Venezia come porta d’Oriente, Venezia placida e assorta, serenissima e lagunare, coi suoi esuli e migranti, con le navi che arrivano e che partono verso mondi diversi. Da secoli, il Veneto, di figli ne accoglie e ne saluta a migliaia, da secoli, tra la colonna di San Teodoro e quella del leone alato, passano genti provenienti da tutto il mondo.
ArTVision è una rubrica quindicinale promossa da Key4biz e Regione Puglia.
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E’ proprio grazie a questo meltin-pot culturale che il Veneto è diventata, nel corso dei secoli, una regione alla quale guardare, dalla quale trarre spunto, una regione da visitare per arricchirsi culturalmente. Non a caso, la laguna ospita alcune delle kermesse più importanti del pianeta, sia in ambito cinematografico che artistico. In Veneto, nessuna delle arti può essere trascurata; tantomeno, quelle nuove, quelle del futuro.
Ma come riuscire a far conciliare un retaggio storico così pregno di avvenimenti e di significato con le spinte evolutive della creatività del nuovo millennio?
La risposta a questa domanda ci viene fornita dai reportage realizzati dalla TV Crew Veneta dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia che ha lavorato al progetto “ArTVision” sotto il coordinamento scientifico del prof. Gaetano Mainenti realizzando una serie di clip originali ed innovative sotto il profilo del linguaggio e dei contenuti artistici proposti.
L’innovazione non esclude a priori la tradizione; il nuovo non è cancellazione o sovrascrittura ma aggiunta, arricchimento.
Ce lo dimostra il “Teatro Fondamenta Nuove” con le sue iniziative e i suoi traguardi di tutto rispetto, attraverso l’esperienza tattile del corpo degli attori e le video istallazioni che mirano a strizzare l’occhio ad una forma di spettacolo dal vivo che sia realmente partecipe dell’etere, così come dello spazio fisico.
Un’esperienza che in toto possa e sappia coinvolgere persone che del teatro, sempre grazie alla medesima Regione, conoscono e si aspettano un umore ormai vetustamente Goldoniano. Goldoni, il grande Veneziano, Goldoni il drammaturgo, Goldoni il librettista, ma la musica per la quale scriveva le sue rime era quella Vivaldiana. Oggi, il prete rosso ha ceduto il posto ad un altro culto, ad altri accordi.
“Apart#1” ci porta invece ad un festival di musica elettronica che si è tenuto il 26 Agosto scorso ed è stato filmato dalla crew, un festival nel quale l’innovazione e la sperimentazione acustica ha sposato l’architettura futuristica del Teatrino di Palazzo Grassi, nella antica dogana veneta.
Ma i suoni delle note non riecheggiano solo nei teatri, anzi affollano soprattutto gli schermi, piccoli e grandi, “La fabbrica del vedere” è l’archivio di Carlo Montanaro, un appassionato che dagli anni sessanta raccoglie materiali che testimonino l’evoluzione del cinema, con particolare attenzione al periodo che definisce “pre-cinema”, dall’avvento del sonoro, appunto, alle avanguardie.
Il Veneto continua a vivere di contaminazioni, continua ad immergersi in una laguna eraclitea, che non sa bagnare due volte lo stesso concetto. Un mare presuntuoso e invadente, che sale per nasconderci la pavimentazione di Piazza San Marco, come se fosse uno scherzo, come se volesse invogliare le nostre aspettative, celarci la bellezza per poi riconsegnarcela. Il Veneto è ontologicamente incapace di chiudersi alla contaminazione, di chiudersi al mondo, di erigere barriere. Il Veneto è la nostra membrana permeabile, che filtra il nuovo e sa unire il vecchio modo di concepire il teatro e le nuove sperimentazioni, il vecchio modo di costruire le armonie e l’innovativo contrappunto digitale, il vecchio modo di catturare il mondo attraverso un dispositivo e suggerirci nuovi spunti per nuove avanguardie, per nuovi traguardi da raggiungere e successivamente storicizzare.