“C’è una rivoluzione in essere, è quella del capitalismo digitale”, ha dichiarato il Commissario Agcom, Antonio Nicita, intervenendo alla presentazione del libro ‘Storia dei media digitali. Rivoluzioni e continuità‘ di Gabriele Balbi e Paolo Magaudda, che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma.
Nicita ha parlato di libertà e proprietà e della differenza che esiste tra liberismo e socialismo-comunismo rispetto a questi due grandi temi.
E lo ha fatto per affrontare uno degli argomenti più caldi e spinosi che riguarda internet, quello della libertà d’espressione in rete e dell’accesso ai dati.
“Nel capitalismo digitale del dato – ha indicato il Commissario dell’Agcom – abbiamo la separazione tra manifestazione della nostra libertà e la proprietà privata che sono i dati che noi possediamo”.
“Se non si capisce questo – ha precisato Nicita – finiamo con scontrarci con paradigmi e luoghi comuni rispetto ai quali discutere di temi come internet significa essere contrari alla libertà d’espressione”.
Non è possibile far passare il concetto che “o siamo entusiasti della rete o siamo i nuovi censori”.
In questo senso, ha osservato, “l’accesso al dato diventa una grande questione regolatoria e di concorrenza”.
“Mi chiedo – ha detto Nicita – se il fatto di disporre di tutti questi dati in esclusiva non costituisca già un fattore di vantaggio competitivo colmabile”.
Ritengo, ha sottolineato, che “un mondo dove consegniamo tutti i nostri dati possa essere compatibile con la libertà d’espressione solo nella misura in cui quei dati non abbiano più un accesso esclusivo, che non significa regalarli ma che si debba creare un mercato dell’accesso ai dati profilati che sono disponibili sul mercato”.