Nativi digitali? Sono 363 milioni nel mondo, ormai più del 5% della popolazione globale

di Paolo Anastasio |

Secondo uno studio promosso dall’Itu i nativi digitali sono il 30% dei ragazzi in età compresa fra i 15 e i 24 anni. La maggior parte si trova in Giappone, Corea del Sud bene anche America, Europa e a sorpresa la Malesia.

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Ridimensionato il mito dei nativi digitali, visto che soltanto 30% della popolazione globale fra i 15 e i 24 anni fa parte di questa categoria, intesa come ragazzi che navigano regolarmente online da almeno cinque anni. In generale, i nativi digitali sono circa 363 milioni, a fronte di una popolazione globale di 7 miliardi di abitanti, pari al 5,2% del totale.

 

E’ quanto emerge da un recente studio condotto dal Georgia Institute of Technology in collaborazione con l’Itu (International Telecommunicatin Union), l’agenzia Onu che si occupa di Internet e Tlc. Si tratta del primo studio che tenta di quantificare il fenomeno dei nativi digitali in base ai diversi paesi del mondo.



Il 96% dei ragazzi americani (Nord e Sud America) nati dopo il 2000 sono nativi digitali, alle spalle dei giapponesi (99,9%), dei sudcoreani e di alcuni paesi europei fra cui Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi.


“I paesi che registrano la percentuale maggiori dinativi digitali in realzione alla popolazione complessiva sono quelli meglio posizionati per definire e guidare l’era digitale del futuro”, si legge nello studio.

 

In generale, i paesi con il tasso maggior dei nativi digitali in rapporto alla popolazione complessiva sono ricchi e contano su una penetrazione di Internet elevata. Fra questi spiccano l’Islanda (13,9%), gli Stati Uniti (13,1%) e a sorpresa la Malesia (13,4%).

 

Non a caso, i paesi che al contrario registrano il tasso inferiore di nativi digitali sono per lo più stati poveri e in guerra, in Africa e Asia, fra cui la Sierra leone, Timor Est e Myanmar.  Tuttavia,  la penetrazione di Internet sta aumentando anche nei paesi in via di sviluppo negli ultimi cinque anni. Secondo previsioni dell’Itu, i nativi digitali raddoppieranno nei paesi in via di sviluppo di qui al 2017.  

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