Analisi

Ei Towers-RaiWay: gli scenari possibili nel mercato delle torri

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Mercato in fermento per l’Opas di EI Towers su RaiWay. Si fa strada l’ipotesi dell’operatore di rete puro, ma Mediaset e Rai sarebbero disposte a uscire dalle società delle torri? E se si proponesse un organo di vigilanza come quello di Telecom Italia?

L’operazione di Ei Towers su RaiWay continua a catturare l’attenzione del mercato specie dopo la consegna, da parte della società delle torri controllata al 40% da Mediaset, del prospetto informativo alla Consob.

Ei Towers ha quindi ufficializzato la sua scalata, lasciando inalterato il perimetro dell’Opas lanciata lo scorso febbraio sul 66,7% di RaiWay per 1,22 miliardi di euro.

Secondo informazioni, l’azienda sarà ascoltata oggi dall’Antitrust che la scorsa settimana ha avviato l’istruttoria per escludere che non ci siano rischi per la concorrenza.

Ei Towers appare determinata pur sapendo che a sbarrare la sua strada c’è il DPCM dello scorso settembre che fissa al 49% la quota massima di RaiWay che può essere ceduta, il restante 51% deve restare in mano alla Rai.

In tanti vorrebbero sapere cosa abbia realmente in mente Mediaset.

Le ragioni di Ei Towers

 

Tra le ragioni che potrebbero celarsi dietro questa operazione c’è anche chi ha ipotizzato che con l’Opas l’obiettivo possa essere quello di bloccare RaiWay per evitare che l’azienda possa muoversi con qualche operazione sul mercato delle torri.

Forse Mediaset teme un’integrazione tra torri televisive e di telecomunicazioni?

Forse, e ripeto forse, sospettava che altri operatori, magari stranieri, si facessero avanti con l’idea di creare in capo alla Rai un polo di aggregazione robusto, con le sue stesse caratteristiche sul versante televisivo, ma con in più le reti tlc?

Timori eventualmente fondati perché in questo caso RaiWay sarebbe diventato un concorrente davvero temibile.

Davanti a questo rischio, Mediaset potrebbe allora aver voluto bloccare la Rai per realizzare un’operazione di convergenza delle due aziende in un polo con il quale tutti gli altri operatori avrebbero dovuto fare i conti. Insomma potrebbe aver voluto giocare d’anticipo per non essere tagliata fuori dai giochi futuri.

Da un punto di vista prettamente teorico il discorso fila.

E intanto c’è da segnalare anche la mossa di ReteCapri che è entrata nel dibattito sull’Opas, sostenendo che “i pericoli di un mercato fortemente verticalizzato e monopolistico sono elevatissimi, rischiano di annullare il pluralismo e distruggere ogni forma di concorrenza”. ReteCapri ha quindi auspicato la creazione di un polo unico delle torri, precisando le proprie condizioni: “Ben venga, come già presente in diverse nazioni, la creazione di un polo unico delle infrastrutture frutto, appunto, di partnership. C’è, però, una importante condizione: garantire equilibrio consentendo agli altri operatori che detengono postazioni e impianti, l’accesso e non l’esclusione, altrimenti il risultato sarebbe monopolio assoluto”.

L’opportunità di un operatore di rete puro

Potrebbe sempre succedere che il Governo, in un’ottica di sistema e politica industriale, decida di modificare quel decreto che limita al 49% la soglia di RaiWay che può andare sul mercato. Ma per far questo l’esecutivo di Renzi dovrebbe prima convincere tutti dell’opportunità di un simile progetto perché l’opinione diffusa è che le reti debbano essere assolutamente di proprietà pubblica.

Ma andare verso l’operatore di rete puro, significherebbe che non dovrebbe essere verticalmente integrato né con Rai né con Mediaset che si dovrebbero scorporare e impegnare a vendere l’oggetto che nascerebbe dalla fusione tra RaiWay ed Ei Towers. Una sorta di disarmo bilaterale.

Un’operazione di questo tipo implica, però, la necessità di dare alle due società delle torri la giusta valorizzazione, perché potrebbe essere che al momento il loro valore abbia raggiunto il picco e sia quindi sovrastimato.

Lo Stato in questa ipotetica possibilità dovrebbe essere cauto anche perché il valore di RaiWay ed Ei Towers è dato dai loro contratti, ma si tratta di accordi presi su un mercato, come quello italiano, che appare inevitabilmente drogato dal fatto che chi ha i contenuti possiede anche le torri.

Un esempio pratico: RaiWay guadagna 180 milioni l’anno dal contratto con Rai che se avesse tirato il prezzo al ribasso avrebbe fatto scendere anche il valore della società delle torri.

Si tratta invece di un prezzo che è stato determinato da un accordo tra parti che sono correlate, quindi di un prezzo ‘poco reale’.

Per avere l’idea dell’effettivo valore di queste torri si dovrebbe fare un confronto su scala europea.

Ci sarebbe bisogno di un benchmark. Sapere alcuni informazioni aggiuntive: quanto costa affittare una frequenza in Francia o in Inghilterra?

Arquiva ha 16 mila torri, quanto vale?

RaiWay ne ha 2300 e tutte di tipo televisivo, sono confrontabili i due valori?

Solo avendo queste informazioni si potrebbe avere un quadro davvero chiaro della situazione.

E’ possibile che alla fine questa operazione dell’operatore unico di rete non si faccia, ma se si dovesse fare qualcuno dovrebbe comprare il 40% di Mediaset in Ei Towers e il 65% di Rai in RaiWay.

Chi potrebbe farlo? La risposta non è semplice.

Forse potrebbe farsi avanti un fondo straniero o un player delle infrastrutture che, così come ha fatto Abertis con le torri Wind, potrebbe comprarsi una delle due aziende o una quota significativa in una delle due.

E’ un’idea da scartare?

Forse no. Forse converrebbe aprire a fondi stranieri, totalmente indipendenti, interessati a questo business, che farebbero funzionare bene le torri e lo farebbero in modo trasparente e non discriminatorio, controllati dalle Autorità antitrust e di regolazione.

Si tratterebbe di un’ipotesi interessante che permetterebbe anche di uscire da questo intreccio tutto italiano tra proprietari di torri e di contenuti che rende difficile anche l’effettiva valorizzazione delle due aziende.

Mediaset sarebbe disposta a scorporarsi?

D’altro canto bisognerebbe anche capire se Mediaset sarebbe favorevole a scorporarsi verticalmente.

Potrebbe, infatti, anche opporsi a una simile richiesta e chiedere una soluzione tipo quella adottata per Telecom Italia che, pur essendo proprietaria di tutta la rete, ha un organo di vigilanza che controlla la parità d’accesso. Telecom infatti non ha dovuto fare una scorporazione verticale.

Se l’Antitrust dovesse dare il via libera anche all’acquisto di una quota anche non di maggioranza, succederebbe che Mediaset avrebbe il controllo di tutte le torri, direttamente quelle di Ei Towers, e indirettamente quelle di RaiWay attraverso una partecipazione significativa.

Con il ricorso a un organo di vigilanza, l’integrazione verticale non verrebbe toccata ma verrebbe affrontata semplicemente la questione della parità di accesso per tutti. Non a caso i vertici di Ei Towers dal lancio dell’Opas hanno sempre ribadito che già adesso loro assicurano questa condizione, lavorando con tutti i network operator.

E alla fine, anche se l’Opas non dovesse andare in porto, porterebbero a casa ugualmente un buon risultato, quello di aver fatto lievitare il valore di Ei Towers che probabilmente in queste ultime settimana ha raggiunto il suo picco, ridefinendone il prezzo.

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