie Kroes. E lo fa, ovviamente, incentrando il suo ragionamento nel settore specifico delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione.
Dai dati resi noti lo scorso 28 febbraio, quando si è celebrata la giornata per la ‘parità retributiva’, sappiamo per certo che – quale che sia il settore in cui lavorano – il differenziale retributivo di genere, cioè la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne nell’intera economia, è rimasto quasi immutato negli ultimi anni ed è ancora del 16% circa e che in Europa le donne continuano a lavorare 59 giorni a salario zero.
Nell’ICT, poi, il divario è enorme: a oggi, solo il 30% della forza lavoro del settore è donna, mentre il numero di donne laureate in informatica continua a scendere anno dopo anno. Su 1.000 donne laureate in Europa, sono 29 hanno una laurea in ambito ICT (contro 95 uomini) e solo 4 di queste donne troverà un lavoro attinente al suo titolo di studio. Nel settore delle app, solo 9 sviluppatori su 100 sono donne.
Oltre al gap di competenze digitali che sta penalizzando l’Europa, si sta creando quindi un serio squilibrio di genere, che la Kroes stigmatizza come ‘un’ulteriore opportunità persa’ in termini di crescita e benessere sociale.
Secondo uno studio della Commissione europea sulle donne nell’ICT, l’esclusione delle donne da questo settore ha cagionato nel 2013 un danno economico di 9 miliardi di euro (1,3 volte il PIL di Malta). Questo perché le aziende con più donne ai posti di comando sono più redditizie del 35% e assicurano ai propri azionisti il 34% in più di utili rispetto a imprese omologhe.
Ad aggravare questo divario, il fatto che molte più donne che uomini abbandonano la carriera a metà del loro percorso lavorativo, complice – molto spesso – la nascita di un figlio, nonostante il settore garantisca stipendi di circa il 9% migliori rispetto ad altri e la possibilità di organizzare l’orario di lavoro in modo molto più flessibile e sono meno esposte al rischio di disoccupazione.
Inoltre, sottolinea sempre la Commissione, sono ancora troppo poche le donne ai ‘piani alti’ dell’ICT: solo il 19,2% degli addetti del settore delle TIC ha un capo donna, contro il 45,2% in altri settori.
Se si escludono il Ceo di Yahoo Marissa Mayer, il direttore operativo di Facebook Sheryl Sandberg e il neo Ceo di YouTube Susan Wojcicki, sono pochi, insomma, i nomi ‘noti’ di donne al comando nel settore.
Per invogliare le ragazze a lanciarsi in una carriera nel digitale, la Kroes ha invitato le donne che sono già in carriera nel settore a caricare un video con la loro esperienza sulla pagina Facebook Every Girl Digital. Il video, ha spiegato il Commissario europeo, non deve essere professionale, deve solo raccontare la vostra storia.
“Mi ci sono voluti anni per capire che potevo essere utile come modello per le donne interessate alla politica. Ora sono convinta che più le donne condividono storie, successi e problemi, tanto più veloce riusciremo a colmare il divario di genere in tutti i settori”, ha detto la Kroes.