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Marcello Cardani (Agcom): ‘News gratuite? Modello non più attuale’

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Marcello Cardani, presidente Agcom: 'Il concetto di gratuità assoluta, che andava bene per una fase pionieristica del web, non è più adeguato”

Il presidente Agcom Marcello Cardani interviene nel dibattito tra editori e motori di ricerca (Google) esprimendoin un’intervista al Sole 24 Ore senza mezzi termini la sua posizione a riguardo.

“Quel che genera utilità ha un costo nella sua costruzione. Questo costo deve essere ribaltato su coloro che ne traggono vantaggio. Il concetto di gratuità assoluta, che andava bene per una fase pioneristica del web, non è più adeguato” dichiara Cardani che poi aggiunge “il diritto d’autore online è difficile da gestire. Laddove il prodotto è immateriale, c’è sempre una tensione nella rivendicazione dei diritti. Deve trovarsi un sistema che porti pace sociale nel mondo delle notizie. Un sistema che al momento non è questo.”

Certo è che il tema affrontato da Cardani sul diritto d’autore, oltre ad esser una tematica delicata è anche in continua evoluzione.

Resta infatti ancora aperta la querelle che oppone Google agli editori e che in Spagna ha avuto un risvolto drastico con l’approvazione di una controversa legge sul diritto d’autore che ha spinto la società a chiudere il servizio di News.

Una situazione che si sta però evolvendo positivamente come dimostra il patto suggellato alla FT Media Conference il 28 aprile quando è stato annunciato un accordo con alcuni dei principali editori europei che prevede, tra le altre cose, lo stanziamento di 150 milioni di euro per il giornalismo digitale.

Un modello simile, per certi versi, a quello già avviato in Francia con il sostegno del Governo.

 

In Italia le cose però tardano ad appianarsi e sulle pagine de La Stampa si sono scontrati il presidente della Fieg – Federazione Italiana Editori Giornali – Maurizio Costa e il responsabile delle relazioni strategiche di Google in Europa, Carlo D’Asaro Biondo.

Al top manager di Google non è, infatti, piaciuta l’intervista rilasciata da Costa che anche dalle pagine di Key4biz aveva rilanciato sulla necessità di una legge che regolamentasse ex novo la situazione.

 

D’Asaro Biondo ha controbattuto: “Google non ruba i contenuti a nessuno. Siamo stati e siamo sempre disponibili a trattare con gli editori, in Italia come in altri Paesi”.

Il top manager ha anche ‘difeso’ l’interesse degli editori di giornali più piccoli o di stampa locale che, ha indicato, “guardano con grandissimo interesse al nostro modello”. “La nostra – ha precisato – è solo una forma di promozione. E ovviamente siamo sempre disponibili a lavorare con gli editori per sviluppare nuovi prodotti che possano massimizzare i loro introiti”.

Riguardo alla richiesta della Fieg di condividere con gli editori i ricavi pubblicitari, ha replicato: “Siamo d’accordo … tanto che abbiamo sviluppato tecnologie per condividerli attraverso YouTube o attraverso le nostre piattaforme pubblicitarie”.

 In merito poi al mancato rispetto dei diritti d’autore, D’Asaro Biondo ha chiarito: “Considerare l’indicizzazione uguale alla diffusione del contenuto significa essere in errore o in malafede”.

Porta sbarrata invece sulla condivisione con gli editori dei dati degli utenti.  D’Asaro Biondo ha detto senza mezzi termini: “I dati sono degli utenti e noi di Google non li vendiamo a nessuno”.

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