Gli Stati generali sui cambiamenti climatici e sulla difesa del territorio in Italia che si terranno a Roma lunedì 22 giugno sono un’occasione di assoluta importanza in vista della Conferenza Onu di dicembre a Parigi.
La politica internazionale ha iniziato a correre in vista di questo appuntamento “strategico” per il futuro del pianeta, o meglio per mantenere sulla Terra condizioni che consentano al genere umano di crescere e progredire. E l’Italia vuole essere ancora una volta protagonista, come già accaduto a Lima sotto la sua presidenza delle istituzioni europee.
L’intesa raggiunta nei giorni scorsi dal G7, con l’indicazione di contenere il surriscaldamento del Pianeta dentro i 2 gradi, rappresenta un segnale importantissimo, perche indica la volontà dei sette paesi più industrializzati non solo di adottare misure che vadano verso la de-carbonizzazione dell’economia, ma anche di essere motori di un analogo impegno vincolante da parte degli altri Paesi.
Un impegno che va promosso in primo luogo presso i colossi asiatici Cina e India che oggi, ma soprattutto in una prospettiva a breve termine, possono incidere sensibilmente sul bilancio globale delle emissioni di gas serra.
L’intesa di Parigi dovrà essere non solo efficace contro il surriscaldamento (e quindi prevedere una decisiva riduzione delle emissioni) ma anche equa. Ciò significa che non potrà rappresentare un freno allo sviluppo di quella parte del mondo i cui abitanti sono ancora lontanissimi dai nostri standard di qualità di vita. Sarà necessario un impegno economico e tecnologico importante, per consentire ai paesi poveri di intraprendere percorsi di crescita economica e sociale senza aggravare il bilancio climatico.
Il tema dell’equità dell’accordo è emersa con chiarezza a Lima nella COP 20 ed è l’argomento portante di EXPO 2015, imperniato sul binomio cibo-energia. Cibo per nutrire i sette miliardi di abitanti del pianeta, che diventeranno nove entro un paio di decenni. Energia per consentire lo sviluppo, la crescita economica e della qualità di vita dei Paesi poveri.
Gli Stati Generali sul Clima del 22 giugno, promossi in collaborazione con #ItaliaSicura, saranno l’occasione per “mettere a sistema” idee, proposte, opinioni: in una parola, il contributo italiano in vista della COP 21.
Il valore aggiunto propositivo che istituzioni, enti intermedi, imprese, associazioni vogliono dare a un paese che, per la sua conformazione geografica, è particolarmente soggetto alle conseguenze del “climate change”, in particolare a quegli “eventi estremi” che negli ultimi anni si sono ripetuti con sempre maggiore frequenza e intensità causando lutti e danni gravissimi.
Dall’Italia può giungere un importante contributo in termini di tecnologie, esperienze, buone pratiche che troverà una prima occasione di diffusione a livello internazionale in ottobre, quando l’Italia ospiterà l’ultima riunione preparatoria in vista della COP di Parigi.
Ho detto il 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente che abbiamo celebrato all’EXPO alla presenza del Presidente della Repubblica, che quella di dicembre è davvero “l’ultima chiamata” per la comunità internazionale.
L’Italia farà di tutto perché sia l’occasione di un accordo storico per il Pianeta e per le generazioni future.
* Riflessioni di Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente, in vista degli Stati Generali sui cambiamenti climatici del 22 giugno a Roma