Stati Uniti
Gli acquisti in-app, ossia quelli che vengono effettuati a partire da un gioco scaricato gratuitamente dal telefonino per poter passare al livello successivo o per ottenere funzionalità aggiuntive – potrebbero costare caro ad Amazon.
La FTC – l’antitrust americano – ha denunciato la società davanti a una Corte federale con l’accusa di aver addebitato a inconsapevoli genitori acquisti non autorizzati effettuati dai figli tramite le app presenti nel suo store. Si profila, per il gigante dell’eCommerce, la possibilità di rimborsi milionari.
La questione non è nuova: la Ue si è già mossa e, in seguito a denunce provenienti da tutta Europa, ha deciso di incontrare le autorità nazionali responsabili dell’applicazione della legge e le aziende tecnologiche per discutere questo problema, che rischia di minare la fiducia dei consumatori nei confronti di un mercato dalle enormi potenzialità. Amazon è finita anche nel mirino dell’Antitrust italiano che ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di due società del gruppo Google, di Itunes, di Amazon e Gameloft, in merito “alle app che appaiono gratuite ai consumatori e che invece richiedono acquisti successivi per poter continuare a giocare”.
Pronta anche una Proposta di legge del M5S che, prendendo spunto anche da una recente iniziativa internazionale dell’Autorità britannica Office of fair trading, mira a fornire adeguati strumenti di protezione per i cittadini, soprattutto minori, obbligando i gestori dei marketplace a fornire precise informazioni sugli acquisiti inseriti nelle app.
Ora, dunque, anche la FTC è scesa in campo per reclamare il risarcimento, da parte di Amazon, di “milioni di dollari” ai genitori, come ha sottolineato Jessica Rich, responsabile della consumer protection della FTC.
“Ci sono migliaia di denunce di cui siamo a conoscenza e ne potrebbero uscire fuori molte altre quando apriremo il contenzioso”, ha aggiunto Rich, spiegando che la FTC chiederà il risarcimento per i consumatori interessati a partire dal 2011 quando Amazon ha lanciato gli acquisti in-app “senza un adeguato preavviso e il consenso informato da parte dei genitori”.
La FTC cercherà anche di impedire ad Amazon di fatturare ai genitori gli acquisti effettuati dai loro account senza il loro esplicito consenso e di rendere la società soggetta alla supervisione del regolatore.
A gennaio anche Apple è giunta a un accordo da 32,5 milioni di dollari per risarcire i genitori per gli acquisti fatti a loro insaputa dai pargoletti sull’App Store. Secondo la FTC sarebbero decine di migliaia gli americani stati coinvolti nelle ‘spese pazze’ dei figli sull’app store, per centinaia, a volte anche migliaia di dollari.
“I giochi per bambini spesso incoraggiano ad acquistare beni virtuali in maniera da confondere tra quello che è il costo virtuale e quello reale”, si legge nella nota della FTC.
Gli ‘acquisti in-app’ valgono l’80% dei guadagni del settore, stimati in 10 miliardi di euro. Ma questi acquisiti, a volte, hanno alla base un inganno bello e buono, perché i termini e le condizioni non sempre sono chiari e trasparenti.
Rich ha anche ‘avvisato’ i gestori di altri app store del fatto che le indagini andranno avanti e potrebbero coinvolgere anche altri, oltre ad Amazon sulla base del principio che prima di fatturare un acquisto sulla bolletta dell’utente, bisogna avere il suo consenso informato.
“Per oltre un anno molti acquisti in-app sul Kindle Fire non hanno richiesto l’inserimento di una password o qualunque altro passaggio che necessitasse l’intervento dei genitori nel processo d’acquisto”, ha sottolineato Nicole Vincent Fleming della FTC, sottolineando che molti genitori si sono lamentati del fatto che loro non sapevano – e i bambini non lo potevano capire – che da app gratuite si potevano spendere soldi veri.
Impostare i Parental Control per gli acquisti in-app sul Kindle Fire