Unione Europea
Oggi entra in vigore il nuovo Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore online (Scheda). Solo pochi giorni fa, lo scorso 5 marzo, la Commissione Europea ha ufficialmente chiuso la Consultazione pubblica sulla revisione delle norme europee per il copyright. La consultazione ha raccolto, come da prassi, le opinioni dei principali stakeholder (istituzioni, imprese, consumatori, editori, autori, università ecc.), al fine di stabilire se l’attuale regime per il copyright sia ancora valido nell’era digitale o se, invece, sia necessario superare la frammentazione del mercato europeo del copyright per far fronte alle richieste degli utenti.
Ne abbiamo parlato con Luigi Gambardella, presidente del board ETNO, che rappresenta i maggiori operatori europei per le telecomunicazioni e che nell’occasione lancia un appello per un ripensamento delle norme per la tutela dei diritti d’autore in chiave paneuropea.
Key4biz. La Commissione europea ha formalmente chiuso la consultazione sulle norme per la tutela dei diritti d’autore. Perché ETNO ha deciso di partecipare?
Luigi Gambardella. La sempre maggiore diffusione di Internet ha portato forti cambiamenti in grado di mettere a dura prova l’attuale regolamentazione del copyright; è perciò senza alcun dubbio appropriato che la Commissione europea si sia interrogata sull’adeguatezza dell’attuale quadro legislativo nell’era digitale.
Key4biz. La Commissione ha ricevuto molte risposte. Pensate che la vostra posizione sia sostenuta dagli altri attori del settore?
Luigi Gambardella. Nella nostra risposta, ci siamo associati ad un’ampia coalizione di stakeholder rappresentanti la maggior parte dell’industria Europea delle comunicazioni elettroniche e di Internet. Tale coalizione è composta da operatori delle telecomunicazioni sia fisse che mobili – e operanti sia a livello nazionale, che trans europeo -, da Internet service provider (ISP), e operatori via cavo.
Key4biz. In sintesi, qual è la vostra posizione sulla revisione delle regole per il copyright?
Luigi Gambardella. Nel nostro contributo alla consultazione, abbiamo fortemente ribadito come la tutela dei diritti d’autore sia fondamentale per l’innovazione e come, conseguentemente, i titolari di tali diritti debbano essere propriamente remunerati per le loro opere. Allo stesso tempo, abbiamo voluto sottolineare anche come esistano oggi enormi possibilità e nuovi servizi, in termini di benessere economico e sociale, grazie alle tecnologie dell’informazione della comunicazione e da Internet. Se vogliamo mantenere in Europa questo valore, è necessario garantire un quadro di regolamentazione in grado di promuovere gli investimenti e la fornitura di servizi innovativi.
Inoltre, se vogliamo che l’Europa riconquisti la sua leadership a livello mondiale, è necessario attuare una completa revisione degli obiettivi dell’Agenda Digitale. I prossimi mandati della Commissione e del Parlamento europei costituiscono un’occasione unica per stabilire un quadro legale adeguato sia al mondo digitale, che al settore del copyright. E’ quanto mai necessario raggiungere un equilibrio tra i diversi, ugualmente importanti, interessi in gioco.
Key4biz. Nella consultazione vengono affrontate diverse tematiche. Una di queste è la frammentazione del mercato. Qual è la vostra esperienza in quanto fornitori di servizi a livello transnazionale in tutta Europa?
Luigi Gambardella. Prima di tutto, è necessario essere consapevoli di quanto la disponibilità transnazionale dei contenuti sia essenziale per lo sviluppo di tali servizi e di come essa dovrebbe, perciò, essere facilitata. Tuttavia, esistono ancora numerose barriere.
Ad esempio, il fatto che i regimi di licenza per il copyright siano regolati a livello nazionale, spesso con requisiti di geo-filtering e in presenza di licenze restrittive sui territori nazionali, costituisce di certo un ostacolo per il raggiungimento del mercato unico europeo.
Ulteriori barriere alla fornitura di servizi transnazionali esistono anche a causa delle differenze culturali e linguistiche tra i diversi Stati Membri, della necessità di adottare standard aperti per il content delivery, dei costi di adattamento alle differenti leggi per la protezione dei consumatori e alle differenti regolamentazioni fiscali, dei costi dell’assistenza ai consumatori in diverse lingue, e dei rischi di frode e di mancato pagamento.
Inoltre, un set globale di principi per la privacy andrebbe a beneficio degli utenti, che potrebbero godere del medesimo livello di protezione indipendentemente da dove essi si trovino e da dove sia situato il fornitore del servizio. Allo stesso tempo, ciò garantirebbe agli operatori europei di essere messi sullo stesso piano dei rispettivi leader di mercato stranieri, in particolare se confrontati con gli operatori americani.
Key4biz. Parlando di differenze nazionali, le misure previste dalla Direttiva per il copyright non sono vincolanti per gli stati membri. Quali sono gli impatti sui service provider?
Luigi Gambardella. Per quanto esistano ancora molte differenze nelle leggi e nelle pratiche nazionali dei diversi stati membri, i servizi transnazionali richiedono assolutamente un quadro legale pan europeo. E ciò vale sia dal punto di vista del provider che da quello del consumatore.
Pensiamo, ad esempio, ai servizi cloud ed al loro enorme potenziale. Essi permettono un più facile accesso ai contenuti digitali per i consumatori e forniscono agli artisti nuovi modelli di distribuzione. Uno dei maggiori vantaggi dei servizi cloud è, per l’appunto, la loro natura globale; imporre dei sistemi d’imposta a livello territoriale non è realizzabile, specialmente se si guarda al mercato unico. Lo stesso ragionamento vale per i contributi per le copie private, dove è assolutamente necessario raggiungere un approccio armonizzato.
La generale mancanza di armonizzazione e chiarezza ha un forte impatto negativo sui fornitori di servizi transnazionali che, invece, hanno bisogno di un unico ambiente legale e competitivo, indipendentemente da dove siano stabiliti. Ovviamente, la mancanza di armonizzazione si riflette, infine, anche sui consumatori di tali servizi.
Key4biz. Qual è la vostra posizione sulla gestione collettiva dei diritti d’autore?
Luigi Gambardella. Anche in questo caso, la legislazione varia molto da stato a stato. Noi abbiamo accolto la Direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d’autore come un passo importante per risolvere alcuni problemi fondamentali come la mancanza di un panorama competitivo per le società di gestione collettiva di diritti d’autore, la mancanza di trasparenza, il persistere di costi di transazione eccessivi nella negoziazione e implementazione degli accordi di licenza con le società di gestione collettiva, la mancanza di chiarezza sui diritti di proprietà e la complessità nella gestione di tali diritti. Tuttavia, pur riconoscendo i passi avanti compiuti con l’adozione della Direttiva, l’implementazione delle misure da parte degli Stati Membri sarà un fattore chiave e deve essere monitorata.
Per quel che riguarda l’introduzione di una licenza paneuropea per gli audiovisivi in grado di coprire l’intero territorio europeo, noi ci domandiamo se essa possa essere veramente una buona soluzione in quanto probabilmente non si dimostrerebbe adatta alla realtà del mercato europeo. Un tale regime imporrebbe, infatti, ai distributori l’acquisto di autorizzazioni molto costose nei 28 stati membri senza alcuna garanzia di ritorno degli investimenti (attraverso, ad esempio, abbonamenti o pubblicità), favorendo, invece, i grandi attori stabiliti nel mercato o in grado di sostenere i relativi investimenti.
Key4biz. Ciò detto, ritenete che ulteriori interventi a livello europeo siano necessari per migliorare la disponibilità transnazionale dei servizi on line di distribuzione di contenuti e, allo stesso tempo, garantire un adeguato livello di protezione per i titolare dei diritti d’autore?
Luigi Gambardella. Ulteriori misure sono assolutamente necessarie, specialmente per promuovere la disponibilità di contenuti digitali su media differenti, con particolar riguardo ai nuovi media.
A tal fine, la revisione dei tempi di distribuzione è un’opzione importante, che potrebbe aiutare a combattere la pirateria online e a restringere il gap esistente a livello nazionale in termini di accesso ai contenuti fisici.
Ugualmente, ETNO ritiene che il concetto di “equo compenso” dovrebbe essere affrontato a livello europeo. Un approccio uniforme è necessario, in particolare nell’era del cloud computing.
Key4biz. La consultazione tocca anche la tematica della possibilità di accesso ad hyperlink che permettono la consultazione di materiale protetto da copyright, senza che tale consultazione sia stata autorizzata dal relativo autore. Qual è la vostra posizione a riguardo?
Luigi Gambardella. Fornire un hyperlink facilita agli utenti l’accesso a materiale che è già stato pubblicato su uno specifico sito web. Tale materiale non dovrebbe, perciò, essere considerato come una nuova pubblicazione o una duplicazione, tranne nel caso in cui le misure di protezione siano state bypassate al fine di fornire tale link.
Gli hyperlink non dovrebbero essere soggetti a una specifica autorizzazione da parte del titolare del diritto d’autore. Inoltre, la possibilità di collegare differenti pagine o materiali costituisce l’essenza stessa di Internet; senza tale possibilità diventa persino impossibile concepirne il funzionamento.
Key4biz. Considerando i servizi online che permettono di avere diverse copie di un medesimo materiale su diversi dispositivi, quali sono gli effetti di un cambiamento nella regolamentazione delle imposte sui diversi stakeholder?
Luigi Gambardella. L’estensione dell’attuale sistema di imposte – che è stato concepito nel mondo analogico – all’ambiente online deve essere propriamente valutata, al fine di non ostacolare lo sviluppo delle tecnologie e dei servizi innovativi.
Considerando, ad esempio, i servizi di cloud computing, una delle soluzioni più innovative per utenti e aziende, esiste, a nostra opinione, il rischio per i consumatori europei e gli utenti Internet di essere le prime vittime dell’imposizione delle imposte sul servizi cloud a causa di un aumento dei prezzi che avverrebbe quasi certamente. Secondariamente, si troverebbero ad affrontare la medesima situazione anche aziende di ogni dimensione, che sempre più utilizzano servizi cloud.
Un tale genere di imposta potrebbe avere anche un forte impatto negativo sui fornitori a livello europeo, in quanto l’obbligo di pagare imposte aggiunto ai nuovi oneri amministrativi potrebbe significativamente limitare la loro competitività sul mercato globale. E l’impatto negativo sui nuovi modelli di business sarebbe immediato.
Key4biz. Con riferimento al sistema di applicazione della legge, ritenete che l’enforcement civile dovrebbe essere rafforzato in caso di una violazione di copyright commessa per fini commerciali?
Luigi Gambardella. L’attuale quadro di enforcement civile a livello europeo è tuttora solido e basato su principi che sono ancora rilevanti, come confermato anche dalle recenti decisioni della Corte Europea di Giustizia. L’attuale sistema è in grado di assicurare, infatti, un buon bilancio tra la tutela del copyright e di altri diritti fondamentali come il diritto alla privacy e il diritto di portare avanti un’attività commerciale; è inoltre coerente con il regime di responsabilità degli intermediari che è un fondamento nel quadro europeo. Per tutte queste ragioni, noi riteniamo che non dovrebbe essere modificato.
Speciale #ddaonline 31 marzo 2014, vai agli altri articoli: