Pubblicato il nuovo Rapporto dello Studio legale Osborne Clarke, “Smart cities in Europe”, dedicato all’innovazione urbana ed il passaggio alle città ad alto contenuto tecnologico. Un processo complesso, di enormi proporzioni, al momento caratterizzato da un progresso a ‘macchia di leopardo’ e da forti limitazioni di natura regolatoria e normativa.
“Le questioni normative sono strettamente connesse a quelle finanziarie: gli investitori – pubblici o privati – devono percepire che l’adozione delle nuove tecnologie sia adeguatamente supportata e non ostacolata – ha affermato in una nota Riccardo Roversi, managing partner di Osborne Clarke – E’ quindi opportuno che si tenga conto dei progressi di queste tecnologie, auspicabilmente con l’adozione di modifiche normative che ne agevolino il finanziamento mediante nuovi modelli, eventualmente proposti da una “cabina di regia”, così come si sta facendo con specifico riferimento all’efficienza energetica”.
Secondo recenti dati dell’Unione Europea, solo il 28% delle città europee con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti ha avviato almeno un’iniziativa smart city nelle aree ‘infotainment’, ‘efficienza energetica’, ‘mobilità intelligente’ e ‘innovazione tecnologica’. L’Italia, a sorpresa, vanta iniziative smart city nel 75% delle sue città di piccole dimensioni (superiori a 100 mila abitanti) e si distingue, in particolare, per le soluzioni smart energy, che godono di diverse tipologie di incentivi, tra cui quelli destinati alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici, che obbligano la Pubblica Amministrazione centrale a riqualificare energeticamente ogni anno almeno il 3% della superficie coperta climatizzata del proprio patrimonio immobiliare.
Sempre in termini energetici, il nostro Paese vanta ottimi dati relativi all’installazione di smart meters (contatori elettronici intelligenti) ad uso residenziale e commerciale: “Il 90% delle utenze di energia elettrica italiane viene gestita attraverso contatori elettronici, a fronte di un target dell’80% richiesto dall’Unione Europea – ha commentato Piero Viganò, partner di Osborne Clarke – secondo il 43% di chi ha risposto alla nostra indagine, questa diffusione ha anche avuto un impatto sulle abitudini degli utenti. L’adozione di nuovi modelli di contatori che consentano di accedere alle informazioni in maniera più semplice renderebbe più consapevoli gli utenti e potenzialmente più evolute le tipologie di consumo”.
L’Italia, assieme alla Francia, è il paese in cui il maggior numero degli intervistati (48%) ritiene che i consumatori siano maggiormente consapevoli dei benefici che derivano dall’adozione dei contatori elettronici. Regno Unito (22%) e Germania (18%), per contro, stanno invece in coda a questa specifica graduatoria.
Con specifico riferimento all’Italia, l’85% degli intervistati ritiene che ci sia ancora molto da fare in termini di normativa per favorire lo sviluppo delle smart grid e il 73% ritiene che lo sviluppo delle energie rinnovabili possa costituire uno dei driver di crescita degli investimenti in questo settore.
Per quanto riguarda i trasporti, invece, la percezione del lavoro svolto delle autorità italiane in tale settore (mobilità sostenibile ed elettrica, infrastrutture intelligenti – ITS, car sharing, auto a guida automatica, smart ticketing, app economy) è ancora negativa, solo il 48% degli intervistati premia quanto fatto sino ad ora. La pianificazione del sistema intelligente del trasporto pubblico è una priorità per lo sviluppo della smart city e si potrebbero prendere ad esempio gli interventi effettuati in Gran Bretagna, Olanda, Danimarca e Germania.
In conclusione, il documento di Osborne Clarke, che ha raccolto l’opinione di 300 dirigenti di società tecnologiche, fondi di investimento, banche, società di consulenza e esponenti governativi di 11 paesi europei, si focalizza su ulteriori elementi utili alla nascita delle smart city in Europa e quindi in Italia:
- più attenzione alla protezione dei dati personali;
- introduzione di norme che favoriscano l’interoperabilità delle tecnologie nei diversi mercati;
- definizione di uno standard minimo per la sostenibilità di edifici nuovi o ristrutturati così da adottare più agevolmente tecnologie intelligenti per edilizia e l’efficienza energetica.