2015 – Brasile
Val è una governante attenta e premurosa. Vive e lavora a San Paolo, nella casa di una ricca famiglia della città. Ha lasciato il suo paesino nel Nord del Brasile per costruirsi una nuova vita, ma a quale prezzo? La figlia Jessica, affidata alla tutela del padre, è dovuta restare lì e Val si è dovuta separare da lei. L’amore grande di una madre, però, supera lo spazio e il tempo, resiste e sopravvive. Anche dopo ben tredici anni di lontananza, è immutato. Jessica ormai non è più una bambina e studia per i test d’ingresso all’università, sogna di diventare architetto. In tutti questi anni Val si è presa cura del figlio dei suoi datori di lavoro, improvvisandosi a volte madre e a volte amica. L’arrivo inaspettato di Jessica stravolge l’apparente l’equilibrio della famiglia. La ragazza, furba e ambiziosa, crea malcontenti e momenti di forte imbarazzo.
Anna Muylaert porta sul grande schermo una storia ricca di contraddizioni. È la storia di Val, interpretata da Regina Casé, una governante che mette al primo posto il lavoro e solo dopo la famiglia, sua figlia. Una donna servizievole, forse troppo, e sempre indecisa su cosa o chi sacrificare. La regista brasiliana realizza un film alla Robert Mulligan. Molte sono, infatti, le somiglianze con Il grande cuore di Clara. Proprio come la domestica di origine giamaicana (Whoopi Goldberg), Val ha tanto amore da dare e si prende cura del figlio dei suoi datori, come fosse suo. Entrambe le donne hanno un passato doloroso alle spalle, ma in È arrivata mia figlia c’è qualcosa in più, un personaggio, Jessica (Camila Márdila). Il suo è un ruolo a tratti fastidioso, ma allo stesso tempo liberatorio. È la coscienza di Val. Il deus ex machina che rompe lo schema quotidiano e, come un super eroe, salva la madre, rendendola libera e ribelle.
L’idea di questo film risale a circa vent’anni fa, quando è nato il figlio di Anna Muylaert. La sceneggiatura nel corso del tempo è stata rivista più volte. La regista aveva un unico obiettivo: realizzare un’opera politicamente scorretta e affine alla società brasiliana, senza tralasciare i vizi e i cliché più comuni. Tutte caratteristiche reali, rintracciabili in una famiglia come tante in Brasile. Anche la scelta di affidare il ruolo di protagonista a Regina Casé è legata alla volontà di mantenere un alto livello di realismo. Si tratta, infatti, di un’attrice molto famosa e popolare, lontana dal grande schermo da circa 15 anni perché impegnata in un programma televisivo.
È arrivata mia figlia, presentato nella sezione Panorama del 65mo Festival di Berlino, ha vinto il Premio C.I.C.A.E. e il Premio del pubblico, e al Sundance Film Festival del 2015 ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria. Non è un semplice melodramma familiare. È un film di carattere sociale e contemporaneo. Il racconto di un Paese, il Brasile, ancora legato a vincoli di schiavismo, dove le differenze sociali esistono e sono molto forti. Una storia che oscilla tra tradizione e modernità, passando da una contraddizione all’altra.
Regia: Anna Muylaert
Attori: Regina Casé (Val), Michel Joelsas (Fabinho), Camila Márdila (Jéssica), Karine Teles (Donna Bárbara), Lourenço Mutarelli (Carlos), Helena Albergaria (Edna).
Sceneggiatura: Anna Muylaert
Fotografia: Bárbara Álvarez
Musiche: Fabio Trummer, Vitor Araújo
Montaggio: Karen Harley
Scenografia: Marcos Pedroso, Thales Junqueira
Costumi: Cláudia Kopke, André Simonetti
Durata: 110’
Genere: Drammatico
Data di uscita in sala: 4 giugno 2015