I consigli

Cosedanoncredere, saldi estivi: occhio agli sconti gonfiati

di Mauro Antonelli, UNC |

Estate, tempo di saldi. L’Unione Nazionale Consumatori consiglia di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare e di diffidare di riduzioni troppo elevate, superiori al 50%.

Cosedanoncredere è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e Unione Nazionale Consumatori.

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Secondo la stima dell’UNC, basata su elaborazioni di dati Istat, lo sconto medio effettivamente praticato dai commercianti in occasione dei saldi estivi è pari, per la voce complessiva di “Abbigliamento e calzature”, al 21,55%.

Si tratta di un record per quanto riguarda i saldi estivi che, solitamente, hanno un ribasso inferiore rispetto a quelli invernali.

Il record storico è stato toccato nel gennaio 2015, con il 23,5% di riduzione percentuale.

Lo sconto maggiore per questa estate spetta, comunque, agli “Indumenti“, una sottovoce della categoria “Abbigliamento”, che hanno un abbassamento del 22,82%.

Il calo minore, come sempre, spetta agli accessori (voce Istat: Altri articoli d’abbigliamento e accessori per l’abbigliamento), con un -9,6%. Per le calzature il ribasso effettivo praticato è del 20,66%.

Dall’indagine UNC emergono in modo chiaro due cose.

In primo luogo, che durante la recessione gli sconti sono progressivamente saliti. I commercianti, insomma, sono stati indotti dalla crisi a ridurre sensibilmente i prezzi.

Ad esempio, per la voce “Abbigliamento e calzature” si passa dal -9,1% del gennaio 2006 e -5,7% del luglio 2006, al -15,2% del gennaio 2010 e -12,3% del luglio 2010. Poi si passa dal -19,1-21,1% di gennaio-luglio 2011 al -23,5-21,55% del gennaio-luglio 2015.

In secondo luogo dall’indagine emerge che gli sconti finora pubblicizzati (70%, 50%, minimo 30%) sono gonfiati.

L’abitudine di aumentare il prezzo vecchio, così da alzare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto, è dura a morire. Il consiglio dell’UNC, quindi, è di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare e di diffidare di riduzioni troppo elevate, superiori al 50%. Salvo nell’Alta moda, infatti, un commerciante non può avere ricarichi così alti. Con percentuali così alte, dovrebbe vendere sottocosto.

Tabella: sconto praticato

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Fonte: UNC su elaborazione dati Istat

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