Europa
La commissione europea ha deciso di archiviare le accuse di dumping nei confronti dei vendor cinesi di infrastrutture tlc Huawei e ZTE. Lo ha annunciato il Commissario Ue al Commercio Karel De Gucht, sottolineando però che non è tramontata l’ipotesi di aprire un’indagine per presunti aiuti illegali di Pechino alle aziende del settore.
La discussione con le autorità cinesi “continua, in vista di una soluzione entro luglio”, ha detto De Gucht.
Il caso aveva scatenato non poche polemiche, anche da parte dei vendor europei, che hanno forti interessi commerciali in Cina.
De Gucht ha cavalcato a lungo la minaccia di aprire un’inchiesta formale per appurare se i fornitori cinesi di infrastrutture per le telecomunicazioni abbiano ricevuto aiuti dal loro governo. Aiuti considerati illegali dal diritto internazionale sul commercio e che avrebbero consentito a gruppi come Huawei e ZTE di offrire i loro prodotti sotto costo (una pratica nota come ‘dumping’)
Ma contro questa iniziativa unilaterale (sarebbe infatti la prima volta che la Commissione agirebbe di proprio impulso, non in risposta a una denuncia da parte di un’azienda privata) si era schierata, tra gli altri, Ericsson, secondo cui “questo tipo di misure, prendendo di mira singole aziende, potrebbero creare una spirale negativa”.
Contro un intervento della Commissione si sono schierati anche diversi governi – tra cui Regno Unito e Paesi Bassi – che difendono le ricadute occupazionali della presenza di questa aziende nei loro Paesi. Favorevoli ad eventuali sanzioni sarebbero invece Francia e Italia.