Cresce a la domanda di energia, di servizi e infrastrutture, e in Italia, a maggio 2015, le startup attive nel settore sono 444 (368 nel 2014), l’11,4% del totale. Il dato è estratto dal Rapporto “Innov-E 2015” l’Osservatorio sull’Innovazione Energetica di I-Com (Istituto per la Competitività).
L’innovazione energetica, le nuove forme di partecipazione al consumo, ma anche alla produzione, e la centralità delle applicazioni ICT, secondo lo studio, sono i driver di un futuro di crescita sempre più vicino, che chiama le imprese a rivisitare i propri modelli di business in chiave digitale.
Il Rapporto dell’Osservatorio, realizzato in collaborazione con Axpo, CESI, Edison, ENEL, Engie, E.On, Innowatio e Terna, illustra una situazione a maggio 2015 così caratterizzata:
- le startup energetiche in Italia erano 444, pari all’11,4% del totale. Nel 2014 erano 368;
- Il Nord Italia ne ospita il maggior numero (59%), anche grazie a un contesto economico più favorevole e alla larga presenza di università e centri di ricerca. Il 22% è ubicato in Centro Italia e il 19% al Sud;
- La prima regione del Sud è la Campania, con 228 start up. La Lombardia è al primo posto della classifica generale con 850. Segue l’Emilia Romagna con 467 unità;
- Il dato sulla presenza pro-capite di nuove imprese mette in luce le province minori: ad esempio, Bergamo accoglie il 5% delle startup energetiche, pur ospitando solo l’1,8% della popolazione nazionale;
- I servizi rappresentano l’ambito di attività più diffuso: l’88% (392 startup) si occupa di ricerca scientifica e sviluppo;
- Le startup energetiche dimostrano una capacità di sopravvivenza in linea o di poco inferiore al complesso delle altre startup: a maggio 2015, il tasso di mortalità si attestava su un 7,5% (9% per le altre);
- La dimensione è l’aspetto di maggiore criticità: solo il 30% delle aziende che hanno presentato il bilancio dichiara un fatturato superiore a 100.000 euro. Solo il 2% ha più di 10 addetti (per l’insieme di tutte le start up questo dato è pari al 4%).
Il tasso di natalità ha registrato picchi fino al 40% per le startup energetiche attive in ambito industriale. Il settore dei servizi, più popolato in termini assoluti, vede invece la natalità al 20% circa:
- Il Sud presenta una natalità crescente nel tempo: 23,2% nel 2015 vs 16,4% nel 2014;
- Il Centro presenta la natalità più elevata: 30,6% nel 2015 (2,5% nel 2014).
Sempre lo studio ha inoltre condotto un sondaggio a marzo 2015, da cui emergono importanti novità:
- tra le filiere tecnologiche sottoposte all’attenzione del campione (energia, sanità, ICT, beni culturali, aerospazio e mobilità), l’energia è il comparto dove l’intervento dello Stato viene indicato come prioritario da un maggior numero di persone (il 36,8%, in aumento rispetto al 32,1% del 2014, al secondo posto le tecnologie della salute con il 34,4%);
- quasi tre persone su quattro (72,6%) ritengono l’energia una delle prime due priorità dove indirizzare i finanziamenti pubblici alla ricerca (contro il 62,7% della sanità e percentuali che per le altre tre filiere tecnologiche non vanno mai oltre il 25%).
Gli italiani intervistati sono favorevoli all’introduzione di nuove imposte per finanziare l’innovazione energetica, piuttosto che finanziarle attraverso la bolletta: la pensa così il 66,7% del campione (63,7% nel 2014).
Per il 60,8% le rinnovabili sono la tecnologia innovativa da promuovere con più forza. La pensa così soprattutto la popolazione over-65 (71,5%).
Per quel che riguarda infine la mobilità sostenibile:
- in questo settore, l’Italia produce un numero di brevetti molto contenuto, rispetto agli altri paesi (22 nel 2013) o Energy Storage (10 brevetti) e veicoli ibridi (8) sono le tecnologie più presenti. Settori come fuel cell e idrogeno non raccolgono alcun brevetto;
- La classifica generale 2013 è dominata dal Giappone (2.799), seguita da USA (1.726) e Germania (1.515). L’Italia si classifica ottava, dopo la Cina.