Incassa il primo ok del Senato la riforma della Pubblica amministrazione, approvata con 144 voti favorevoli espressi dal Pd e Area Popolare e un astenuto. Le opposizioni (M5S, Lega Nord, Sel, Fi e Gal) non hanno partecipato al voto.
Il provvedimento passa adesso alla Camera. Dopo il via libera definitivo, che ci sarà solo successivamente all’approvazione in identico testo sia a Montecitorio che nuovamente a Palazzo Madama, il governo dovrà varare i decreti delegati che dovranno rendere effettiva la riforma.
Soddisfatto il Ministro della PA, Marianna Madia, che su Twitter scrive: “Senato approva in prima lettura Ddl riforma Pa. Un altro passo verso un’Italia più semplice, vicina ai cittadini“.
Madia ha poi commentato a caldo: “Questa è una riforma per il Paese, il testo non è stato annacquato, il Senato lo ha migliorato e anche l’opposizione, pur nella legittima diversità di opinioni, non ha mai tenuto un atteggiamento ostruzionistico”.
Si tratta, ha precisato, di “una riforma non di settore ma per 60 milioni di residenti”.
“Vorrei infine dire – ha concluso il Ministro – che l’emendamento sui piccoli comuni, che ieri ha avuto una maggioranza diversa rispetto alla maggioranza che ha votato centinaia di emendamenti nel corso dell’esame in Aula, merita un ulteriore approfondimento del governo”.
Tra le novità la rimodulazione della durata degli incarichi per i dirigenti pubblici, le assunzioni più veloci per i vincitori di concorsi e la staffetta generazionale.
Il tetto per gli stipendi si allarga, per ricomprendere anche i vertici delle controllate dalle Camere di Commercio, salta invece lo stop agli automatismi di carriera per tutti i dirigenti della PA.
Il digitale resta il cuore di questa riforma come ha più volte ribadito il Ministro. Dentro al provvedimento trovano spazio il progetto Italia login per accedere online a tutti i servizi pubblici e il Pin unico con l’obiettivo di giungere a quota 3 milioni di utenti con un’identità digitale entro settembre 2015 e a 10 milioni per dicembre 2017.
Focus anche sui pagamenti telematici che dovranno essere attivati da parte di tutte le Pubbliche Amministrazioni Centrali e Locali entro il 2016.
Madia ha sempre detto: “Se falliamo sulla digitalizzazione non ci sarà la riforma della Pubblica amministrazione, che non serve solo a modernizzare l’Italia ma anche ad aumentare la democrazia, perché l’accesso ai servizi digitali è una questione democratica”.
E sempre sul fronte del digitale, ieri il Premier Matteo Renzi ha annunciato in Consiglio dei Ministri la nomina di Antonio Samaritani a nuovo direttore dell’AgID.
Samaritani, Direttore Sistemi Informativi e TLC della Regione Lombardia dal 2010, succederà ad Alessandra Poggiani dal 1° maggio.