Consiglio dei Ministri

Piano Ultrabroadband, ok del Governo. Federica Guidi: ‘Scelta tecnologica al mercato’

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Via libera in Consiglio dei Ministri al piano nazionale per la banda ultralarga. Confermati 6 miliadi di fondi pubblici.

Via libera del Consiglio dei ministri al piano per la banda ultralarga con cui il Governo punta a raggiungere e superare gli obiettivi dell’Agenda digitale. Con risorse per 6 miliardi pubblici e “con un effetto moltiplicativo” il Governo punta dunque a superare gli obiettivi europei arrivando all’85% della popolazione coperta con 100 mbps entro il 2020: oltre quindi il target del 50% della popolazione fissato dall’Agenda Digitale europea, come riferito dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.

Il ministro ha anche chiarito che si è deciso di lasciare al mercato “la scelta tecnologica” rispetto agli standard con cui arrivare alla velocità di connessione indicata. Altro obiettivo del piano indica il raggiungimento della connessione a 30 mbps per l’intera popolazione sempre entro il 2020.

Di seguito la nota di Palazzo Chigi.

Strategia italiana per la banda ultralarga e la crescita digitale

Su proposta del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi,  il Consiglio dei Ministri ha approvato la Strategia italiana per la banda ultralarga e per la crescita digitale 2014-2020. Le due strategie sono state definite dall’Agenzia per l’Italia digitale e dal Ministero dello Sviluppo Economico sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le due strategie mirano  a colmare il ritardo digitale del Paese sul fronte infrastrutturale (Strategia Per La  Banda Larga e Ultralarga) e nei servizi (Strategia per la Crescita  Digitale).
L’Italia nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (NGA) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps (Megabyte per secondo), un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps.
Da qui, la necessità di recuperare il gap e raggiungere l’obiettivo strategico di massimizzare la copertura entro il 2020 da un punto di vista infrastrutturale, raggiungendo come minimo gli obiettivi definiti per il secondo pilastro dell’Agenda Digitale Europea –  cioè  Internet in ultrabroadband ad almeno 100 Mbps per almeno il 50% della popolazione come utente, con un  100% dei cittadini che abbiano la copertura a 30 Mbps – ma dandosi come obiettivo del piano il raggiungimento dei 100 Mbps fino all’85% dei cittadini.
Parallelamente alla creazione delle infrastrutture digitali, attraverso la Strategia per la Crescita Digitale, il Governo intende stimolare la creazione e l’offerta di servizi che ne rendano appetibile l’utilizzo e la sottoscrizione di abbonamenti in ultrabroadband.

Strategia Italiana per la Banda Ultralarga
Il nuovo piano nazionale per la Banda Ultralarga si propone un mix virtuoso di investimenti pubblici e privati. Qualora i privati investiranno in misura uguale al pubblico, l’obiettivo che si può raggiungere è superiore a quello minimo europeo. L’obiettivo della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga   è quello di rimediare a questo gap infrastrutturale e di mercato, creando le condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, con azioni quali:
– agevolazioni tese ad abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi;
– coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti;
– adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo;
– incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie per promuovere il “salto di qualità”;
– incentivi pubblici per investire nelle aree marginali;
– realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato.
Le risorse pubbliche a disposizione sono i fondi  europei FESR  e FEASR, il Fondo di Sviluppo e Coesione, per complessivi 6 miliardi, a cui si sommano i fondi collegati del Piano Juncker.
Dall’impegno, più o meno significativo, da parte dei privati dipenderanno in parte i risultati per la copertura nei 4 cluster individuati dal Piano sul territorio italiano, in base a caratteristiche simili ma con costi e complessità di infrastrutturazione crescenti.
Infatti le sole risorse pubbliche non saranno sufficienti per sviluppare una rete estesa di nuova generazione (fino all’85% della popolazione collegato ad almeno 100 Mbps). La soluzione individuata dalla Strategia  è quella di un sistema articolato di nuove regole, che accompagni alla migrazione, progressiva e concordata, verso la nuova rete in fibra ottica.  Una serie di misure ad hoc verranno inserite in un provvedimento specifico:

  • il “servizio digitale universale”;
  • un fondo di garanzia;
  • voucher di accompagnamento alla migrazione verso la fibra ottica;
  • convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali, al prezzo dei collegamenti in rame.

Strategia per la Crescita Digitale
Il piano nazionale per la banda ultralarga è sinergico alla Strategia per la Crescita Digitale. La strategia ha un carattere dinamico, per essere capace di adattarsi progressivamente agli scenari nel periodo di riferimento 2014-2020. E’ una strategia che punta alla crescita digitale di cittadini e imprese, anche utilizzando le leve pubbliche. Integrerà in modo sussidiario quanto realizzato o in fase di realizzazione sia nel settore pubblico, sia nel settore privato e, deve realizzarsi una piena sinergia con altre strategie pubbliche in essere, sia di pertinenza del governo nazionale sia di competenza regionale, per mettere utilmente “a sistema” obiettivi, processi e risultati.
Tra gli obiettivi che si pone:
– obbligo dello switch-off nella Pubblica Amministrazione:  digital First, con il superamento della tipologia tradizionale di fruizione dei servizi al cittadino; percorso di centralizzazione  della programmazione e della spesa, monitoraggio delle modalità e tempistiche;
– nuovo approccio architetturale basato su logiche aperte, standards, interoperabilità e architetture flessibili, user-centered;
– trasparenza e condivisione dei dati pubblici (dati.gov.it);
– nuovi modelli di Partnership Pubblico/Privato;
– coordinamento di tutti gli interventi di trasformazione digitale;
– la diffusione di cultura digitale e lo sviluppo di competenze digitali in imprese e cittadini;
– un approccio architetturale basato su logiche aperte e standard, che garantiscano accessibilità e massima interoperabilità di dati e servizi;
– soluzioni volte a stimolare la riduzione dei costi e migliorare la qualità dei servizi, contemplando meccanismi di remunerazione anche capaci di stimolare i fornitori a perseguire forme sempre più innovative di erogazione/fruizione dei servizi;
– progressiva adozione di Modelli Cloud;
– innalzamento dei livelli di affidabilità e sicurezza.
Tra le azioni infrastrutturali cross, che la Strategia si pone:
– Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) per un accesso sicuro e protetto ai servizi digitali.
– Digital Security per la PA per tutelare la privacy, l’integrità e la continuità dei servizi della PA.
– Centralizzazione e programmazione della spesa/ investimenti reingegnerizzazione e virtualizzazione dei servizi in logica cloud con conseguente progressiva razionalizzazione datacenter.
– Sistema Pubblico di Connettività linee guida, regole tecniche e infrastrutture per garantire la connettività e l’interoperabilità Wifi negli uffici pubblici e nelle scuole/ospedali, in sinergia con il piano nazionale banda ultralarga massimizzando la copertura a 100 mbps e garantendo almeno 30 mbps nelle aree più marginali.
La Piattaforma Italia Log In è destinata ad essere la “casa” del cittadino su Internet. La crea un’unica piattaforma, ove apre i suoi dati e offre e riprogetta i servizi a disposizione delle imprese e dei cittadini. Il sistema è pensato come una struttura aperta dove i vari attori della Pubblica Amministrazione contribuiscono per la propria area di competenza. Ogni cittadino con la propria identità digitale ha tutte le informazioni e servizi che lo riguardano.
La strategia è stata redatta a valle di un processo di consultazione partecipato sia online sia offline, svoltosi dal 20 novembre 2014 al 20 dicembre 2014 e che ha coinvolto tutti gli stakeholders pubblici e privati, nonché numerosi cittadini e associazioni civiche.
Nei 30 giorni in cui il testo del documento è stato esposto a consultazione pubblica online sono stati ricevuti 587 commenti da 83 diversi utenti. Sono, inoltre pervenuti all’Agenzia per Digitale oltre 50 documenti di proposta da soggetti pubblici e privati, tutti tenuti in considerazione per integrazioni e modiche.

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