eHealth: sanità digitale Ue ‘sotto osservazione’

di Alessandra Talarico |

I servizi di sanità online sono ancora usati più che altro per la registrazione e la trasmissione tradizionale, anziché per scopi clinici.

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Uso e accesso alle cartelle cliniche digitalizzate, telemedicina, scambio di informazioni tra professionisti: a che punto è, in Europa, la diffusione e l’utilizzo degli strumenti e dei servizi digitali nella sanità?

Riassumendo i risultati di uno studio condotto dalla Commissione europea da PwC EU Services in collaborazione con  with Global Data  Collection Company nelle unità ospedaliere di cura intensiva e tra i medici generici si potrebbe dire che…si può fare di più.

Se infatti il 60% dei medici generici ha utilizzato nel 2013 gli strumenti di assistenza sanitaria online nel 2013, con un aumento del 50% rispetto al 2007, il 48% degli ospedali ha condiviso per via elettronica alcune informazioni mediche con medici generici esterni e il 70% degli ospedali le ha condivise con operatori sanitari esterni, emerge che i servizi di sanità online sono ancora usati più che altro per la registrazione e la trasmissione tradizionale, anziché per scopi clinici.

Lo scorso anno, ad esempio, solo il 9% degli ospedali ha offerto ai pazienti la possibilità di essere seguiti a distanza, meno del 10% dei medici generici ha svolto visite online con i pazienti e meno del 16% ha consultato altri specialisti medici online. Meno dell’8% degli ospedali ha condiviso informazioni mediche per via elettronica con operatori sanitari stabiliti in altri paesi Ue.

 

Grazie all’ausilio delle nuove tecnologie digitali, invece, sarebbe possibile non solo rendere più efficienti i servizi ai pazienti, ma anche ridurre i costi e rendere, quindi, più sostenibili i sistemi sanitari nazionali.

 

I paesi nei quali si registra la maggiore diffusione della sanità online sono la Danimarca (66%), l’Estonia (63%), la Svezia e la Finlandia (entrambe al 62%),  – e anche l’Italia si muove in linea con l’Europa (i profili completi per paese sono disponibili qui) – ma dallo studio emerge anche che appena il 9% degli ospedali in Europa permette ai pazienti di accedere online alla propria cartella clinica e la maggior parte di essi dà solo un accesso parziale.

I Paesi Bassi si piazzano primi in fatto di digitalizzazione delle cartelle cliniche dei pazienti con una percentuale di digitalizzazione dell’83,2%; in seconda posizione troviamo la Danimarca (80,6%) e in terza il Regno Unito (80,5%).

Tuttavia, spiega lo studio, A frenare l’adozione dei servizi sanitari online, varie problematiche che vanno dalla mancanza di interoperabilità (73%) alla mancanza di un quadro normativo sulla riservatezza per le comunicazioni per e-mail tra medico e paziente (71%), ma pesano anche la scarsa dimestichezza dei medici con le tecnologie informatiche (72%) e la scarsa remunerazione (79%).

 

Per il Commissario Neelie Kroes, serve “un’impennata”

“Auspico che i governi, gli innovatori nel campo dell’alta tecnologia, le compagnie di assicurazioni, le aziende farmaceutiche e gli ospedali uniscano le forze per dare vita a un sistema di assistenza sanitaria innovativo ed efficiente sotto il profilo dei costi, con maggiore controllo e trasparenza per il paziente”, ha affermato la Kroes.

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