#ddaonline: operazione Publifilm, nuove perquisizioni e sequestri della Guardia di Finanza

di Raffaella Natale |

Individuati anche i nomi di quattro titolari di alcuni dei 46 siti già sequestrati. Questo permetterà alla Siae di poter agire per chiedere il versamento dei compensi dovuti agli autori, che ammonterebbero a svariati milioni di euro.

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Continuano senza sosta le azioni antipirateria delle Unità Speciali a tutela del diritto d’autore online della GdF che ieri hanno annunciato le ultime novità riguardo al blitz dello scorso marzo quando hanno interrotto, su ordine dell’Autorità Giudiziaria di Roma, attività illecita di 46 siti internet che diffondevano migliaia di opere cinematografiche, tra cui numerosissimi film in prima visione assoluta, anche di produzione italiana.

Le investigazioni hanno permesso anche di chiarire più dettagliatamente gli aspetti legati ai proventi dei siti pirati, che arrivavano dalla pubblicità  (Slides), come ha spiegato a Key4biz il Comandante Paolo Occhipinti del Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria della Guardia di Finanza, ribadendo che “le indagini proseguono ad ampio spettro con l’obiettivo di ‘seguire il denaro’, vale a dire la rotta delle entrate incamerate grazie alla pubblicità”.

 

In conferenza stampa a Roma il Procuratore aggiunto Nello Rossi, insieme al Comandante Occhipinti, ha illustrato i dettagli di questa operazione annunciando gli ulteriori sviluppi investigativi delle Fiamme Gialle che hanno consentito di individuare i titolari – 3 italiani e uno straniero – di alcuni dei 46 siti internet già sequestrati, permettendo all’Autorità giudiziaria di emettere provvedimenti volti ad acquisire ulteriori fonti di prova attraverso perquisizioni nei confronti degli autori dell’illecita condotta nelle province di Bergamo, Treviso, Cosenza e Frosinone.

 

Sono stati, inoltre, sequestrati altri 3 siti pirata, attraverso i quali 2 dei 4 indagati reiteravano le azioni criminose, mediante la “duplicazione” dei siti già oscurati lo scorso marzo, di cui uno (filmakerz.org) – unico ad essere stato dissequestrato dal Tribunale del Riesame per un vizio di forma – è stato nuovamente sequestrato, in quanto il responsabile aveva mutato il nome del dominio così da eludere il precedente provvedimento di sequestro, protraendo la condotta delittuosa.

 

Il Procuratore Rossi ha detto senza mezzi termini: “Chi, avvalendosi delle proprie conoscenze informatiche, è in grado di aggirare i provvedimenti di sequestro, incorre in gravi conseguenze, perché è come se si violassero i sigilli di un cantiere sotto sequestrato“.

 

Adesso che la GdF ha individuato alcuni dei titolari dei siti pirata coinvolti, con ogni probabilità sarà anche la Siae a muoversi per chiedere l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge per il mancato rispetto dei diritti d’autore e quindi il versamento dei compensi dovuti, che potrebbero ammontare a svariati milioni di euro.

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