Copyright

Diritto d’autore, Enzo Mazza (Fimi): ‘La riforma Ue deve riguardare anche l’eCommerce’

di Enzo Mazza, Ceo di FIMI |

Per la riforma della Direttiva sul Copyright è necessario un approccio coordinato con altre normative comunitarie.

Come è noto tra gli obiettivi dell’ambiziosa agenda europea di Juncker vi è anche la proposta di riforma della Direttiva 2001/29 nota come Direttiva copyright.

Nel corso degli ultimi mesi della precedente Commissione si è svolta una partecipata consultazione che ha visto contributi di stakeholder, accademici, consumatori, istituzioni pubbliche e Stati membri.

Il Commissario Oettinger, che sovrintenderà al processo di revisione ha già avvertito che gli obiettivi della riforma sono di ampio respiro e riguarderanno aspetti fondamentali come la territorialità e le eccezioni.

Vale tuttavia la pena di ricordare come la direttiva 2001/29 costituisca ormai un solo elemento nel complesso scenario della messa a disposizione e della relativa tutela dei contenuti digitali.

Oltre il diritto d’autore

E’ infatti impensabile affrontare una revisione della normativa in materia di diritti d’autore e connessi senza allo stesso tempo considerare, ad esempio, la direttiva 2000/31 sul commercio elettronico e le relative esenzioni in materia di responsabilità degli intermediari o più ancora adeguando anche la direttiva 2004/48 in materia di enforcement dei diritti di proprietà intellettuale.

Se infatti la normativa sul copyright può a torto o ragione essere considerata non più in linea con l’evoluzione tecnologica tanto più lo è una normativa come quella sul commercio elettronica concepita quando intermediari, società di telecomunicazioni o più in generale ISP erano realtà nascenti o poco sviluppate. Oggi non è più immaginabile garantire un regime di esenzioni di tale portata dalla responsabilità di piattaforme o intermediari che sono parte integrante dei servizi di distribuzione di contenuti digitali.

Non solo, queste imprese hanno ottenuto negli anni profitti in buona parte legati al ruolo centrale che hanno assunto nel collocarsi tra i consumatori e il contenuto online.

La responsabilità degli intermediari

Una riforma del copyright che vorrebbe affrontare passaggi fondamentali per la produzione creativa come la questione della territorialità o l’ampliamento di eccezioni non può non affrontare anche il tema della responsabilità degli intermediari e il ruolo che questi hanno nello sviluppo di un sano mercato digitale dei contenuti.

Essi hanno oggi un ruolo essenziale anche nel contrastare le attività illecite e possono intervenire in maniera decisiva nel processo di tutela.

Senza una revisione complessiva dello scenario digitale la sola riforma del copyright introdurrebbe solo disparità a discapito delle industrie creative con il risultato di impoverire la cultura europea in favore di un ulteriore rafforzamento degli OTT.

Il caso della musica

Dall’altra parte, qualora non si volesse intervenire sul piano legislativo complessivo, un processo più efficace potrebbe essere quello di favorire accordi di mercato e soluzioni di business che in alcuni settori, come quello musicale, hanno consentito, negli anni di individuare modelli flessibili. Pensiamo alla questione della territorialità. La disponibilità degli stessi contenuti musicali su piattaforme attive in diversi Stati membri è il risultato di licenze multi territoriali che sono facilmente attivabili anche in altri settori. L’eccezione per lo UGC è in realtà superata dallo sviluppo di modelli di licenza che consentono la monetizzazione. Si tratta pertanto di analizzare con molta attenzione la presunta necessità di riaprire una direttiva che non ha impedito, come abbiamo visto, lo sviluppo di innovazione e di una nuova offerta. Solo comprendendo che il sistema è bloccato e che il mercato o norme contigue non sono in grado di risolvere le criticità si dovrebbe nuovamente intervenire sull’impianto comunitario.

Ma allo stato siamo certi che il quadro legislativo sia realmente anacronistico o che la soluzione sia solo quella di rivedere la direttiva copyright per dare impulso allo sviluppo del mercato unico dei contenuti digitali?

Quanto accaduto nel settore musicale ci racconta una storia diversa, fatta di partnership tra industria tecnologica e industria discografica, fatta di intuizioni innovativa e di adattamento naturale al mutato scenario, tutto nell’ambito dell’attuale quadro legislativo che si è dimostrato sufficientemente flessibile.

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