Cybercrime: danni globali per 400 miliardi di dollari all’anno

di Paolo Anastasio |

Secondo un report condotto dal Center for Strategic and International Studies (CSIS) il prezzo complessivo del cybercrime per il business globale ammonta a 400 miliardi di dollari all’anno.

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Il prezzo complessivo del cybercrime per il business mondiale è stimato in 400 miliardi di dollari all’anno. Lo rende noto un report del Center for Strategic and International Studies (CSIS), commissionato da McAfee la divisione specializzata in security che fa capo a Intel.

 

La metà delle perdite, secondo il report, si registrano in quattro paesi: Cina, Giappone, Germania e Stati Uniti dove per colpa del cybercrime vanno in fumo 200 miliardi di dollari all’anno.

 

In termini occupazionali, il cybercrime si traduce in 200 mila posti di lavoro in meno negli Stati Uniti e 150 mila posti persi in Europa. Numeri che non rappresentano perdite nette di posti di lavoro, visto che molti riescono a ricollocarsi altrove.

 

Il report sottolinea che i danni del cybercrime riguardano fra le altre cose il commercio, la competitività e l’economia: basti pensare ai danni creati dal mancato rispetto della proprietà intellettuale.

 

Il danno maggiore del cybercrime si riscontra nei paesi più ricchi, che arrivano a perdere fino allo 0,9% del Pil in media. Secondo il report, il cybercrime sottrae fino al 15%-20% del valore complessivo creato su Internet.

 

Le accuse reciproche di spionaggio industriale fra Usa e Cina sono all’ordine del giorno da diversi anni, tanto che secondo l’Fbi il cybercrime è ormai considerato una tassa sull’innovazione.

 

Il CSIS stima che soltanto negli Usa sono state almeno 3 mila le aziende che hanno subito attacchi hacker nel 2013, a fronte di 40 milioni di cittadini statunitensi che hanno subito furti di dati personali online, ben 54 milioni in Turchia, 20 milioni in Corea del Sud, 16 milioni in Germania e più di 20 milioni in Cina. 

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