Campagne sociali

Spot&Social: sicurezza stradale, l’approccio terrorizzante a volte paga

di Alberto Contri |

L’approccio terrorizzante nelle campagne per la sicurezza stradale è sempre in agguato, ma in alcuni casi è appropriato e dà risultati.

Le campagne per la prevenzione degli incidenti stradali sono tra le più difficili, perché è sempre in agguato la tentazione dell’approccio terrorizzante.

Eppure ci sono casi in cui è appropriato, come in questa campagna basata in realtà su di un evento organizzato dalla Buick, con l’intento di spiegare che i segnali stradali sono messi lì per validi motivi.

Quindi si tratta di una campagna di CSR.

La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Nei luoghi dove sono avvenuti gli incidenti, la camera inquadra molti mutilati con in mano un cartello, il cui mancato rispetto ha provocato danni gravi e irreversibili.

Una semplice scritta ci informa che durante il flash-mob, gli incidenti si sono ridotti del 55%.

Approccio completamente diverso per una campagna australiana che intende invitare i giovani sportivi e baldanzosi a non commettere infrazioni stradali che ti possono costare il ritiro della patente.

L’effetto comico è dato dal fatto che il robustissimo giocatore di rugby sale in maniera rocambolesca sul suo Suv, in realtà facendo acrobazie per scavalcare la madre che è già seduta alla guida, per non far capire agli amici che non può guidare perché la patente gli è stata ritirata.

Molto interessante l’unconventional proposto da Young Drivers Netherlands, nel quale viene simulato un test di guida in cui la richiesta dell’istruttore sia quella di guidare evitando gli ostacoli sulla strada, mentre si digitano messaggi con il cellulare.

Nessuno ci riesce, e tutti rispondono: “Non si può fare, è impossibile!”.

 

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